giovedì 18 luglio 2019

Eclissi parziale di Luna da Piazzale Michelangelo a Firenze - 16/07/19

In occasione dell'eclissi parziale di Luna ho deciso di andare a Firenze per trascorrere la serata insieme al mio amico astrofilo Roberto Mugnaini, dalla splendida cornice di Piazzale Michelangelo. Da qui si può vedere tutta Firenze, da Ponte Vecchio alla cupola del Brunelleschi: è un panorama mozzafiato.


Sono arrivato sul posto con un po' di anticipo, soprattutto per riuscire a trovare parcheggio e poi, in attesa del sorgere della Luna, me la sono presa comoda, godendo insieme a mia moglie di un tramonto indescrivibile a parole, che solo una fotografia può raccontare. Ad assistere c'erano centinaia di persone, ennesima dimostrazione dell'irresistibile arcana attrazione che noi uomini proviamo sin dall'antichità nei confronti del Sole e della Luna.


Verso le 21 ho iniziato a montare l'Intes-Micro MN 68 e fin da subito, vedendo quello strano tubo, le persone hanno iniziato ad avvicinarsi. Dopo un po' ci ha finalmente raggiunto Roberto, con un fantastico Celestron C8 HD ed essendo ormai sorta la Luna abbiamo iniziato l'osservazione dell'eclissi.


Devo ammettere che non sono tanto avvezzo a questo tipo di serate, per mia sfortuna ho un animo piuttosto solitario. Però sono esperienze che ti trasmettono grandi emozioni, perchè quando vedi tante persone di varia nazionalità in fila per assistere allo spettacolo offerto dalla natura, quando vedi lo stupore e la felicità nel loro sguardo dopo aver osservato all'oculare, ti emozioni anche tu e capisci che l'astronomia è una passione che ci unisce tutti senza distinzioni, è una scienza che ha sempre affascinato l'uomo fin dai primordi. Il desiderio dell'uomo di guardare le stelle travalica lo spazio ed il tempo ed è connaturato al suo stesso essere.


L'eclissi, che ha raggiunto il suo apice alle 23:30, non ha certo deluso e l'ombra terrestre ha oscurato di molto la superficie lunare, lasciando scoperta soltanto una falce con le punte rivolte verso l'alto. Ho osservato la Luna a 64x, in modo da godere di una visione ampia e ariosa. Dopo aver mostrato i pianeti visibili ad occhio nudo i presenti ci hanno praticamente costretto a puntare anche Giove e Saturno, osservati a 243x: purtroppo il piazzale asfaltato anche dopo il tramonto del Sole era bollente e rilasciava ondate di calore ascensionale, le quali non hanno consentito nè a me nè a Roberto di effettuare osservazioni nitide, tuttavia non sono mancati momenti di minore turbolenza ed i dettagli principali dei pianeti erano comunque visibili. Grandi emozioni hanno suscitato gli anelli di Saturno e i satelliti galileiani di Giove.  Abbiamo anche osservato alcune stelle doppie, tra cui non poteva mancare Albireo quasi allo zenit, ma anche Izar, al contrario poco sopra l'orizzonte. I presenti poi hanno fatto a gara per riuscire a scorgere ad occhio nudo Alcor e hanno ascoltato con grande curiosità spiegazioni riguardanti la Luna e più in generale la volta stellata. Grande meraviglia ha suscitato il doppio passaggio della ISS nel corso della serata. Le persone continuavano ad arrivare e poi ti accorgi che è già l'una e mezzo di notte! A quel punto, mezzi congelati a dire il vero, rimettiamo i telescopi, io e Roberto ci salutiamo con un amichevole abbraccio, e si riparte verso casa.

giovedì 27 giugno 2019

Il tempio del vento - 26/06/19 e 27/06/19

Nella mia continua ricerca di un perfetto luogo di osservazione, questa volta il mio nomadismo mi ha condotto nelle montagne sopra Sanguineto, frazione di Tuoro sul Trasimeno il cui nome ricorda il massacro dell'esercito romano perpetrato da Annibale. La strada per raggiungere questo posto, distante una ventina di minuti di auto da casa mia, nell'ultimo tratto è abbastanza impervia in quanto sterrata e sdrucciolevole, con tornanti strettissimi e precipizi oltre il ciglio. Già arrivare in questo luogo è un'avventura, tuttavia i rischi sono ben ponderati: si arriva su un'altura che domina tutta la piana e il lago. È un luogo quieto, non ci sono persone nè animali, così nel frinire dei grilli attendo quel buio così agognato, che però non arriva mai, data la vicinanza col Solstizio. Allora mi guardo intorno e sul finire della sera, mentre le stelle si accendono una ad una, i grilli cessano il loro canto e per magia compaiono centinaia di lucciole. Nella natura c'è equilibrio, infatti queste luci sulla Terra ricordano quelle del cielo. Scesa la notte il colle cade sotto il dominio del vento, che soffiando, gemendo e fischiando copre ogni altro suono e così per tutta la notte, senza posa. Per questo ho soprannominato questo magico luogo "il tempio del vento".


