ACCESSORI OTTICI

INDICE:
  1. Cercatore Tecnosky 60/228 (12x60)
  2. Cercatore TS 50/208 (11x50) 
  3. Cercatore TS 8x50 
  4. Cercatore Sky-Watcher 6x30
  5. Cercatore Intes-Micro 10x50 
  6. Telrad con rialzo da 5 cm e cappuccio
  7. Rigel Quickfinder
  8. Barlow Tele Vue 2x
  9. Diagonale a specchio a 90° Tecnosky da 1,25"
  10. Diagonale a prisma a 90° Baader Planetarium T2-32 da 1,25"
  11. Diagonale a prisma di Amici a 45° Baader Planetarium da 1,25" 
  12. Filtro nebulare Orion Ultrablock da 1,25"
  13. Filtro nebulare OIII Ottica San Marco da 1,25" 
  14. Filtro neutro 0,6 Tecnosky da 1,25"
  15. Lente di ingrandimento Breaker 85 mm
  16. Pellicola Baader Planetarium Astrosolar
1. TECNOSKY 12X60



Impressioni: considerando l'importanza che riveste il cercatore ottico nel mio approccio alla ricerca degli oggetti ho deciso di fare un passo in avanti rispetto al cercatore di serie, ed ho comprato questo cercatore, un vero e proprio rifrattore 60/228 mm. Usandolo con un oculare da 19 mm e 65° di campo apparente ottengo un cercatore 12x60, con 5,4° di campo reale e una pupilla d'uscita di 5 mm: valori molto promettenti, in grado di rappresentare un buon compromesso tra potenza, campo e luminosità. Analizziamolo partendo dal supporto. Alla base troviamo una piccola slitta che permette di montarlo sulle comuni basette Sky-Watcher, GSO, e così via. Quello che non mi piaceva era che fosse troppo corta, non garantendo un minimo di corsa utile: è vero che il cercatore si può far scorrere per mezzo degli anelli, ma è anche vero che è così lungo che può essere utile avere la possibilità di farlo scorrere un po' più in avanti rispetto al telescopio. Tra l'altro questa basetta aveva i lati con un'angolazione che non combaciava con quella delle basette in mio possesso, quindi l'ho sostituita con una più lunga e costruita con maggiore precisione. Gli anelli sono ben realizzati, ed il cercatore viene allineato per mezzo di sei viti con la punta in plastica, ma per regolarlo basta agire solo su tre. Passando al cercatore, partendo da un'estremità troviamo il fuocheggiatore elicoidale: io lo trovo buono, seppure un po' duro nel movimento. Il fuocheggiatore è da 2", ed è dotato di riduttore 2"/1,25": tutti i vari accoppiamenti meccanici sono ben realizzati. Semmai quello che c'è di sbagliato è che per andare a fuoco con un comune oculare bisogna estrarre moltissimo il fuocheggiatore, svitandolo, così tanto che il cercatore finisce per allungarsi di molto. Per neutralizzare questo inconveniente, anche considerando che nel mio telescopio la basetta è un poco arretrata, ho avvitato le tre viti di un anello nella parte lasciata scoperta dal fuocheggiatore, tanto non mi serve. In questo modo, con in più la possibilità di far scorrere il cercatore grazie alla slitta maggiorata, riesco a farlo scorrere in avanti rispetto al telescopio fino ad un punto in cui risulta comodo guardarci attraverso. L'intubazione del cercatore è realizzata con cura, sia come materiali che come verniciatura, nulla da eccepire. Il doppietto acromatico cementato, con trattamenti antiriflesso verdi, è alloggiato nella sua cella, se così si può chiamare lo spazio tra due filettature, quella dell'intubazione e quella del paraluce. La collimazione è buona ma non perfetta; si può andare un po' a tentativi, come ho fatto io, e svitare e riavvitare il cercatore, ruotando ogni volta di poco il doppietto, finchè non si raggiunge il punto di massima collimazione possibile. Le prestazioni ottiche sono da cercatore: un rifrattore acromatico economico lo straccia senza problemi, ed a circa 70x le immagini sono impastate. Essendo così veloce come rapporto focale è normale che le prestazioni ai bordi non siano perfette; in proposito il cercatore ha uno strano comportamento, perchè per larga parte del campo è ben corretto, poi si arriva ad un certo punto dove le immagini decadono bruscamente, per fortuna si tratta di una zona relegata ai margini. A fronte di tutto questo parrebbe un oggetto da evitare. E invece no. Nel momento in cui lo usi sotto un cielo buio ti accorgi perchè lo hai comprato. Niente più problemi con l'umidità che appanna l'oculare, a causa della ridottissima estrazione pupillare che costringe ad appiattirsi sulla lente: qui basta scegliere un oculare con ampia estrazione pupillare ed il problema è risolto, ed anche la lente frontale è ben protetta dall'ampio paraluce. Niente più visioni incerte a causa della scarsa qualità realizzativa: essendo l'interno dell'intubazione ben annerito non ci sono luci diffuse e le stelle appaiono nitidamente, chiaramente, senza fare la minima fatica. Niente più stelle poco visibili: il diametro lo aiuta, e restituisce visioni addirittura superiori al binocolo 10x50, sia grazie al diametro sia grazie agli ingrandimenti: molti più oggetti del cielo profondo sono direttamente visibili al cercatore! Un fatto che mi preoccupava era quello della capacità a centrare gli oggetti puntando per mezzo di un cercatore dove l'oculare non ha il crocicchio: in realtà sono arrivato alla conclusione che è molto semplice ed intuitivo posizionare l'oggetto al centro del campo, e anche a medi ingrandimenti l'oggetto è centrato anche nel campo inquadrato dal telescopio. Il suo difetto è il peso complessivo: non è una piuma, assicuratevi di poterlo gestire con un corretto bilanciamento del telescopio. Ma per il resto posso dire di aver raggiunto la pace interiore non appena ci ho appoggiato l'occhio sotto un cielo buio: se il cercatore di serie non vi basta ecco lo strumento che fa per voi.

