TELESCOPI

In questa sezione scriverò le recensioni dei miei telescopi. Ne ho giusto un paio, ma del resto quale uomo non ha tentato di vedere al di là dei suoi limiti naturali? Il telesopio è stata un'invenzione incredibile che ha così tanto avvicinato l'uomo all'Universo che è riuscito a trasformare l'ignoto che ci spaventava in una cosa nota, ma così immensa da spaventarci ancora di più. Il telescopio è lo strumento che potenzia il più importante dei nostri sensi, la vista; pensate alla nobiltà della sua funzione, una persona intelligente infatti quello che vede impara e forse arriverà il giorno in cui vedremo tutto e sapremo tutto. Grazie mille Galileo!

INDICE:
  1. Guan Sheng Optical Deluxe 250/1250
  2. Intes-Micro MN 68 152/1216
  3. Bresser Messier MC 127/1900
  4. Sky-Watcher Startravel 80/400
  5. Heyford 60/700
1. GSO DELUXE 10"


Specifiche tecniche:
  • Marca: Guan Sheng Optical
  • Schema ottico: riflettore
  • Montatura: dobsoniana
  • Diametro: 250 mm
  • Lunghezza focale: 1250 mm
  • Rapporto focale: f/5
  • Ostruzione: 25%

 
Ottica: ho avuto modo di osservare moltissime volte con questo telescopio, quindi ormai conosco bene le sue qualità. Contrariamente a quello che si potrebbe credere penso che la qualità ottica sia ottima, infatti a patto che il telescopio sia collimato ed acclimatato e che il seeing lo permetta esso è in grado di sfoderare immagini di tutto rispetto anche in alta risoluzione. Quando il seeing è calmo si possono vedere ad alti ingrandimenti gli anelli di diffrazione attorno al disco di Airy, che attorno a stelle luminose sono più di uno e abbastanza marcati. Sfatiamo un mito: le stelle sono puntiformi e gradevoli, quelle più luminose con una piacevole croce di diffrazione attorno. Nessuno dice che il telescopio abbia una superba correzione ottica però credo che larga parte dei difetti genericamente ascritti ai Dobson in generale sia dovuta alla scarsa capacità di alcuni astrofili di gestire telescopi di questo diametro; e anche quando questi telescopi siano perfettamente regolati trovare il seeing adatto per sfruttare fino in fondo un così grande diametro è difficile. Con questo si entra nel discorso ingrandimenti massimi che regge quest'ottica. Faccio tre esempi estremi di quando il seeing era perfetto per darvi un'idea di quello che si potrebbe ottenere in condizioni perfette: su Saturno il telescopio regge 400x, su Giove oltre i 300x e sulla Luna anche 500x. Naturalmente questi non sono ingrandimenti da tutti i giorni, e spesso a causa del seeing bisogna mantenersi ben più bassi (mi è capitato di dovermi fermare anche a 150x - 200x). Tuttavia se dovessi dare un ingrandimento massimo sfruttabile per la gran parte delle serate da una pluralità di luoghi direi senza dubbio quello che si ottiene con un oculare da 4 mm, cioè 312,5x. Sinceramente non ho riscontrato particolari aberrazioni ottiche. Come sappiamo un riflettore f/5 ha una certa dose di coma residuo ma anche in proposito c'è molta disinformazione, infatti con un oculare cercatore da 24 mm 68° la coma è difficilmente avvertibile ai bordi estremi; usando il 30 mm 68° in dotazione la coma è avvertibile in larga parte del campo ma bisogna dire che dipende anche dall'oculare infatti con un Baader Hyperion Aspheric 36 mm la coma era molto più contenuto. Quindi la coma c'è usando oculari (poco utili) di lunga focale, ma può essere controbilanciato con oculari adatti di qualità. Personalmente non ho mai sentito l'esigenza di un correttore di coma e per l'uso che faccio del telescopio la coma è inavvertibile. Non dimentichiamoci perchè ha senso comprare un telescopio come questo: per l'osservazione degli oggetti del cielo profondo! Infatti il grande diametro unito ad un cielo buio permette di osservare mille e più oggetti. Sotto questo profilo lo consiglio senza riserve in virtù dei grandi servigi che mi ha reso.