Il telescopio che ho usato per osservare meraviglie del cielo profondo troppo a lungo obliate è stato il mio amatissimo Dobson 250/1250, con la novità costituita dalla prova del nuovo oculare Baader Morpheus 9 mm. La temperatura e l'umidità sono rimaste abbastanza stabili nel corso della serata, passando rispettivamente dai 27° e 41% alle 22:30 ai 24° e 45% alle 02:00. Ho osservato utilmente per tre ore, dalle ore 23:00 fino alle ore 02:00; poi il chiarore lunare ha decretato la fine delle osservazioni. L'inquinamento luminoso è accettabile considerando la vicinanza da casa: in particolare ad Est la cittadina di Tuoro, che fortunatamente rimane nascosta dietro le colline, schiarisce un po' il cielo, mentre la benefica presenza del Lago Trasimeno garantisce l'assenza di ulteriori luci. Oltre il lago, in lontananza, Castiglion del Lago e le sue luci. A Nord boschi e montagne a non finire. La Via Lattea estiva era ben definita e fitta di stelle. Una nota positiva è stata la visuale libera a Sud fino alla linea dell'orizzonte, che permette la visione anche delle costellazioni australi che fanno capolino.

NGC 3077: ogni volta ho il rimpianto di non dedicare attenzioni al cielo del Nord, così seppur brevemente ho osservato una carrellata degli oggetti più noti. Purtroppo molte delle seguenti galassie sono state osservate poco dopo il crepuscolo, in condizioni non ancora ottimali. Cominciando dall'Orsa Maggiore, quella in oggetto è una galassia ellittica peculiare a causa delle nubi di polveri in prossimità del nucleo, che è peraltro particolarmente attivo. A 139x appare di media luminosità e dimensioni, con un alone incerto che pare allungato. Gli stessi ingrandimenti sono stati utilizzati anche per tutte le ulteriori galassie.
M81: questa galassia a spirale è la capostipite del relativo gruppo galattico, che comprende fra le tante anche la galassia precedente e quella successiva. M81 è ampia e brillante, di forma ovale. Due stelline a destra paiono debolmente immerse nell'alone della galassia
M82: una galassia molto luminosa, sottile ma non troppo, proprio come un sigaro, da cui prende il nome. L'interazione gravitazionale con M81 ne ha causato una deformazione e anche all'oculare in visione distolta si possono osservare le linee trasversali scure che la attraversano. Da notare che sia M81 che M82 sono già visibili al cercatore ottico 12x60.
M108: una galassia sottile e allungata, che ricorda un fuso. È abbastanza estesa, seppur non particolarmente brillante. Dal nucleo emerge una stellina.
M97: questa nebulosa planetaria mi è sempre apparsa ostica. Di aspetto è perfettamente circolare e, per questa tipologia di oggetti, estesa.  Usando 139x e un filtro OIII nella zona in alto a destra compaiono dei chiaroscuri. Stellina luminosa in basso a sinistra.
M109: si tratta di una galassia a spirale barrata, che anche all'oculare dà la sensazione di guardarla quasi frontalmente. Il nucleo ha la forma di un occhio o doppio ogivale. Ci sono alcune stelline immerse nella galassia, di cui una vicina e a sinistra del nucleo, una in alto e una in basso a sinistra. In distolta si intravedono i bracci della spirale. Buone dimensioni.
M101: la Galassia Girandola è distante appena 19 milioni di anni luce, ma essendo una galassia a spirale vista proprio di fronte la sua luminosità superficiale si distribuisce su una vasta area e per questo non è poi così facile osservarla. A 139x però si vedono chiaramente i bracci della spirale! È enorme, ma come dicevamo non molto luminosa. La sua nebulosità non è netta, anzi ha un aspetto molto soffice e sfumato. Stelline in alto a sinistra e in alto rispetto alla galassia.
M51 e NGC 5195: è una coppia di galassie interagenti indescrivibile, situata nella costellazione dei Cani da Caccia. Dal nucleo di M51, brillante e di forma ovale, si diparte una netta spirale avvolgente; questa termina in un sottile ed evanescente lembo che la collega a NGC 5195, una piccola galassia di aspetto circolare e dal nucleo brillante e puntiforme. Nel complesso è una meraviglia.
M63: questa galassia a spirale appare all'oculare di forma ovale, di media estensione e discretamente luminosa. La particolarità del nucleo si evidenzia in una certa disomogeneità dello stesso. C'è una stella in alto a sinistra proprio sull'orlo dell'alone galattico. Con  la visione distolta aumenta la nebulosità marginale.