2. TS 11X50


Impressioni: questo rifrattore 50/208 per molti versi è il fratello minore del precedente, con la particolarità di montare un prisma di Amici il quale raddrizza correttamente l'immagine in entrambe le direzioni. Con lo stesso oculare da 19 mm diventa un cercatore 11x50, con un campo reale di circa 5,9° e con una pupilla d'uscita di circa 4,6 mm: sono ottime caratteristiche per un cercatore ottico. Anche in questo caso la slitta di aggancio è realizzata malamente, non combaciando con le basette standard nè come larghezza nè come inclinazione dei lati; per queste ragioni ho commissionato ad un tornitore una barra di raccordo su misura, peraltro di minore altezza in modo da mantenere il cercatore più accostato al telescopio. Il tubo del cercatore, che presenta ottime finiture sia interne a livello di opacizzazione che esterne a livello di verniciatura, è molto più corto del suo fratello maggiore e ciò è dovuto allo spessore ottico richiesto dal prisma di Amici: questa è una buona notizia perchè consente di ridurre gli ingombri e rende adatto questo cercatore anche a telescopi di medio diametro. Tuttavia, pur essendo qualitativamente migliore sotto ogni punto di vista, non riesce ad essere altrettanto compatto e leggero di un cercatore ottico da 50 mm tradizionale e questo fattore va attentamente valutato, per non correre il rischio di sbilanciamento del telescopio. Il doppietto acromatico, che sfoggia un trattamento antiriflesso verde, restituisce prestazioni più che buone, sicuramente molto superiori rispetto ai cercatori standard; come già detto però non ci si deve aspettare una perfetta correzione dalle aberrazioni, dato il rapporto focale molto aperto. Il fuocheggiatore elicoidale da 1,25" funziona egregiamente e ruota senza sforzo; il serraggio avviene mediante anello di tenuta. Il valore aggiunto di questi cercatori è sicuramente la possibilità di montare ogni oculare da 31,8 mm: questo è un vantaggio non soltanto per ottenere l'ingrandimento e il campo desiderato, ma ci da anche modo di optare per un oculare con un'estrazione pupillare confortevole. Le impressioni di utilizzo sono le medesime già riportate sopra, con la puntualizzazione dell'incredibile facilità d'uso di un cercatore che orienta le immagini proprio come le vediamo ad occhio nudo: fare lo star hopping non può essere più semplice di così. Il lato negativo di un cercatore ottico inclinato a 90° è che non si può puntare direttamente l'oggetto, dovremo quindi effettuare un pre-puntamento con un cercatore a punto rosso.