  
Meccanica: iniziamo dalla montatura, che è quella altazimutale dobsoniana. La rocker box è in legno, solida e pesante. Non pensate che sia un difetto infatti il legno è il materiale che assorbe meglio le vibrazioni, inoltre il tubo si appoggia in due punti su di essa e questo aumenta la stabilità. Non ho cronometrato ma le vibrazioni ad alti ingrandimenti si smorzano praticamente dopo mezzo secondo, davvero ottima sotto questo punto di vista. Il legno ha subito sbalzi termici e umidità massima molte volte, ma non ha mostrato nessuna degradazione. La rocker box può essere sollevata tramite una maniglia di serie: evitate di usarla infatti la base pesa oltre 10 kg e la maniglia è fissata solo tramite delle grappette di metallo sul legno che si staccano subito, con il rischio che vi rimane in mano mentre la base cade per terra; fate così, togliete le grappette, mettete viti più lunghe e un bel dado con la riparella dietro. Il vassoio portaoculari è dal lato opposto di osservazione, quindi scomodo da raggiungere. Il suo punto debole è il movimento azimutale, il quale si sviluppa per mezzo di due dischi di metallo al cui interno ce n'è un altro con dei cuscinetti a rulli; il problema è che con il tempo questi dischi si usurano e c'è bisogno di sostituirli. Un mio amico dopo circa tre anni ha dovuto cambiarli mentre i miei funzionano ancora bene ma hanno iniziato a fare un rumore poco incoraggiante: quello che ho fatto è stato aprire il tutto ed in effetti ho notato usura sui due dischi, poi li ho girati dal lato opposto, così ritardando il momento di sostituirli. Ma non fraintendetemi, in termini di fluidità il movimento è molto buono, e regolabile in durezza stringendo o allentando l'apposita manopolina. Un ulteriore problema è che proprio sotto a quest'ultima manopola c'è un piccolo cuscinetto assiale a sfere, che col tempo si è logorato irreversibilmente; per trovare il ricambio adatto ho faticato molto, ho dovuto acquistarlo addirittura dalla Cina, ma alla fine ne è valsa la pena perchè ho rigenerato l'efficienza del movimento azimutale. Il movimento in altezza è molto buono: ci sono due grosse manopole che fungono da frizioni per impostare la durezza, che possono essere serrate con molta gradualità. Ma l'utilità di esse non è poi così grande infatti la vera chicca è la possibilità di modificare la posizione del tubo rispetto alla rocker box. Infatti c'è la possibilità di far slittare il tubo rispetto alla base: le manopole si incastrano nella rocker box; ora, queste manopole possono essere spostate rispetto al tubo per il tramite di due viti a brugola per lato. La possibilità di regolazione del baricentro è ampia e si può trovare il compromesso migliore; non ho problemi caricando sull'anteriore Telrad, cercatore 8x50, barlow ed oculare abbastanza pesante. Considerate però che il range ottimale nel quale il telescopio è perfettamente bilanciato non è dall'orizzonte fino allo zenit, infatti se si osserva molto in basso il tubo tenderà un po' a cadere, mentre se si osserva molto in alto tenderà ad impennarsi; in questi casi è sufficiente stringere leggermente le frizioni. Inseguire manualmente è facilissimo ed intuitivo, si impara subito e non c'è problema a farlo neanche a 500x grazie ai movimenti morbidi. Passiamo alla descrizione del tubo. La cella del primario è in realtà composta da due parti in metallo, unite tra loro dalle tre viti di collimazione. Lo specchio appoggia su tre bracci; sei spessori di sughero impediscono che lo specchio tocchi il metallo. Tre morsetti impediscono allo specchio di cadere quando il telescopio è in orizzontale, ma consiglio di non stringerli troppo altrimenti potreste avere un tensionamento: io lascio lo spazio di una carta di credito tra morsetto e specchio e non ho mai avuto problemi. La collimazione avviene tramite tre viti di collimazione; inoltre ci sono tre viti di blocco. Trovo che la tenuta della collimazione sia eccellente: bisogna guidare 10 km su strade pesantemente dissestate a media velocità per riuscire a scollimare il primario di pochissimo. Una ventola è avvitata alla cella: la ventola però soffia; invece sarebbe meglio che aspirasse ma per invertirne la posizione bisogna praticamente smontare tutto. Il tubo è semplice lamiera di alluminio non troppo spessa, tutto sommato però non si è mai deformato e non flette. La vernice esterna è decente ma deve essere trattata con riguardo. Quella interna invece non mi è piaciuta per niente nè per quanto riguarda la resistenza (un'unghia lascia il segno) nè per quanto riguarda l'opacizzazione, infatti ho ricoperto tutto con del vellutino nero ed ora è tutta un'altra cosa. Le razze sono molto sottili. Il portasecondario è in plastica e lo specchio secondario è infilato dentro ad esso ad incastro; una graffetta di metallo assicura che il secondario non cada (questo basta ed avanza ma i grandi ingegneri hanno ritenuto di attaccare sotto al secondario un pezzo di nastro biadesivo; rimuoverlo è stata dura e da un sacco di tempo il secondario se ne stà lì buono, segno che era superfluo). Il fuocheggiatore è molto buono: è un Crayford micrometrico abbastanza robusto e preciso. Penso che la riduzione 1:10 sia fondamentale ad alti ingrandimenti per controbilanciare le micro fluttuazioni del seeing. Il difetto è che i rulli lavorano a scorrimento sull'alluminio e con il tempo scavano dei solchi che compromettono la perfetta ortogonalità del fuocheggiatore; ciò è riscontrabile con lo star test, dove in extrafocale si nota un leggerissimo spostamento dello spot centrale. Per questo consiglio di collimare nella posizione in cui mediamente si raggiunge il fuoco con i propri oculari. Da quando l'ho preso non ha mai funzionato il meccanisco per bloccarlo: non ne ho mai sentito il bisogno! Una manopolina serve per frizionare la durezza: consiglio di non stringerla troppo per non scavare solchi ancora più profondi. Anelli di serraggio e riduttore non provocano disassamenti sensibili.

Utilizzo: il telescopio è molto facile da utilizzare nel complesso, io ho imparato a muoverlo dopo due minuti così come tutti quelli che hanno potuto provarlo di persona. Ci si aggrappa con la mano sinistra all'orlo del tubo e così si sposta dolcemente; con la mano destra si fuocheggia; nel frattempo l'occhio rimane all'oculare. Una cosa da non sottovalutare è la postura del corpo: se si sta in piedi è difficile non vibrare un po' di nostro; qui invece si può stare comodamente seduti su uno sgabello e l'oculare è sempre facilmente raggiungibile. Dopo ore di osservazione di fila ci si alza freschi e rilassati: mai dimenticarsi di stare comodi! L'unica cosa un po' scomoda è osservare nel cercatore dritto, specialmente quando si punta in alto, bisogna contorcersi un po' ma non ci sono particolari problemi. I tempi di acclimatamento sono difficilmente riducibili ad un numero, diciamo che ci può volere da mezz'ora ad un'ora e mezzo a seconda dello sbalzo termico. Il telescopio resiste bene all'umidità: in condizioni estreme e senza vento al limite può leggermente appannarsi il secondario ma mi è capitato davvero di rado e con umidità al 99%; il primario non si è mai appannato. Con un paraluce, se vivete nella palude come me, risolvete totalmente il problema. 