M94: un'ulteriore galassia a spirale, che si presenta come una sagoma ellittica di media grandezza; al contempo però è molto brillante, specialmente nel nucleo.
NGC 4490 e NGC 4485: una coppia di galassie, la prima a spirale barrata e la seconda irregolare, davvero ravvicinata. NGC 4490 possiede dimensioni di circa il doppio rispetto all'altra, mostra un nucleo luminoso e mi ha dato l'impressione di assomigliare ad un classico disco volante. NGC 4485 presenta anch'essa fattezze allungate. Sono inclinate l'una verso l'altra.
M106: che bellissima galassia a spirale! La sua sembianza è allungata, bombata e luminosa. Fin da subito ricorda la Galassia di Andromeda.
NGC 4244: dal momento che questa galassia a spirale barrata è posizionata quasi perfettamente di taglio rispetto a noi osservatori sulla Terra, quello che possiamo vedere è un ago sottile, di una lunghezza che pare interminabile. Solo il nucleo sembra leggermente più spesso del resto della galassia.
M3: nulla poteva concludere in modo migliore la mia incursione nei Cani da Caccia, se non questo incredibile ammasso globulare, uno dei più belli dell'emisfero boreale a mio giudizio. Ho tentato l'accoppiata Baader Morpheus 9 mm con la Barlow Tele Vue 2x, che si è rivelata molto ben riuscita, ottenendo 278x, ingrandimento utilizzato anche per gli oggetti di seguito elencati. L'ammasso globulare è sicuramente ricchissimo di stelle luminose. L'alone si dipana secondo molteplici direttrici. Il nucleo invece pare risolversi in visione diretta, ma è solo un'illusione: passando in distolta infatti si illumina di molto e si palesano tantissime altre stelle.
M5: è il re di tutti gli ammassi globulari, semplicemente sopravanza di una spanna tutti gli altri. Si trova nella Testa del Serpente. Il campo dell'oculare è colmato da un tripudio di finissime stelle. È denso di stelle oltre ogni umana immaginazione. Il nucleo è molto compatto, quasi nebuloso a causa dell'elevata densità stellare, che nell'alone degrada lentamente verso l'esterno.
M13: mi sono quasi spezzato il collo per riuscire ad osservare il grande ammasso globulare in Ercole, praticamente allo zenit. Una visione fugace ha rivelato un oggetto ricchissimo di stelle, molto grande e luminoso. Però c'è qualcosa che mi fa comunque preferire M5 a tutti gli altri ammassi globulari. Comunque sia è stato emozionante osservare in rapida successione questa triade di ammassi globulari, che a ragione possono essere definiti i più magnifici del cielo settentrionale. A questo punto è arrivata un'auto, con un coppia che abitava nei pressi: superata la diffidenza iniziale abbiamo fatto amicizia ed abbiamo osservato i pianeti. Sono stati così contenti e gentili da regalarmi due buonissimi aglioni della Valdichiana: oggi ci ho cucinato una pomarola con pomodoro coltivato da me e vi assicuro che il sugo era prelibato!
M4: eccomi, finalmente dopo tanto tempo mi accingo ad osservare nuovamente gli oggetti incantevoli situati in queste costellazioni, iniziando il mio percorso dallo Scorpione. Qui troviamo questo ottimo ammasso globulare, la cui visione è stupefacente se consideriamo l'esigua altezza rispetto all'orizzonte. In effetti è uno degli ammassi globulari più grandi e più vicini a noi. Non appare esageratamente denso di stelle, che in prossimità del nucleo hanno una disposizione a croce. Data l'altezza ho diminuito gli ingrandimenti a 250x.
M80: questo ammasso globulare è particolare, perchè pur essendo piccolo possiede una buona brillantezza. Inoltre è estremamente denso di stelle, come si può apprezzare soprattutto in visione distolta. Al suo interno sono state scoperte molte cosiddette stelle vagabonde blu, che differiscono per luminosità dalle altre dell'ammasso e che si ritengono il frutto della fusione di due stelle. La grande quantità di stelle ammassate in questa classe di oggetti  è sicuramente la causa del verificarsi di tali fenomeni. 250x.
NGC 6453: dopo aver verificato la correttezza della posizione, a meno che non abbia commesso errori, a 139x questo ammasso globulare assomiglia quasi più ad un ammasso aperto ed è composto da uno sparuto raggruppamento di stelle.