3. TS 8X50

 
Impressioni: ho trovato questo cercatore in dotazione con il Dobson. Si tratta di un 8x50 con 5,6° di campo reale, dal costo economico. Il supporto del cercatore ha tre viti: una spinge e non può essere regolata, mentre le altre due si possono avvitare o svitare al fine di allinearlo. Credo che il meccanismo sia efficace e veloce, oltre che abbastanza stabile. Le viti agiscono direttamente sul metallo e lo rigano quindi passateci un giro di nastro isolante per non sciupare il cercatore, tanto rimane sotto al supporto. L'oculare è in metallo; il suo difetto è che è una piccola lente con poca estrazione pupillare così bisogna avvicinarglisi molto, ed in questo modo si appanna facilmente. La messa a fuoco si imposta allentando la ghiera zigrinata, poi si deve ruotare nella sua sede la cella del doppietto fino a che non si raggiunge la corretta messa a fuoco ed infine si serra nuovamente la ghiera. Il doppietto sfoggia un trattamento antiriflesso verde. L'opacizzazione interna come potete notare è pessima. Ho applicato una striscia di velcro lungo la circonferenza in modo da poter montare facilmente un paraluce, con il quale si impedisce alla lente frontale di appannarsi o ghiacciarsi. Sul cielo si comporta discretamente, anche se il cielo è celestino per colpa della pupilla d'uscita, e non presenta particolari difetti. Il crocicchio non è granchè visibile e da un cielo buio potreste avere dei problemi a vederlo; in questo caso prendete la torcia rossa e illuminate a filo l'oculare nel mentre ci appoggiate l'occhio e vedrete il crocicchio illuminarsi di rosso! Premesso che il cercatore ottico non serve per vedere direttamente gli oggetti del cielo profondo ma per fare lo star hopping da una stella all'altra credo che sia un cercatore proporzionato e sufficiente per un telescopio da 10".

4. SW 6X30

Impressioni: questo cercatore è il fratello minore del precedente 8x50, essendo molto simili se non identici. Mi soffermo quindi solo sulle differenze. Anzitutto tutta la parte dell'oculare qui è in plastica anzichè in metallo. In secondo luogo la lente presenta un trattamento antiriflesso celestino che alla prova dei fatti si è rivelato meno efficace dell'altro, infatti osservandoci nei pressi di oggetti particolarmente luminosi qui si notano dei strani raggi di luce, che sono dei riflessi. Ciononostante ritengo il cercatore, che mostra ben 7,5° di cielo, perfettamente proporzionato al telescopio e credo che funzioni anche molto bene: l'ultima volta era visibile anche qualche satellite di Giove! Su piccoli telescopi deputati a Luna, pianeti e stelle doppie lo consiglio, considerando il costo minimo.