Trasporto, montaggio, ingombro: ho letto molte volte cose non veritiere. In realtà si tratta di operazioni facili e veloci. Per il trasporto fate così: procuratevi due fasce (tipo quelle delle tracolle); posizionate il tubo in orizzontale ed inseritele una prima e una dopo il baricentro del tubo (che non è a metà ma più verso il primario); alzate il tubo come fosse una cassetta della frutta e portatelo dove volete. Come vedete abbiamo a che fare con due parti soltanto, il tubo e la rocker box, ognuna che pesa qualcosa oltre i 10 kg quindi non ci sono ostacoli insormontabili. Una volta preso il tubo si può adagiare sui sedili dietro della automobile. La rocker box invece non prende neanche mezzo bagagliaio di media capienza. Arrivati sul posto si scende la rocker box e ci si appoggia sopra il tubo. Tutto qui, il massimo della semplicità e della velocità. Stiamo parlando di operazioni che prendono uno o due minuti. L'ingombro  non è proibitivo dato che principalmente si sviluppa in altezza quando il tele è in posizione di riposo, e come larghezza non viene occupato più spazio di quello corrispondente alla circonferenza della base. Potete tranquillamente posizionare il telescopio in un angolo della casa. Se volete spostarlo da una stanza all'altra senza trascinarlo terribilmente la cosa migliore è realizzare un carrellino: io l'ho fatto con una semplice e spessa tavola di legno sotto alla quale ho attaccato quattro ruotine. 

2. INTES-MICRO MN 68


Specifiche tecniche:
  • Marca: Intes-Micro
  • Schema ottico: Maksutov-Newton
  • Diametro: 152 mm
  • Lunghezza focale: 1216 mm
  • Rapporto focale: f/8
  • Ostruzione: 17%

Ottica: un telescopio con queste caratteristiche è particolarmente adatto alle osservazioni ad alti ingrandimenti degli oggetti del nostro sistema solare e delle stelle doppie. Questo grazie alla ridottissima ostruzione, senza peraltro le razze che generano la croce di diffrazione; grazie al diametro, ben sfruttabile considerando la qualità media del seeing; grazie infine al rapporto focale non troppo forzato. Ma non dimentichiamoci del fatto che gli specchi, in Pirex, hanno una correzione ottica garantita, e che tutte le superfici sono curve e dunque di lavorazione meno critica. La qualità ottica del telescopio è ai massimi livelli, come testimoniato dal reticolo di Ronchi; la prova, fatta da un tecnico esperto del settore e durante la quale ho potuto verificare di persona, ha mostrato delle linee perfettamente dritte. Tutto questo è ampiamente suffragato dallo star test, dove la centrica sia in intrafocale che in extrafocale è identica, come dimensioni e come aspetto; non solo, essa mostra anche tutti i vari anellini concentrici in maniera nettissima, molto pulita. Le stelle hanno un aspetto magnifico in questo strumento, infatti appaiono come piccoli dischetti con un sottile anellino attorno. L'osservazione delle stelle doppie è particolarmente appagante grazie alle immagini fornite e per quanto ho avuto modo di rilevare il telescopio separa anche doppie strette e sbilanciate. Sulla Luna sfodera delle immagini che stupiscono per l'elevato contrasto tra zone illuminate e zone in ombra, inoltre mostra una così grande quantità di dettagli fini che la sensazione è di estremo realismo, sembra quasi di sorvolare il nostro satellite; tra l'altro si sente spesso che le immagini con questo genere di telescopi sono gialline: niente di più falso, il suolo lunare appare bianco come la neve. Sui pianeti fa ancora meglio, e la quantità dei dettagli che si possono osservare lascerebbe presagire che si sta usando un telescopio di diametro maggiore; secondo me il suo punto di forza sono le superfici planetarie, con i loro dettagli di basso contrasto, dove le virtù del telescopio si fanno sentire di più e dove si possono apprezzare al massimo le sfumature, le diverse tonalità di colore, i più piccoli particolari. Credo che l'ingrandimento massimo del telescopio, normalmente sfruttabile, si aggiri attorno ai 250x, ma sono sicuro che in condizioni di seeing eccelse possa spingersi anche fino a 300x.