M7: quale modo migliore di inaugurare l'osservazione degli ammassi aperti che questa magnifica coppia? A 52x riempie per intero il campo dell'oculare. Le copiose stelle che lo compongono variano per brillantezza, ma nel complesso sono luminose. C'è un asterismo che ricorda la costellazione di Orione in miniatura; altri due asterismi invece formano due linee rette di stelle perpendicolari fra loro.
M6: questo ammasso aperto di primo acchito forse è meno impressionante di M7, tuttavia le stelle sono molto brillanti e la loro disposizone ricorda l'immagine di una farfalla, con quattro ali e le antenne. Peccato per la scarsa elevazione, perchè è un oggetto notevole. 52x.
NGC 6441: stupisce la visione a 250x di questo piccolo, nebuloso e compatto ammasso globulare, così vicino alla stella G Scorpii, con anche un'ulteriore stellina nelle immediate vicinanze. Mi è venuto subito in mente il Fantasma di Mirach.
NGC 6704: spostiamoci adesso nello Scudo, dove troviamo questo modesto ammasso aperto, composto da stelle fine, la cui disposizione ricorda la conchiglia di un Nautilus. È una piacevole visione a 139x.
M11: il Morpheus si è comportato egregiamente in ogni tipo di osservazione, ma su questo ammasso aperto ha dato il suo meglio, restituendo un'immagine di indicibile bellezza grazie al suo ampio campo apparente. A 139x un numero sterminato di stelle riempiono il campo fino ai bordi più remoti. Al centro, stelle brillanti si addensano come tanti grappoli d'uva: ogni stella un acino. Visione fantastica.
NGC 6683: un piccolo ammasso aperto collocato in una bolla di cielo vuoto, o forse sarebbe più corretto dire meno gremito di stelle rispetto alla zona circostante. Le deboli stelline che lo compongono sembrano moltiplicarsi in visione distolta, conferendogli quindi un aspetto nebuloso. 139x.
NGC 6712: ho osservato a 250x l'ammasso globulare in questione, di debole luminosità, nebuloso e di scarse dimensioni. In distolta si riescono a risolvere alcune stelle.
M26: è un ammasso aperto composto da un numero di stelle non esagerato, peraltro di dimensioni relativamente modeste. Tuttavia è molto curioso perchè sembra di guardare il muso di un elefante: le stelle mimano gli occhi, la proboscide e le orecchie di un pachiderma. 139x.
NGC 6664: ammasso aperto in cui le stelle presenti in media quantità si disperdono in un'area piuttosto estesa. 139x.
NGC 6649: un ammasso aperto composto da un gruppetto di stelle, tra cui a 139x spiccano un paio per luminosità.
GIOVE: una prima osservazione a 250x ad inizio serata, in attesa che facesse buio, mi aveva fatto capire che il seeing della serata era buono, seppure il pianeta fosse ancora troppo basso. Comunque ho fatto bene ad osservarlo, perchè ho visto la Grande Macchia Rossa nel bordo in alto a sinistra del disco, che stava ormai scomparendo. A mezzanotte il vento disturbava non poco le osservazioni, anche perchè il Dobson prestava il fianco proprio alla direzione del vento e si creava un effetto vela che peggiorava la situazione. Tra una raffica e l'altra ho potuto apprezzare a 278x: un Polo Sud con varie sfumature di colore; la SEB sottile ma netta e dettagliata; la NEB ben spessa, di un colore mattone, con delle frastagliature arzigogolate. Non solo, si discernevano chiaramente anche diversi festoni, che erano addossati alla NEB. Se il diametro generoso consente un'ottima saturazione dei colori, quello che rammarica è quel filo di eccessiva luminosità che tende a bruciare i dettagli. Il rimedio sarebbe ingrandire, ma non sempre ciò è possibile e questo è uno dei motivi del perchè nell'osservazione planetaria è bene privilegiare diametri intermedi.
SATURNO: osservato a 278x alle ore 02:00, appena prima di tornare a casa. Ancora mi emoziono come la prima volta, non riesco ad abituarmi ad un tale spettacolo. La Divisione di Cassini  tra gli anelli A e B è perfettamente tracciata, mentre l'anello C è visibile con grande attenzione sulle anse interne. Il disco appena sotto agli anelli presenta una banda color crema, mentre scendendo acquisisce una tonalità ocra. Gli anelli sono inclinati in una maniera incredibile, addirittura per un pelo si vede il bordo esterno di quelli che passano dietro al pianeta.