5. INTES-MICRO 10X50


Impressioni: il cercatore è in dotazione all'MN 68. Penso che nonostante i suoi difetti sia un oggetto meraviglioso dal punto di vista ottico. Quando ci si osserva sembra di osservare con un piccolo e nitido rifrattore piuttosto che con un cercatore. Non solo grazie al cielo più buio ed agli ingrandimenti maggiori ma proprio grazie alla sua qualità. Il supporto ha un attacco diverso rispetto a quelli classici che si vedono di solito, e si fissa su una basetta per mezzo di due viti; le due viti, con la punta in plastica, vanno ad incunearsi in una rientranza. Il supporto prevede poi due anelli, ognuno con tre viti con punta in plastica per non rovinare il cercatore. Con queste viti si può allineare il cercatore, e basta sfruttare quelle di un anello per farlo; lo si fa agendo su due viti per volta: mentre si avvita una se ne svita un'altra. Il meccanismo è un po' più macchinoso rispetto all'altro. La verniciatura è bella, nera e ruvida al tatto. In cima troviamo un paraluce svitabile; se lo rimuoviamo accediamo al doppietto cementato ma cosa strana il doppietto non esce fuori dalla sua cella: risulta incastrato dentro e non si può togliere. Nei pressi del doppietto alcuni diaframmi a lama di coltello hanno la funzione di eliminare i riflessi indesiderati. Il trattamento antiriflesso del doppietto è celestino. Peccato perchè il doppietto ha un problemino infatti proprio al bordo si vede che in una piccola zona di mezzo centimetro quadrato la colla ha ceduto; mi sono anche informato per reincollarlo con il balsamo del Canada ma è stato incollato con un'altra colla non rimuovibile e bisogna che lo tenga così, ma c'è da dire che è un difetto solo estetico che non è rilevabile osservandoci, visto che è lontano dal piano focale. Al capo opposto troviamo l'oculare, il quale è davvero un oculare infatti può anche essere rimosso. Ci sono due viti: una serve per inserirci un illuminatore per il crocicchio mentre l'altra serve per consentire una corretta messa a fuoco. Infatti allentandola si può far scorrere l'oculare entro un certo margine di corsa, così da ottenere una prima messa a fuoco grossolana, e poi si ristringe la vite; a questo punto si agisce sul meccanismo elicoidale dell'oculare per ottenere una messa a fuoco fine. Devo dire che anche se sembra macchinosa in realtà la soluzione funziona bene. Il crocicchio pare un mirino di un SVD Dragunov e mi piace un sacco, infatti non va da un capo all'altro del campo ma ai bordi ed al centro finisce; è molto spesso e si vede bene. L'oculare ha qualche granellino di polvere intrappolato tra le lenti e questo purtroppo si vede molto bene di giorno, mentre di notte non si nota nulla, se non sulla Luna. L'estrazione pupillare è buona e non si appanna facilmente, così come la lente frontale.

6. TELRAD

Impressioni: ecco il famoso Telrad che tutti gli osservatori del cielo profondo conoscono. Anche io non ho resistito al suo fascino ma devo dire che ci sono luci ed ombre. Anzitutto vediamo come è realizzato. Il cercatore è in plastica, e questo è un bene perchè per quanto è grande in metallo sarebbe pesato tantissimo. Io ho preso anche l'utile rialzo da 5 cm. Sopra, per tutta la sua lunghezza c'è un coperchio che può essere rimosso facendolo scorrere e sotto ad esso troviamo un portapile per due pile stilo ed il meccanismo che proietta i tre cerchi rossi. Dietro troviamo le tre manopoline nere che consentono un allineamento facile e veloce. I tre cerchi sono proiettati sul vetro, che è una notevole finestra ottica come dimensioni e consente di traguardare ampie plaghe di cielo. Ruotando un interruttore laterale accendiamo il Telrad e la cosa bella è che si può impostare la luminosità dei tre cerchi ruotando più o meno questo interruttore. La luminosità deve essere tenuta bassa bassa al fine di non far scomparire le stelle; in questo il cercatore è ottimo e permette una luminosità tenuissima. A questo punto ci ritroviamo i tre cerchi proiettati sul vetro, ognuno dei quali copre rispettivamente 0,5°, 2° e 4°; vederli è facile nel senso che non ci sono problemi di parallasse che costringono a stare perfettamente in asse o ad una certa distanza. Il difetto più grande del Telrad, che ne mina l'utilizzo, è che in zone dove c'è una forte umidità e dove non c'è vento si appanna invariabilmente ogni volta dopo pochi minuti che lo montate, e non c'è verso di evitarlo a meno che non vogliate stare ogni cinque minuti ad asciugarlo con un panno. Circola online un progetto di paraluce che ne dovrebbe impedire l'appannamento: io l'ho realizzato fedelmente con tre diversi tipi di materiale, anche idrorepellente, ma non c'è verso e si appanna lo stesso, oltre ad avere una finestra di cielo amputata dall'ingombro del paraluce. Per ovviare al problema mi sono procurato il cappuccio originale in plastica, ed il montaggio è stato facile. Il suo punto di forza è che può essere ruotato, e dunque tolto e rimesso, in un attimo. Quando è chiuso il vetrino è completamente protetto. Devo dire che il sistema funziona bene, ed anche se non riesce del tutto a risolvere il problema in nottate molto umide tuttavia è in grado di minimizzarlo ai minimi termini: al limite il vetrino si appannerà leggermente, niente che un soffio d'aria potente non possa risolvere, ma non si ricoprirà tutto di gocce d'acqua. Il difetto del cappuccio è che se lo si ruota del tutto, lasciando scoperto il vetrino, va a finire in una posizione dove da noia al volto nel momento in cui si cerca di avvicinarlo al Telrad: la soluzione è quella di ruotarlo solo quel tanto che basta per rendere possibile la visione attraverso il vetrino, soluzione che ha anche come ulteriore utilità quella di proteggere il Telrad dall'umidità anche nel momento in cui lo si utilizza.