Meccanica: conosco nel dettaglio la meccanica di questo telescopio, avendo dovuto lavorarci un po'. Iniziamo dalla cella del  primario. Esternamente troviamo una grossa ventola, sotto un tappo di metallo che si svita e che la protegge dalla polvere. Lì vicino c'è anche un piccolo interruttore per accenderla e spegnerla, che risulta comodo. Inoltre ci sono tre coppie di viti, dove una vite ha la testa a taglio per cacciavite mentre l'altra è un grano che si svita con la brugola, che servono per collimare. Non mi sto a dilungare su come è costruita la cella internamente, dico solo che lo specchio primario è ingabbiato tra due ghiere di metallo, con dei gommini che impediscono che il vetro tocchi il metallo. Il tubo è molto robusto. Al di fuori c'è una bella verniciatura color panna leggermente a buccia d'arancia. Dal di dentro c'è una vernice ottima infatti non è liscia ma molto ruvida, ed il colore è di un nero davvero opaco. Inoltre ci sono tanti diaframmi a lama di coltello posizionati per tutta la lunghezza del tubo. Sotto al fuocheggiatore troviamo una serie di deflettori, con la funzione anch'essi di intercettare eventuali luci parassite. Come vediamo i progettisti sono stati particolarmente sensibili verso il problema dei riflessi. In cima al telescopio troviamo il menisco, che sfoggia una splendido trattamento antiriflesso purpureo; esso è fissato con tre morsetti laterali. Sopra al menisco, tutt'intorno ad esso, c'è un anello pieno di fori fissato con tre viti: quando la ventola è accesa si può sentire l'aspirazione in atto infatti il tubo è chiuso ed i diaframmi interni accelerano il flusso, così che c'è una specie di effetto "aspirapolvere"; l'aria entra forzosamente dai fori di questo anello, percorre il tubo ed esce con un buon getto dalla ventola, che aspira l'aria dall'interno e la scarica all'esterno. Solidale al menisco c'è il portasecondario, a cui è collegato naturalmente il secondario; dal lato esterno del portasecondario si svita un tappo al di sotto del quale troviamo tre microscopiche viti a brugola e la vite centrale a taglio per collimare lo specchio. Ricordo che in questo schema ottico lo specchio secondario è un vero e proprio specchio separato dal menisco; c'è da dire che il secondario è veramente minuscolo!  Il fuocheggiatore è un Crayford con un sistema a prolunghe così pessimo che vi consiglio di gettarlo seduta stante nell'immondizia. L'unico suo pregio, ampiamente neutralizzato dai suoi difetti, è che non provoca ostruzione alcuna grazie alle prolunghe. Sostituirlo non è facile perchè c'è la necessità anzitutto di preservare la base originale dello stesso, la quale serve per poter collimare il telescopio, quindi bisogna adattarvi un nuovo fuocheggiatore. Inoltre il nuovo fuocheggiatore non deve sporgere internamente, provocando ostruzione aggiuntiva. Infine gli anelli, che sono dei bei pezzi. Anzitutto i due anelli sono collegati tra loro per mezzo di due piastre molto solide e grandi; una di queste piastre serve per fissarci la slitta ed io ho optato per una stile Losmandy (imbullonata con 9 viti per sicurezza e per la stabilità); l'altra la si usa a mò di maniglia per spostare il telescopio. Gli anelli sono peculiari infatti all'interno ognuno ha una scalanatura che si incastra in una rotaia, la quale ultima è parte del tubo. Il vantaggio è che si può ruotare il tubo sugli anelli, dopo averli allentati, in tutta sicurezza, senza pericolo che scivoli, infatti gli anelli scorrono solo e soltanto sulle due rotaie. Lo svantaggio è che non si possono fare scorrere gli anelli sul tubo al fine di cercare un bilanciamento migliore, ma c'è da dire che con una slitta un po' più lunga ci si riesce bene anche grazie al fatto che il telescopio non è particolarmente sbilanciato in una direzione, una volta che vengono montati tutti gli accessori. 

Utilizzo: il telescopio necessita di una montatura massiccia e stabile sia a causa del peso sia a causa della lunghezza. Neanche la mia T-Sky pesantemente potenziata è in grado di reggerlo stabilmente al 100% dato che comunque permane qualche secondo di vibrazione dopo che lo si tocca. I movimenti su questa montatura altazimutale però sono fluidissimi e perfettamente bilanciati in entrambi gli assi, regalando un incredibile feeling; sotto questo punto di vista il risultato è migliore della montatura dobsoniana. Un potenziale problema è che normalmente i riflettori si spostano muovendoli con una mano appoggiata sull'orlo del tubo ma qui non possiamo farlo essendoci il menisco. Quello che ho fatto è stato sfruttare una seconda basetta sotto al fuocheggiatore che serviva originariamente per montarci la fotocamera e ci ho montato una manopola: in questo modo si sposta divinamente. Un difetto è che anche se normalmente si riesce a puntare lo zenit però in certe posizioni particolari il tubo tocca sul treppiede e magari quell'oggetto che è proprio lì non può essere osservato; ma si tratta di circostanze eccezionali che difficilmente si verificano. Con uno sgabello altino si può osservare comodamente come con il Dobson e l'oculare è sempre a portata. I tempi di acclimatamento sono lunghi, ci può volere da un'ora fino alle due ore e mezzo a seconda della differenza di temperatura e del fatto se si usa o meno la ventola. La ventola infatti ha una portata d'aria notevole e velocizza notevolmente la procedura; fino a che il telescopio non è in equilibrio termico le osservazioni traggono giovamento dal suo uso, ma dopo è molto meglio spengerla. Usando un paraluce flessibile Orion ho notato che il menisco non si appanna minimanente neanche in situazioni di umidità altissima.

Trasporto, montaggio, ingombro: per il trasporto possiedo una borsa Geoptik per rifrattori 150 mm f/8 ed il telescopio ci entra bene. Ma quanto pesa! Il telescopio entra nei sedili dietro dell'automobile così come il Dobson. Il trasporto può diventare drammatico a causa della montatura: questa non entra in auto a meno di non richiudere il treppiede, operazione che richiede tempo e fatica; inoltre c'è da considerare i dieci kg di contrappeso che bisogna portarsi appresso. Io ho ovviato lasciando la montatura direttamente vicino al luogo di osservazione, senza doverla trasportare ogni volta. Come avrete capito non si tratta di un telescopio per osservazioni mordi e fuggi, anzi l'ideale è avere una postazione fissa da un luogo con un buon seeing. Detto questo il montaggio non richiede un tempo eccessivo ed il telescopio è pronto in fretta. L'ingombro del telescopio in casa è notevole perchè vi ritroverete questo missile sdraiato per lungo al giro; bisogna avere dello spazio. Io lo lascio in un locale dove non abito e dove non accendo i riscaldamenti almeno va in temperatura più in fretta e non da noia. Prima lo tenevo sopra il divano, ma adesso ho costruito un baule in legno dove riporlo.