Il desiderio di puntare il telescopio proprio al centro della Via Lattea però era troppo forte, così il giorno successivo mi sono nuovamente recato ad osservare. Le condizioni erano molto diverse da quelle del giorno prima, perchè ero un po' più stanco e soprattutto l'aria era irrespirabile. Alle 22:30 la temperatura era di 27° e l'umidità del 48%, valori che alle 02:00 erano diventati 23° e 62%. Anche in questa sessione ho osservato per circa tre ore, dalle 23:00 alle 02:00.  Complice la maggiore umidità il cielo ha fatto più fatica a scurirsi e la notte sembrava non scendere mai. A inizio serata ero lì che boccheggiavo, cercavo gli oggetti e non li trovavo: avete presente quando la serata va per il verso sbagliato? Poi l'ho sentita: una leggera brezza, che ha spazzato via quella calura e ha schiarito i miei obnubilati pensieri. La divinità del luogo, ovvero il vento, era venuta in mio soccorso e mi ha permesso di trascorrere un'altra quieta serata sotto la volta stellata.

M53: ancora una volta ho iniziato ad osservare per sfinimento, nonostante il cielo non fosse ancora perfettamente buio. Prima di godermi il Sagittario ho deciso di completare il mio veloce giro delle costellazioni settentrionali con la Chioma di Berenice. In queste condizioni a 250x l'ammasso globulare, di medie dimensioni e luminosità, appare nebuloso. Tuttavia in visione distolta vi è una notevole risoluzione delle stelle che lo compongono. Una stella  luminosa è posizionata in basso a sinistra.
M64: è una galassia a spirale molto interessante, perchè le regioni esterne ruotano in direzione contraria a quelle interne; si pensa che ciò sia dovuto alla collisione ed alla conseguente fusione con una piccola galassia. A 139x mostra una discreta estensione e brillantezza e una forma ellittica. Sotto il nucleo ovalizzato è osservabile, in visione distolta, la banda scura di polveri che le conferisce il nome "Occhio Nero".
NGC 4565: una galassia stupenda, purtroppo osservata in condizioni deprecabili sia per il buio che non arrivava sia per il fatto che era ormai declinante verso Ovest. Per queste ragioni non sono stato in grado di raggiungere i risultati osservativi ottenuti in passato, quando riuscì ad osservare la banda di polveri. È una galassia a spirale simile alla Via Lattea, collocata proprio di taglio. A 139x è un ago lungo e sottile, rigonfiato in prossimità del nucleo. In visione distolta otteniamo un minimo miglioramento.
NGC 4494: galassia ellittica osservata ai medesimi ingrandimenti, di media grandezza e luminosità. Il nucleo appare più luminoso. Ho avuto la sensazione di percepire un contorno irregolare, ma verificando le foto e le mie precedenti registrazioni credo di aver avuto un'erronea percezione.
IC 4665: meraviglioso ammasso aperto in Ofiuco. A 42x non riesco ad abbracciarlo per intero, date le sue immense dimensioni; forse un grosso binocolo è lo strumento migliore per apprezzarlo appieno. È composto da un gran numero di stelle, alcune molto brillanti, di differente grandezza e colore. Questo ammasso è di interesse scientifico in quanto è relativamente distante dal piano galattico, su cui normalmente sono collocati gli altri ammassi aperti.
NGC 6633: a 52x possiamo osservare un ammasso aperto molto esteso che riempie il campo dell'oculare. È caratterizzato da una buona densità stellare, con alcune componenti molto brillanti. Al margine superiore una stella brillante corona tutto l'ammasso.
IC 4756: dal Serpentario al Serpente, troviamo un notevole ammasso aperto di stelle. A 42x stelle luminose in copiosa quantità si stipano a difficoltà nel campo inquadrato. Al centro una inequivocabile disposizione stellare disegna la coda di una sirena che emerge dall'acqua!
NGC 6625: qui comincia il mio viaggio verso il centro galattico, con questo esteso ammasso aperto nello Scudo osservato a 52x. Non è granchè, essendo costituito da un gruppetto di 6/7 stelle maggiormente luminose immerse in un discreto campo stellare.
NGC 6604: tornando nel Serpente, un bell'ammasso aperto con una struttura a triangolo rivolto verso il basso, forma che richiama alla mente il simbolo alchemico dell'acqua e della donna. Catene di deboli stelline giacciono al suo interno. 52x.