7. RIGEL QUICKFINDER

Impressioni: il Rigel Quickfinder è per molti aspetti simile al Telrad, tuttavia se ne discosta per altrettanti. È sempre un cercatore ad occhio di bue, che proietta nel vetrino due cerchi concentrici rossi, uno con ampiezza di 0,5° e l'altro di 2°. Anch'esso è realizzato in plastica e presenta una manopola di accensione e regolazione dell'intensità e tre manopoline di collimazione. Inoltre vi è un'altra piccola manopola bianca cilindrica, la quale permette di attivare una funzione utilissima che il Telrad non ha: la pulsazione intermittente dei cerchi, che in presenza di stelle deboli assiste moltissimo il puntamento. All'opposto del Telrad il Quickfinder sviluppa il suo ingombro in altezza, quindi è particolarmente indicato per i medio-piccoli telescopi, anche grazie al fatto che risulta molto leggero. Viene alimentato da una pila a bottone, da inserire sotto, che tende a scaricarsi dopo alcuni mesi di utilizzo. In dotazione ci sono due basette con nastro biadesivo: quest'ultimo non è particolarmente resistente, tuttavia è meglio evitare di utilizzare adesivi estremamente aggressivi, perchè un domani che dovessero essere rimossi potrebbero causare il distaccamento della vernice del telescopio. Raccomando cautela per il meccanismo di aggancio del cercatore alla basetta: si tratta infatti di un incastro tra plastiche e per evitare la rottura dell'aletta pieghevole presente nel cercatore è necessario agire con dolcezza. Rispetto al Telrad presenta un maggiore effetto di parallasse, quindi dovremo allineare correttamente l'occhio rispetto al cercatore per riuscire a vedere i cerchi riflessi. In più possiede una protezione perimetrale rispetto al vetrino, che consente di schermarlo più efficacemente dall'umidità.

8. BARLOW TELE VUE 2X


Impressioni: la Barlow 2x della Tele Vue secondo me è un accessorio di una qualità altissima che ogni astrofilo dovrebbe avere nella sua valigetta. Si leggono tante falsità sulle Barlow, quindi lasciate che vi giuri che in questa non c'è un filo di cromatismo e che non c'è nessun calo di luminosità rispetto ad un oculare usato da solo e che non c'è nessuna degradazione dell'immagine, anzi quest'ultima è nitida e contrasta usandola, se il seeing lo permette. Lo dico non a caso ma avendo fatto delle prove comparative la stessa sera sullo stesso soggetto, prima con Barlow ed oculare e poi con un singolo oculare che mi restituiva i medesimi ingrandimenti. Il problema piuttosto è che con la Barlow l'amplificazone difficilmente è nominale quindi non si sa di preciso quanti ingrandimenti si sviluppano con quel determinato oculare; comunque accoppiandola con l'Hyperion Zoom ci si può regolare nel migliore dei modi (a proposito con lo Zoom non ci sono problemi di connessione con la Barlow, infatti la vite non tocca e l'anello di serraggio si chiude giusto sulla scalanatura). L'oggetto di per se è semplice, essendo un tubo di metallo su cui è avvitata in fondo una cella contenente un doppietto acromatico. Il trattamento antiriflesso è molto bello a vedersi, mandando bagliori variopinti di colore bianco, celeste e verde. La cella può essere svitata ma poi non può essere avvitata direttamente sotto agli oculari perchè ha una filettatura particolare. Internamente è ben opacizzata ed in cima c'è un anello di serraggio in ottone che non sciupa gli oculari, azionato da una intelligente vite la quale oltre un certo punto non si svita più e quindi non si corre il rischio di perderla. Le migliori visioni in alta risoluzione le ho avute con questa stupenda Barlow che consiglio a tutti senza riserve. L'unica cosa è che se avete un rifrattore ed intendete usarla tra diagonale ed oculare forse vi conviene prendere una Barlow più corta come lunghezza dato che con questa creerete un lungo braccio di accessori. In un riflettore invece la sua lunghezza non da noia, dato che entra tutta e rimane fuori solo la parte nera.