3. BRESSER MESSIER 5"


Specifiche tecniche:
  • Marca: Bresser
  • Schema ottico: Maksutov-Cassegrain
  • Diametro: 127 mm
  • Lunghezza focale: 1900 mm
  • Rapporto focale: f/15
  • Ostruzione: 31%

Ottica: nonostante inizialmente non simpatizzassi particolarmente per questo schema ottico, dopo averlo provato mi sono dovuto ricredere. La qualità ottica è notevole e questo non deve stupire per un duplice ordine di ragioni: in primo luogo perchè tutte le superfici ottiche sono sferiche, dunque meno difficili da lavorare rispetto a superfici paraboliche o iperboliche; in secondo luogo in virtù del rapporto focale elevato, ragione per cui ho preferito il modello Bresser rispetto all'analogo Sky-Watcher. Lo star test infatti non denota particolari aberrazioni e le stelle a fuoco hanno l'aspetto di dischetti abbastanza corpulenti; ciò è dovuto all'ostruzione medio-alta dello strumento. Inoltre si può scorgere un primo anello di diffrazione abbastanza marcato, contorniato da un ulteriore anellino più debole, più o meno visibile a seconda della magnitudine della stella e della qualità del seeing. Possiamo affermare che le caratteristiche menzionate hanno come diretta conseguenza che l'osservazione delle stelle doppie non sia la specializzazione di questo telescopio, soprattutto per le coppie più strette. Tuttavia l'assenza di aberrazioni ed il buon diametro rendono piacevole anche tale genere di osservazioni, offrendo altresì una buona saturazione dei colori delle stelle. L'ingrandimento massimo del telescopio a mio giudizio si attesta sui 211x, raggiungibili con un oculare da 9 mm: questo ingrandimento è sfruttabile in un buon numero di serate e non determina il degrado dell'immagine, purchè il seeing sia discreto. Ma sono sicuro che specialmente sulla Luna, in condizioni di seeing ottimali, si possano osare anche maggiori ingrandimenti. Stando così le cose, è evidente che il telescopio permette di spingere molto con gli ingrandimenti in relazione al diametro, manifestando così la sua vera vocazione: l'osservazione lunare e planetaria. Sulla Luna in particolare è riuscito a sfoderare delle prestazioni a mio parere eccezionali, mostrando dettagli davvero molto fini. Sui pianeti è stato pure in grado di mostrare tutti i principali dettagli osservabili anche in condizioni di seeing mediocre, tra cui le bande atmosferiche e la Grande Macchia Rossa di Giove e la Divisione di Cassini di Saturno. Certo, dove fa veramente la differenza sono i dettagli altamente contrastati, mentre su quelli di basso contrasto l'ostruzione inizia a farsi sentire. Un particolare importante da menzionare è l'apocromaticità delle ottiche, che non introducono nessun residuo di aberrazione cromatica negli oggetti osservati.



Meccanica: la culatta del telescopio è in plastica e può essere rimossa per mezzo di tre viti, dopo aver smontato la manopola di messa a fuoco; sotto di essa giace la cella dello specchio primario, in metallo. Sulla culatta è avvitato un adattatore che termina con un filetto maschio Schmidt-Cassegrain, cui ho aggiunto un adattatore T2, in modo da avvitarci il diagonale prismatico Baader. Il risultato finale è perfetto, poichè riduce al minimo la lunghezza del treno ottico ed assicura la massima stabilità. Sulla culatta sono inoltre presenti tre gommini removibili, sotto ai quali si trovano le tre coppie di viti di collimazione dello specchio primario. La rotazione dell'apposita manopolina metallica permette la messa a fuoco mediante spostamento dello specchio primario: il movimento è estremamente delicato e fluido e non mi è mai capitato che si verificassero slittamenti accidentali o oscillazioni del primario. Sempre sulla culatta ho sostituito la basetta del cercatore con una universale a passo Sky-Watcher/GSO. Il tubo del telescopio è molto robusto e si percepisce che non si deforma al tatto; tra l'altro la verniciatura è ottima, si vede che ne sono state date mani sufficienti per evitare che il telescopio si rovini facilmente. Solidale al tubo è la barra a coda di rondine a passo Vixen, che pur non essendo in metallo pieno svolge correttamente la sua funzione. Ho sempre odiato questa soluzione, perchè ti costringe a tenerti una slitta tutta segnata dai ripetuti serraggi a vite della montatura, a meno di non volere aprire il telescopio per sostituirla. La Bresser evidentemente ha pensato ai maniaci come me, applicando una barretta metallica sostituibile da uno dei lati della barra, svitabile per mezzo di due viti. La cella metallica del menisco è una parte a sè stante, che si avvita direttamente sul tubo del telescopio. Il menisco presenta un trattamento antiriflesso con dominanti porpora e verde smeraldo; in questo schema ottico il centro del medesimo viene alluminato per ricavare lo specchio secondario, attorno al quale vi è un paraluce conico che assicura l'esatta convergenza della luce dal primario al secondario, purtroppo aumentando al contempo il complessivo fattore di ostruzione. L'opacizzazione interna del tubo è di buon livello, anche grazie al fatto che il tubo interno non è liscio, bensì ha una rigatura molto fitta: questa, unita ad una verniciatura nero opaco, impedisce il formarsi di riflessi. Faccio presente che tutta la viteria dello strumento non è metrica ma imperiale, quindi vi serviranno chiavi a passo in pollici.