M16: quanto tempo che non osservavo la Nebulosa Aquila, una celeberrima nebulosa ad emissione con annesso ammasso aperto. L'Hubble ci ha regalato indimenticabili immagini dei "Pilastri della Creazione", nubi di gas e polveri, vere e proprie fucine di nuove stelle. Il contorno di stelle forma la sagoma di un diamante. A 139x con un filtro UHC disposta orizzontalmente è visibile un'ampia nebulosa nella parte centrale. Al di là di questa zona più netta, una diffusa nebulosità circonda debolmente tutte le stelle dell'ammasso.
NGC 6605: un minuto ammasso aperto con un asterismo di cinque stelle disposte in linea retta. 52x.
M17: con quell'umiltà che ti insegna solo il tempo passato dall'ultima volta che ho affrontato l'infinito mare di stelle del Sagittario, entro in questa costellazione e inizio a scorgerne i tesori ivi racchiusi. E subito l'oggetto più bello di tutti, almeno a mio parere: la Nebulosa Cigno. A 139x con il filtro UHC non c'è nulla da immaginare. La nebulosa ad emissione è lì, in tutto il suo immenso splendore. La somiglianza con un cigno è innegabile: la testa, il collo ricurvo, l'ala ripiegata, la coda; anche i chiaroscuri nella nebulosa sembrano assecondarla, specialmente sull'ala. E poi una stellina proprio sul becco, altre due sul collo! Altre porzioni di nebulosa, meno appariscenti, risultano posizionate in alto a sinistra e in alto a destra rispetto alla nebulosa principale.
M18: si tratta di un ammasso aperto di modeste dimensioni, le cui stelle presentano una buona luminosità. È consigliabile osservarlo a bassi ingrandimenti per godere del ricco campo stellare circostante. 52x.
NGC 6603: è un ammasso aperto molto strano, che si trova all'interno della nube stellare del Sagittario. Risulta molto denso e compatto, e per di più è anche debole. A 250x si risolve completamente: una linea retta verticale di stelle al centro lo divide  in due parti. Le stelle che ne fanno parte sono di debole magnitudine.
M24: la nube stellare del Sagittario, un enorme conglomerato di stelle, è già un oggetto eccezionale se osservata con un binocolo 10x50. Le stelle più luminose conferiscono un profilo pentagonale alla nube. Neanche scendendo a 42x si riesce a contenerlo nella sua interezza. Le stelle sono incredibilmente fitte e fine. Fantastica visione.
NGC 6590, NGC 6595 e NGC 6589: ho controllato e ricontrollato la posizione di questa coppia di nebulose a riflessione e con una ragionevole certezza posso dire di averle scorte, anche riconfrontando i miei schizzi con le foto. Entrambe sono visibili come una piccola aura circolare: NGC 6590 e NGC 6595 attorno ad una stellina, mentre NGC 6589 attorno ad una coppia di stelline. Mi sono dimenticato di annotare gli ingrandimenti, ma mi ricordo per certo di aver utilizzato un filtro nebulare. Ricordiamo che le nebulose a riflessione, come dice il nome, si limitano a riflettere la luce delle stelle vicine; le nebulose a riflessione invece emettono loro stesse luce in quanto i gas vengono eccitati dalla radiazione emessa dalle stelle. Per questa ragione le nebulose a riflessione sono più difficilmente osservabili rispetto alle altre.
NGC 6507: ammasso aperto di stelle osservato a 52x, che in realtà si compone di due gruppi di stelle. Il gruppo superiore in alto conta 4/5 stelle disposte a mezzaluna, invece il gruppo inferiore è composto da un maggior numero di stelle messe a mo' di culla. Mi ha colpito molto questa conformazione, mi ha fin da subito ricordato il Disco di Nebra, con la luna e la barca solare sottostante.
M23: questo ammasso aperto è una rara meraviglia. A 52x è possibile vedere in basso a sinistra una stella luminosa, gialla se non ricordo male: è un seme, da cui parte una linea ondulata di stelle, che ricorda invece uno stelo. Quest'ultimo termina in un grande raggruppamento di stelle, che formano come tanti petali. Il tutto ricorda moltissimo un fiore di Loto. Ottima la brillantezza delle stelle.
M25: anche questo ammasso aperto è molto bello. Agli stessi ingrandimenti è possibile racchiudere nel campo in basso tre stelle luminose, mentre l'ammasso vero e proprio si posiziona in alto a sinistra rispetto ad esse. Concentrandoci sull'ammasso notiamo stelle più fine al centro, mentre le stelle più grandi si trovano lungo il perimetro esterno.