9. DIAGONALE A SPECCHIO TECNOSKY 1,25"

Impressioni: ho acquistato questo diagonale a specchio a 90°da 31,8 mm da Tecnosky per una cifra contenuta, e ne sono molto soddisfatto. Nella descrizione si promettono dati tecnici mirabolanti, che francamente lasciano il tempo che trovano. Quello che invece bisogna dire è che si tratta di un oggetto meccanicamente ben realizzato, infatti è interamente in alluminio ed è solido. Il naso che si inserisce nel fuocheggiatore può essere svitato; internamente è ben opacizzato inoltre presenta una svasatura per bloccarlo più efficacemente tramite le eventuali viti del fuocheggiatore, ma il serraggio avviene correttamente anche per mezzo di un anello d'ottone. Sotto ci sono quattro piccole viti sotto per aprirlo; io una volta lo feci per curiosità e così ho visto lo specchio, il quale è bello spesso. Ma non vi consiglio di farlo perchè rimontarlo è un po' complicato. Lo specchio è libero di adagiarsi nella sua sede, non è fissato, e può compiere dei micro spostamenti, cosa positiva per evitare tensionamenti o astigmatismo. Il naso dove deve essere montato l'oculare invece non può essere svitato (è fissato dall'interno con delle viti). Comunque presenta un anello d'ottone ben costruito; la vite che lo stringe ha un po' di gioco nella filettatura. Otticamente credo che funzioni davvero bene: non sono uno di quei fenomeni che apprezza l'1% in meno di riflettanza però posso dire che non introduce aberrazioni e che le visioni ad alti ingrandimenti sono pienamente soddisfacenti. A fronte della buona qualità ottica e meccanica tuttavia ha dei difetti: il lato interno di entrambi i nasi da 31,8 mm non ha un diametro di 28 mm circa, come invece dovrebbe avere, ma solo di 25 mm circa, e questo comporta una diaframmatura del cono ottico; inoltre ha uno spessore ottico molto pronunciato, con il rischio di non riuscire a raggiungere il punto di fuoco in certi casi, rimanendo esso all'interno del telescopio.

