venerdì 24 aprile 2015

Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità - 24/4/15

Stasera in fretta e furia ho tirato fuori l'MN 68, e senza un programma preciso mi sono messo ad osservare la Luna. Inoltre ho anche osservato Giove ed alcune stelle doppie. Il cielo era sereno, tuttavia c'era una forte umidità (88%, ma continuava a salire rapidamente) ed il seeing non era ai massimi livelli, direi tra 6 e 8 della scala Pickering A, a seconda dei momenti. Ho osservato dalle 21:30 alle 23:30 circa.

Iniziamo dalla Luna. Anche se non era molto alta in cielo, ho condotto ottime osservazioni. Non sono un esperto del suolo selenico, mi sono più lasciato guidare dall'emozione di quelle lande così vicine e così lontane. Le osservazioni sono state condotte principalmente a 243x, ma in alcuni casi anche a 304x.

Mare Nectaris: all'interno di questo mare un cratere spicca sugli altri, Rosse. Si possono osservare decine e decine di microscopici crateri, diffusi per tutto il mare, soprattutto nella parte inferiore. In basso a sinistra ci sono due crateri semi-sepolti. In alto a destra invece troviamo un grosso cratere, Fracastorius, che ricorda una baia costiera, con diversi craterini all'interno.
Catharina: al suo interno giace un altro grosso cratere, in basso a destra, al cui interno ci sono miriadi di craterini. I rilievi in alto proiettano ombre aguzze e lunghe. A destra c'è un altro cratere più piccolo.
Cyrillus: contiene due promontori al centro, di cui uno proietta un'ombra a forma di corona. Sopra ad essi è visibile una rima, che sembra curvare e continuare poi a destra. Un cratere a forma di goccia è posizionato a destra.
Theophilus: il cratere appare per un quarto oscurato dalle ombre. Al centro c'è un promontorio, che da la sensazione di essere alto, e le sue pendici sono sfrangiate.
Rimae Hypatia: si tratta di una serie di solchi notevoli. La rima principale è molto lunga, e ad un certo punto trasla di netto, come se ci fosse una frattura improvvisa. In basso a sinistra c'è un'altra rima più corta. Osservando l'area in questione mi sono emozionato perchè lì nei pressi atterrò l'Apollo 11, e Neil Armstrong poggiò per la prima volta un piede umano sul nostro satellite, pronunciando una frase così sintetica ma profonda che non verrà mai dimenticata.
Mare Tranquillitatis: dando una veloce occhiata a questo mare non si possono non notare tutte le ondulazioni su di esso presenti, che si intersecano e si sovrappongono le une sulle altre.
Plinius: era avvolto quasi del tutto nell'ombra. Solo il promontorio al centro era illuminato sull'estrema vetta. I bordi del cratere appaiono molto scoscesi.
Rimae Plinius: ecco un altro insieme di rime, di cui la più evidente è quella posta subito sotto al cratere precedente, in posizione orizzontale. Ma se ne possono notare delle altre, sotto ad essa.
Mare Serenitatis: in questo mare è situata una stupenda striscia di crateri, quelli principali sono sei, che ha un andamento serpentiforme; questi crateri sono molto rialzati rispetto alla pianura lavica circostante, e proiettano ombre lunghissime. In alto sul mare ci sono delle creste, si tratta della Dorsa Smirnov, che riprendono il viavai ondulato dei crateri.
Posidonius: un cratere illuminato maggiormente, al cui interno è collocato un altro cratere, oltre a vari craterini. C'è anche tutto un sistema di rime.

Per quanto riguarda Giove ho avuto una riconferma delle grandi prestazioni planetarie che questo telescopio riesce ad offrire. Se solo riuscissi ad incrociare una serata di calma atmosferica sono sicuro che potrei ottenere ancora di più, ma non mi lamento! La banda temperata meridionale si presentava come una linea sottile e netta, e poi, separata, iniziava la zona che porta fino al polo Sud del pianeta. La banda equatoriale meridionale mostrava diverse ondulazioni, soprattutto nella sua parte inferiore. Nella zona tra la SEB e la NEB, un po' spostato a sinistra c'era qualcosa, non so cosa ma qualcosa c'era: osservado sempre tra i 243x e i 304x si notava una specie di piccolo puntino nero, debolmente visibile in modo sfuocato. La banda equatoriale settentrionale non mostra particolari dettagli, si notano solamente le sue forti ondulazioni superficiali. Per quanto riguarda la banda temperata settentrionale appare come una cupola di color mattone, uniforme se non per una sottile striscia bianca, visibile con difficoltà al suo interno a sinistra. I tre satelliti galileiani a sinistra appaiono come dischetti, specialmente Ganimede.

Infine ho setacciato la costellazione del Drago, osservando alcune stelle doppie. Avevo scelto bersagli ambiziosi, ma ho dovuto fare i conti con il seeing, che si faceva sentire su queste stelle non tanto alte rispetto all'orizzonte. Ciononostante qualche risultato è venuto fuori lo stesso!

20 Draconis: una stella doppia bilanciata, ma veramente strettissima! La separazione è di soli 0,9". Nonostante il seeing non fosse ideale a 486x sono riuscito a sdoppiarla con sicurezza. Tuttavia la visione è confusa, anche a causa del fatto che le due stelle sono molto piccole, in quanto di magnitudine intorno alla settima. Le stelle sono veramente molto vicine tra loro, ma paiono divise da un sottilissimo capello. Non saprei dire quale era la primaria e quale la secondaria. Mi limito a dire che una di esse era posizionata in alto a destra rispetto all'altra; quest'ultima era di colore rosso scuro, mentre quella in basso a sinistra bianca. Il telescopio si sta dimostrando molto valido in questo genere di osservazioni, riuscendo a separare stelle a ridosso del suo potere risolutivo di 0,8", nonostante un seeing non idilliaco. Non c'è bisogno di specificare quanto sono contento!
Epsilon Draconis: a 304x viene facilmente sdoppiata. La stella principale presenta un colore giallo. La compagna si trova a destra, leggerissimamente in basso, ed è molto più piccola e di colore bianco.
39 Draconis: questo è un sistema multiplo di stelle. La coppia AB si riesce a separare senza problemi a 304x. La secondaria si trova in basso a destra rispetto alla primaria, ed è molto più piccola di quest'ultima. Quasi allineata a queste due stelle, in lontananza si trova un'altra stella, probabilmente la componente C.
Mu Draconis: una stella doppia stupenda. Le due stelle sono vicine ma nettamente separate, appaiono molto simili non solo per dimensioni, entrambe piccole, ma anche per il loro niveo candore. 304x.
17 Draconis: ad i medesimi ingrandimenti possiamo notare tre stelle nel campo nell'oculare. La coppia è chiaramente separata: rispetto alla primaria la compagna si trova in alto a destra, ed è poco più piccola. La terza stella si trova a sinistra, un po' in alto, ben lontana dalle precedenti.