CR 394: questo e il successivo ammasso aperto, entrambi osservati a 52x, si trovano in plaga celeste ricca di stelle, quindi non è semplice distinguerli dal campo stellare in cui sono immersi. Questo è un ampio ammasso aperto con stelle di media brillantezza, non esageratamente ricco.
NGC 6716: anche questo ammasso aperto è costituito da un numero di stelle nella media, ma a differenza del precedente sono maggiormente ravvicinate e conseguentemente anche l'ammasso risulta più piccolo.
NGC 6717: un ammasso globulare davvero peculiare, molto vicino ad una stella, rispetto alla quale rimane in alto a sinistra. A 250x non è molto più grande della stella. È un oggetto debole, in visione distolta emergono soltanto una manciata di stelle.
M22: di tutt'altro tenore questo ammasso globulare, enorme e molto luminoso. L'alone si disperde a raggiera in tutte le direzioni. Il nucleo ha un aspetto nebuloso, ma la risoluzione in stelle migliora in visione distolta. 250x. È uno degli ammassi globulari più luminosi del cielo, anche in virtù della sua vicinanza con la Terra, e la sua particolarità è quella di ospitare al suo interno una nebulosa planetaria.
NGC 6638: ammasso globulare estremamente piccolo e di aspetto nebuloso. 250x.
M28: ammasso globulare di media grandezza e buona luminosità. Si presenta nebuloso, ma la visione distolta ne migliora moltissimo la visione, accendendo tante finissime stelline.
M21: ammasso aperto osservato a 52x. Media densità stellare. Immerso in un piacevole campo stellare.
M20: è la notissima Nebulosa Trifida, una nebulosa ad emissione che trae il proprio nome dal sistema di canali che la attraversano, dividendola in tre parti. A 139x con filtro UHC i canali sono molto evidenti, soprattutto in visione distolta. La nebulosità è molto ben delineata. Proprio al centro c'è una coppia di stelle. Nel complesso è ampia e brillante, sicuramente un oggetto meraviglioso.
M8: non da meno è la Nebulosa Laguna, osservata ai medesimi ingrandimenti ma con filtro OIII. Ci sono varie aree di nebulosità. Una prima è in basso, in prossimità di una stella. Una seconda più importante nebulosa è a sinistra attorno ad un gruppo di stelle. Appena sopra ad essa il Ponte di Herschel, un canale scuro molto netto che divide le due parti principali della nebulosa. Sopra di esso, come accennavamo, un'ulteriore intensa nebulosità, alla cui destra troviamo un ammasso aperto con stelle brillanti. Sopra quest'area un'ulteriore nebulosità, più tenue. Rispetto a M20 è sicuramente più estesa. Una visione davvero fantastica.
NGC 6544: piccolo ammasso globulare, di medio-bassa luminosità. A 250x rimane nebuloso e si risolve di poco in distolta.
NGC 6553: ammasso globulare appena più grande del precedente, ma allo stesso tempo più debole. Sembra quasi non risolversi minimamente, nonostante i 250x. Una stellina è in basso a sinistra vicino all'alone.
M70: un ammasso globulare di scarse dimensioni e brillantezza, contorniato da diverse stelline. Il nucleo risulta decisamente più luminoso dell'alone. 250x.
BOLIDE: alle ore 02:00 esatte ho osservato un bolide in direzione Nord-Ovest, che è passato proprio davanti al Carro dell'Orsa Maggiore, lasciando una scia in cielo prima di dissolversi!
GIOVE: osservato a inizio serata, sempre nell'attesa che facesse buio. Non ho preso appunti, ma un seeing eccelso mi ha dimostrato che in condizioni ottimali avere un buon diametro a disposizione conta eccome! In particolare mi ha estremamente colpito l'incisione della Banda Temperata Settentrionale, un sottile filo marrone teso sulla chiara Zona Temperata Settentrionale. 250x.
SATURNO: osservato a fine serata a 278x. Ero abbastanza provato e mi stavo gustando giusto un attimo il rilassante piacere di osservare questo pianeta. L'immagine era ottima, anche se il seeing mi sembrava leggermente peggiorato rispetto a inizio serata. Già un po' di tempo prima un cinghialino era venuto a farmi compagnia, poi ci si è messa pure una volpe a scorrazzarmi intorno! Così si sono concluse le mie osservazioni.