Utilizzo: sempre fedele alla montatura altazimutale, ho montato il telescopio sulla Sky-Watcher AZ4 con treppiede in acciaio, sulla quale per dimensioni calza veramente a pennello e si può osservare senza problemi sia lo zenit che l'orizzonte. I tempi di smorzamento delle vibrazioni sono minimi ed i tremolii causati dal classico colpetto si assestano in circa due secondi. Se la stabilità è perfetta, non altrettanto può essere detto della fluidità dei movimenti; ciò è inevitabilmente dovuto alla scarsa lunghezza del telescopio, che non permette di esercitare una leva sufficiente ad assicurare un movimento armonico. Quindi soprattutto nel movimento in altezza in certi momenti si procede un po' a scatti e bisogna acquisire una certa manualità per ovviare a tale fastidio. Uso questo telescopio principalmente dal balcone di casa per osservazioni serali, soprattutto per osservare quegli oggetti come la Luna ed i pianeti che difficilmente l'osservatore del cielo profondo si prende la briga di guardare, a causa del tempo e della fatica necessari per prepararsi all'osservazione con grossi telescopi. La sessione osservativa trascorre con sufficiente comodità. La seduta è abbastanza bassa e di altezza variabile in ragione dell'altezza dell'astro osservato, tuttavia con un set di tre sgabellini domestici ripiegabili riesco a coprire tutte le possibili inclinazioni. Non mi stancherò mai di ripetere quanto è bello osservare rimanendo seduti e quanto ne trae giovamento la capacità di discernere dettagli al limite. I tempi di acclimatamento sono notoriamente il difetto dei telescopi a tubo chiuso ed anche quello in mio possesso non fa differenza: a seconda della differenza termica da colmare ci può volere da una mezz'ora ad un'ora per raggiungere l'acclimatamento. Pur essendo al di sopra della linea di luce dei lampioni, un paraluce è d'obbligo per schermarsi dalle luci parassite, soprattutto quando il telescopio ha una lente frontale che potrebbe rifrangerle. Inoltre il paraluce difende anche dall'umidità, onde evitare appannamenti. Un difetto del telescopio consiste nel suo essere progettato per operare verticalmente, nel senso che la barra a coda di rondine deve venire a trovarsi sotto all'oculare: in tali condizioni la manopolina di messa a fuoco si viene a trovare comodamente sulla destra rispetto all'oculare, mentre il cercatore alla sinistra alla giusta altezza. Invece se montate il telescopio in una montatura con aggancio laterale, come la AZ4, ruotandolo quindi di 90° a sinistra, la manopolina viene a trovarsi proprio sopra il diagonale mentre il cercatore addirittura quasi sotto il telescopio. Alla fine ci si abitua alla posizione scomoda della manopola di messa a fuoco, mentre per il cercatore il problema può essere risolto per mezzo di un cercatore ottico angolato a 90° e ancora più facilmente con un cercatore a proiezione. In proposito ho optato per il Rigel Quickfinder, perfettamente proporzionato alla stazza del telescopio.

Trasporto, montaggio, ingombro: ovvero i punti di forza del telescopio. Le dimensioni dello strumento sono molto contenute, così come il peso, di conseguenza basta sistemarlo in una valigetta e può essere trasportato a mano senza problemi. Per non parlare poi del montaggio, che richiede delle tempistiche cortissime. Per casa è il prototipo del telescopio mordi e fuggi, con l'unico neo dei tempi di acclimatamento. Nei periodi di intensità osservativa tengo il telescopio in casa, nella valigetta sotto la montatura, quindi lo spazio d'ingombro richiesto è unicamente quello del treppiede; invece nei periodi in cui per le più svariate ragioni non osservo porto tutto in soffitta.

4. SW STARTRAVEL 


 Specifiche tecniche:
  • Marca: Sky-Watcher 
  • Schema ottico: rifrattore 
  • Diametro: 80 mm
  • Lunghezza focale: 400 mm
  • Rapporto focale: f/5 

Ottica: questo è un telescopio davvero economico, eppure ho avuto modo di apprezzare la buona qualità ottica sugli oggetti terrestri ed astronomici più diversi. Originariamente il telescopio era scollimato, ma in seguito ad un lavoro sul tubo, che era la causa del problema, sono riuscito ad ottenere una collimazione estremamente precisa. A seguito di questo intervento ecco come si presenta lo star test: le immagini in intrafocale ed in extrafocale si assomigliano molto, e colori a parte, sono perfette. Le stelle ad ingrandimenti alti appaiono a fuoco come dovrebbero essere in un rifrattore, anche se questo non è il genere di osservazioni che si addice al telescopio. Per quanto riguarda le aberrazioni dico subito che questo telescopio fornisce una buonissima immagine utilizzando un oculare 24 mm 68° il quale permette di ottenere 4° di campo reale (il massimo consentito dal fuocheggiatore da 1,25"), nel senso che le stelle sono abbastanza puntiformi in tutto il campo e solo nei pressi dei bordi più estremi si può notare qualche imperfezione nel loro aspetto, dovuta ad un residuo minimo di coma, enfatizzato dalla curvatura di campo, del tutto normali in un telescopio con rapporto focale f/5, e risolvibile quasi completamente con un ritocco della messa a fuoco. Credo dunque che questo telescopio sia molto indicato per osservazioni di ampie distese stellari e terrestri, anche considerando il suo costo. Lo so che volete sapere del cromatismo! C'è in un f/5, inutile negarlo ... ma quando è avvertibile? Ebbene se il telescopio è usato a bassi ingrandimenti sulle stelle il cromatismo è inesistente, della serie che non lo vedrete affatto neanche a cercarlo con il lanternino. Stesso discorso durante le osservazioni terrestri ai medesimi ingrandimenti. Il cromatismo inizia a venire fuori verso i 50x, quando si nota ma è ancora molto contenuto e non fastidioso. A 80x è ben visibile invece mentre a 125x ce n'è in abbondanza. C'è da fare alcune riflessioni. Ha senso utilizzare il telescopio a 125x? Sulla Luna dal balcone si: in questo caso il cromatismo è visibile come una linea colorata al bordo esterno della Luna ed inizia a tingere di violetto anche gli orli dei crateri. Tutto sommato sopportabile secondo me. Per il resto non è per niente un telescopio da pianeti, quindi è sterile puntarcelo per rilevarne il cromatismo. Quando il seeing diurno è buono in terrestre è piacevole utilizzare 80x, accettando il cromatismo che mostra. Da non confondere il cromatismo con quegli aloni estesi di luce spuria che circondano gli oggetti più luminosi: in proposito lo Startravel fornisce delle immagini molto pulite. Come avrete intuito credo che 125x sia l'ingrandimento massimo sfruttabile, mentre a 80x si notano meno dettagli ma l'immagine è più piacevole nel complesso. Lo consiglio a chi lo utilizzerà normalmente per osservazioni rich field di stelle e nebulose (accoppiato ad un filtro nebulare sotto un cielo buio mostra cose che i millimetri non lascerebbero presagire) e a chi vuole un telescopio per osservazioni di grandi panorami terrestri (a bassi ingrandimenti la visione ha anche una certa tridimensionalità); e a chi saltuariamente vuole osservare senza tante pretese ma gradevolmente la Luna o qualche facile stella doppia dal balcone