lunedì 10 giugno 2019

Osservazioni dal balcone (pt.1) - 09/06/19

Anche se ultimamente sono stato un po' pigro e non ho scritto molto, in realtà ci sono state alcune novità, prima fra tutte la nuova strumentazione per osservazioni dal balcone della mia abitazione. Vi racconto la serata osservativa di ieri, non tanto per le osservazioni condotte nè per gli appunti presi, tutto sommato modesti, quanto per il seeing eccelso che mi ha rassicurato moltissimo sulle scelte fatte.
Per osservare ho utilizzato il mio nuovo piccolo gioiellino, un Maksutov-Cassegrain  Bresser 127/1900 f/15, montato su di una montatura altazimutale Sky-Watcher AZ4. In attesa che mi arrivi il Baader Morpheus da 9 mm e 76° che ho ordinato, come oculare mi sono dovuto accontentare di un TS Super Plossl 9 mm 52°: in confronto è come guardare dal buco della serratura, tuttavia la qualità ottica è più che buona. Quando non diversamente specificato ho usato tale oculare, che fornisce quello che ritengo un ingrandimento massimo ottimale per il telescopio, ovvero 211x. Nelle descrizioni considerate l'inversione orizzontale dell'immagine.
La serata era torrida ed il seeing era qualificabile nel livello 8 della scala di Pickering B, con una percezione di dettagli fini che in alcuni momenti era fantastica.
La regina della serata è stata senza dubbio la Luna, a cui ho dedicato la maggior parte del tempo. Anzi, direi che mi sono completamente perso tra i suoi mari, monti e crateri, relegando l'approccio più scientifico soltanto alla parte finale dell'osservazione. 
Quindi ho descritto le mie impressioni limitatamente ad un numero esiguo di formazioni lunari, cominciando da Aristoteles. Sebbene abbia una preferenza per Platone, in filosofia come sulla Luna, devo ammettere che il cratere in questione è notevole. La prima cosa che colpisce lo sguardo sono i versanti esterni del cratere, scoscesi con un motivo a raggiera. Adagiati sul bordo superiore giaciono due piccoli crateri, mentre continuando sul bordo a destra troviamo una notevole frattura del suolo. All'interno sono visibili tre craterini disposti a triangolo. La parte sinistra del cratere è in ombra, ma emerge un picco isolato. Impressionanti i terrazzamenti interni al cratere, nella parte destra. Spostandoci a destra, ancora oltre il cratere Egede, c`è una grande area costellata di piccoli monti e crateri: il terminatore creava un gioco di luci incredibile, sembrava di sorvolare un fitto boschetto di alberi.
Mare Serenitatis.  L'inizio è stato sconfortante, perchè non sono riuscito ad osservare la Rima Calippus, evidentemente al di là delle possibilità offerte dal telescopio. Ma da qui in poi è stato un vero spettacolo. Ho registrato i craterini visibili e posso affermare con certezza di essere riuscito ad osservare quelli del seguente elenco: Linne F, B, D e A (quest'ultimo si vedeva chiaramente ma a tratti, in dipendenza delle fluttuazioni del seeing). Luther, Posidonius N, Bessel D e H, Sarabhai, Deseilligny, Bessel, Bobillier, Sulpicius Gallus. Considerate che alcuni di questi crateri sono catalogati da Virtual Moon Atlas come alla portata di un telescopio riflettore di almeno 200 mm. Ma non finisce qui, pensate che non tanto come crateri definiti bensì come semplici variazioni di albedo superficiali di forma circolare, collocati sopra le ultime due formazioni citate, si vedevano distintamente anche Bessel F e G: vengono dichiarati alla portata di un riflettore di 500 mm di diametro! Bisogna anche menzionare il sistema di dorsali che attraversano tutto il mare, davvero imponenti.
Rima Ariadaeus. È un lunghissimo solco sulla superficie selenica, quasi interminabile. Inizia dal cratere Ariadaeus da cui prende il nome e termina in prossimità della Rima Hyginus, ben visibile proprio in prossimità del terminatore. In realtà le due rime sono collegate da un solco di raccordo, che però non risultava visibile all'oculare.
Maurolycus. Si tratta di un cratere magnifico, ricco di dettagli. Nella parte interna erano visibili i principali craterini, cioè M, J, L e N. Al centro di tutto un monte, per metà illuminato. La parte sudoccidentale del cratere rimaneva nascosta sotto una cortina d'ombra, che aveva una curiosa forma a fagiolo. Molto contrastato il cratere A sul bordo inferiore. Il dettaglio più soddisfacente che era possibile discernere è stata la finissima superficie butterata di micro crateri che si trova in prossimità del cratere N.
Epsilon Bootis (Izar): attualmente sono in attesa anche di un cercatore ottico angolato che mi permetta di portare l'osservazione di stelle doppie ad un altro livello. Fortunatamente fra le stelle visibili ad occhio nudo vi sono dei veri gioielli, tra cui la "pulcherrima". A 211x restituiva una magnifica immagine. La principale mostrava un bel colore giallo leggermente aranciato, mentre la secondaria, di dimensioni circa quattro volte minore, aveva un colore celeste ghiaccio. Un contrasto di colori molto vivido. Questo telescopio, causa la sua pronunciata ostruzione, crea immagini stellari con almeno due cerchi di diffrazione, a seconda delle condizioni del seeing. Qui la compagna giaceva sul secondo anello di diffrazione della primaria, mentre il tenue anellino della secondaria era tangente al primo anello. Quando si creano queste condizioni di prossimità tra componenti l'osservazione ne guadagna molto in termini di spettacolarità. Per chi è interessato ho postato un disegno nell'apposita sezione del blog.
Zeta Ursae Majoris (Mizar) e 80 Ursae Majoris (Alcor). Chiude la serata un'osservazione a 100x del sistema triplo in questione. Gli ingrandimenti sono sufficienti a risolvere Mizar e permettono di abbracciare in un fazzoletto nero di cielo non solo Alcor, ma anche diverse altre stelle, garantendo immersività e sereno appagamento all'occhio e allo spirito.