Meccanica: iniziamo dal fuocheggiatore, che ha un meccanismo pignone e cremagliera ed è interamente in metallo. Nella parte superiore c'è una manopolina che permette di bloccarlo, ma è meglio non usarla in guisa di frizione. Se avete problemi di gioco intervenite sui due microscopici grani a brugola lì nei pressi, stringendoli un po'. Tutto sommato funziona abbastanza bene e permette di impostare la messa a fuoco precisa anche a 125x. I suoi difetti sono che il grasso di serie è una colla micidiale che lo impasta moltissimo (lo mettono per mascherare dei piccoli giochi); ho preferito sostituirlo con del grasso al Litio di qualità e sicuramente c'è stato un grande miglioramento in termini di fluidità. Inoltre se usate il tele su una montatura altazimutale come me dovrete movimentare il tele afferrandolo per il diagonale; come si sa la corta leva fa si che bisogna usare più forza per spostarlo e questo a lungo andare provoca un allentamento del tubo del fuocheggiatore, rendendo necessario ristringere di tanto in tanto quei due grani a brugola. Voglio precisare che usando questo fuocheggiatore da 1,25" non c'è nessun problema di diaframmatura del fascio ottico, ho fatto delle misurazioni ed il diametro di 80 mm è effettivo; usando un fuocheggiatore da 2" non saprei. Il tubo è solido e ben fatto. La vernice interna ed esterna non è data con cura maniacale e ci sono alcune piccole imperfezioni, graffietti, scalfitture. Internamente la vernice è di un colore nero molto opaco, quindi ottima anche se c'è sempre qualche problemino cosmetico. Ciò vale particolarmente per il paraluce, il quale può anche essere rimosso. Dentro al telescopio c'è un grosso diaframma a lama di rasoio a metà strada e se non ricordo male ce n'è un altro piccolissimo all'interno del tubo del fuocheggiatore. La cella è di plastica, tuttavia le prestazioni ottiche non ne risentono. Piuttosto il vero problema è che essendo di plastica, mentre il fuocheggiatore è di metallo, questo determina un baricentro sbilanciato, aggravato anche dal fatto che dietro ci vanno diagonale, oculare e cercatore; se fosse stata di metallo sarebbe stato un telescopio molto ben bilanciato. Il doppietto acromatico ha un bell'aspetto, con i tre spaziatori ben disposti e con un trattamento antiriflesso blu e verde, senza nessun difetto. 

Utilizzo: questo telescopio lo uso sopra un treppiede fotografico e credo che sia sufficiente, soprattutto se non si esagera con gli ingrandimenti. Con una testa a sfera si può ottenere una adeguata testa altazimutale eccentrica, adatta non solo all'uso terrestre ma anche e soprattutto astronomico. I movimenti sono fluidi una volta trovato il bilanciamento ottimale (io devo far scorrere in avanti la slitta sul morsetto, spostando il baricentro verso l'anteriore a causa del maggiore peso del lato posteriore del telescopio); ma non troppo morbidi, soprattutto a causa della corta leva di azionamento. Il tutto entra comodamente in un piccolo terrazzo, quindi è un telescopio idoneo ad osservazioni diurne o notturne di questo genere. Se lo portate in campagna per visioni a largo campo è piacevole usarlo stando in piedi, estendendo opportunamente il treppiede. Il telescopio ha dei tempi di acclimatamento brevissimi, e si può dire che è subito pronto all'uso. Grazie al paraluce il doppietto acromatico non si è mai appannato a causa dell'umidità.

Trasporto, montaggio, ingombro: il tempo necessario per rendere operativo il telescopio è minimo e sicuramente è un telescopio per osservazioni mordi e fuggi. L'ingombro non è molto, considerate che il telescopio è lungo poco meno di 40 cm. Questo, unito all'estrema leggerezza nell'ordine del chilo e mezzo di peso, ne fa un telescopio facilmente trasportabile. Per coniugare trasporto ed ingombro ho alloggiato il telescopio in una valigetta da lavoro opportunamente imbottita. Non credete però che sia un telescopio che entra nel taschino! Comunque con un telescopio del genere si può trasportare tutto a piedi in una volta sola: in uno zaino ci mettiamo binocolo, atlanti, oculari e altri utili accessori; con la valigetta si porta a mano il telescopio; nell'altra spalla portiamo a tracolla il treppiede fotografico. Tutto questo ne fa anche un ottimo telescopio da viaggio. 

5. HEYFORD


Specifiche tecniche:
  • Marca: Heyford
  • Schema ottico: rifrattore
  • Diametro: 60 mm
  • Lunghezza focale: 700 mm
  • Rapporto focale: f/11,6

Ottica: il piccolo Heyford è anch'esso un telescopio entry level, tuttavia mi ha regalato tante soddisfazioni. Mi è stato regalato dalla mia fidanzata molti anni fa ed è stato il suo regalo più bello di sempre, se consideriamo la passione che ne è scaturita in me. Parlando del telescopio la qualità ottica è discreta e sufficiente per uno strumento di questo genere. Certamente 60 mm sono pochi ed altrettanto certamente il telescopio non avrà quella grande qualità ottica. Però il suo lavoro l'ha sempre fatto con dignità, sicuramente anche grazie al rapporto focale alto. Devo dire che larghissima parte delle pessime prestazioni iniziali del telescopio sono da imputare agli accessori in dotazione di qualità infima; con oculari e diagonale discreti il telescopio è rinato. Credo che l'ingrandimento massimo ottimale in questo telescopio sia compreso tra i 100x ed i 120x a seconda dell'oggetto osservato. Frequentemente ho usato anche 140x ma l'immagine diventa un po' troppo scura ed impastata. Il target principale del telescopio come si deduce è principalmente la Luna, dove si difende bene. Ma non dimentichiamoci delle stelle doppie più larghe: bene o male è un rifrattore e le stelle sono belle a vedersi! Infine è stato emozionante per la prima volta osservare gli anelli di Saturno e le bande di Giove. Sappiate però che il piccoletto mostra anche un leggero accenno della divisione di Cassini sulle anse degli anelli. Grandi emozioni con questo telescopio l'ho avute osservando il Sole, con un filtro in Astrosolar: si può osservare oltre alle macchie solari anche le facole ai bordi. Anche qui bisogna parlare dello star test dato che non si può intervenire sulla collimazione. L'immagine stellare mostra che l'obbiettivo è collimato però si notano anche alcune aberrazioni come quella cromatica e quella sferica (la prima non è pronunciata mentre purtroppo la seconda abbastanza). Le stelle a fuoco si mostrano come dischetti con un anellino attorno. Tutto sommato è un telescopio onesto per iniziare.


Meccanica: il fuocheggiatore a pignone e cremagliera da 1,25" è in plastica! Eppure si tratta di una plastica molto dura e non ha mai fatto scherzi neanche caricandoci accessori pesanti. Il movimento è tutto sommato buono, anche se fuocheggiare a 140x è difficile. Incastonata nel fuocheggiatore c'è una bussola: carina da vedersi ma funziona solo quando il tubo è orizzontale. Il tubo internamente è ben opacizzato mentre esternamente ha una bella verniciatura blu oltremare di qualità. L'obbiettivo ha un trattamento antiriflesso celestino ed è inserito all'interno di una cella in plastica che è un tutt'uno con il paraluce, almeno io non sono riuscito a dividerli!

Utilizzo: il telescopio è venduto insieme ad una montatura altazimutale a forcella, che risulta inadeguata. I problemi sono da ricercare non solo nel treppiede troppo leggero, che rende impossibile osservare se c'è del vento, ma anche nella progettazione stessa della montatura. Il movimento azimutale tutto sommato è buono mentre quello in altezza proprio no, e costringe o ad osservare con il movimento sbloccato oppure con il movimento bloccato per mezzo di una manopola; non esiste in altre parole una frizione del movimento in altezza. Questo non sarebbe un problema in un telescopio perfettamente bilanciato, purtroppo una volta che si monta un diagonale ed un oculare di quelli buoni il telescopio risulta pesantemente sbilanciato verso il posteriore e la montatura, ripeto, non permette margine di intervento sul baricentro. Non resta che inventarsi qualcosa: io ho optato per dei pesi da un etto l'uno da attaccare quasi in cima al tubo, in numero variabile a seconda delle esigenze, che riescono a bilanciare correttamente il telescopio. Ora il telescopio, se lo si lascia, non si impenna più ma rimane fermo dov'è, e si può usare con i movimenti altazimutali liberi. I tempi di acclimatamento del telescopio di fatto sono nulli, in pochi minuti il telescopio è pronto per l'osservazioni; questo ne fa un telescopio adatto per osservazioni istantanee. Non ho mai avuto particolari problemi con l'umidità. Puntare il telescopio su un certo oggetto, soprattutto se è una stella poco luminosa e lontana da stelle appariscenti può essere molto complesso a causa dell'indecente cercatore (presumo 5x24), tra l'altro inutilmente lungo, il quale restituisce una pessima immagine.

Trasporto, montaggio, ingombro: ecco i punti di forza dell'Heyford. Il tempo di montaggio è pari a zero essendo sempre pronto all'uso, basta inserire diagonale ed oculare. Il trasporto è piacevolissimo potendo essere spostato solo con una mano, prendendolo per il treppiede; l'insieme infatti è leggerissimo. Nessun problema neanche a caricarlo in auto, entra bene nel bagagliaio. L'ingombro complessivo non è così ridotto per un telescopio da 60 mm, però con il treppiede tutto chiuso non è che intralcia più di tanto, soprattutto se uno posiziona il tubo quasi in verticale.