10. DIAGONALE A PRISMA BAADER 1,25"

Impressioni: deciso a procurarmi un diagonale a 90° di qualità ottica e meccanica superiore ho deciso di prendere questo diagonale a 90°, al cui interno giace un prisma. In proposito è sconvolgente dare un'occhiata su di esso: il diagonale dà l'impressione di essere vuoto! Merito del trattamento antiriflesso Baader, che è quasi trasparente, e che io reputo molto efficace all'atto pratico. Il diagonale si caratterizza per la grande apertura libera del prisma, dichiarata di 32 mm, che permette di utilizzare tutti gli oculari da 31,8 mm, anche quelli con diaframma di campo più elevato, senza diaframmarli di fatto. Inoltre è dotato di due filettature T-2 (M42x0,75): femmina dal lato telescopio; maschio dal lato oculare. Queste filettature permettono una grande modularità nell'uso: potete accoppiarlo ad un telescopio che presenta una filettatura di questo genere sul fuocheggiatore per esempio, proprio come ho fatto io, oppure potete avvitarlo ad una torretta binoculare per minimizzare lo spessore ottico. A proposito di spessore ottico, è incredibile quanto esso sia ridotto ai minimi termini, bisogna estendere molto il fuocheggiatore per andare a fuoco, e questo è un bene per tutti quegli accessori che hanno un grande spessore ottico, come la torretta binoculare, perchè così lo spessore ottico complessivo sarà quello minimo possibile. Dicevamo delle filettature: da una parte ci troviamo un naso da 31,8 mm; dall'altra un piccolo gioiello, e cioè un portaoculari con meccanismo elicoidale. Questo portaoculari, da 31,8mm, è dotato di tre manopole, che agiscono su un anello in ottone e garantiscono l'assialità dell'oculare; sotto c'è un'altra manopola che serve per bloccare la rotazione elicoidale: questo meccanismo costituisce in tutto e per tutto una micro-fuocheggiatura, e su telescopi dotati di un fuocheggiatore senza demoltiplica si tratta di una manna dal cielo. Non solo, il movimento del portaoculari è particolarmente morbido e preciso, ed in presenza di montature ballerine permette una messa a fuoco precisa che il fuocheggiatore non si sogna nemmeno, a causa delle vibrazioni indotte. Un altro vantaggio del portaoculari elicoidale è che certe volte si ha a che fare con oculari con un barilotto troppo alto, che non entrano del tutto dentro il diagonale, rimanendo in parte fuori, con il rischio che l'anello di serraggio non combacia con la relativa scalanatura: con questo meccanismo basta estendere il portaoculari quanto è necessario a far penetrare completamente l'accessorio. Il corpo del diagonale è in metallo, con una elegante verniciatura blu acciaio ruvida, e lo stemma laterale; sotto ci sono quattro viti a brugola che permettono di smontare il prisma. Passando dalla meccanica all'ottica purtroppo non ho un rifrattore degno del suo livello, o meglio il mio 80 mm non è un telescopio da forti ingrandimenti. Quello che però ho avuto la possibilità di appurare, sia in campo terrestre che astronomico, è la straordinaria resa ottica: non si nota nessuna aberrazione, neanche quella cromatica da molti paventata, anzi sembra quasi che quest'ultima venga quasi ridotta per mezzo del prisma (certo, il rifrattore il cromatismo ce l'ha di suo, ma il prisma non ne aggiunge neanche un pizzico); le immagini appaiono molto nitide, senza il minimo difetto. Grazie all'apertura libera maggiore rispetto al mio precedente diagonale, diaframmato a 25 mm, anche le immagini ai bordi sembrano migliorate, sia come aberrazioni che come luminosità, seppure non ci siano stati stravolgimenti eclatanti. A fronte di tutto ciò non posso che consigliare caldamente questo diagonale, per la sua qualità ottico-meccanica, per la sua modularità, per il minimo spessore ottico, per il prezzo non eccessivo. Considerate le mie esigenze questo sarà sicuramente il mio diagonale a 90° definitivo. Aggiungo che ho acquistato un ulteriore prisma per il Maksutov-Cassegrain 127/1900: in proposito confermo tutte le buone cose già dette circa la superlativa qualità di questo prisma, che ha dato prova di funzionare ottimamente con qualsivoglia schema ottico.

11. PRISMA DI AMICI BAADER 1,25"

Impressioni: deciso a trasformare lo Startravel in un cannocchiale terrestre all'evenienza ho acquistato questo prisma di Amici a 45° da 31,8 mm della Baader, da abbinare con il Baader Hyperion Zoom. Ho scelto questo perchè credevo che la qualità fosse leggermente meglio rispetto ai concorrenti ed anche perchè contiene un prisma che offre un'apertura libera di 24 mm. In realtà l'apertura effettiva è di 22 mm, quindi la descrizione non è veritiera. Il naso che si infila nel fuocheggiatore presenta qualche piccola imperfezione cosmetica sull'opacizzazione interna. Il corpo del diagonale è in plastica. Il prisma interno ha un buon trattamento antiriflesso verde su entrambe le superfici visibili e sotto questo profilo è ottimo. L'apertura libera effettiva permette un campo reale massimo di 3,15°, a fronte di quello di 4° che otterrengo con il Baader Hyperion 24 mm: a parte il fatto che l'ho preso per usarlo con lo Zoom bisogna anche dire che con l'Hyperion 24 mm in uso visuale non si percepisce vignettatura di sorta. Un altro motivo che mi ha spinto all'acquisto è la comodità della postura del collo durante le osservazioni terrestri, ed in proposito non c'è nulla da eccepire. Quello che possiamo censurare di questo prisma erettore è la qualità ottica, dato che oltre una certa soglia di ingrandimenti l'immagine inizia a perdere qualcosa in termini di percezione di dettagli fini e si inizia a percepire un cromatismo leggermente maggiore al normale. Questo è dato dal fatto che comunque non è un oggetto di prima categoria e che il prisma di Amici fa si che la luce si rifletta molte volte di fila al suo interno. Ritengo comunque che fino a 50x sia discreto e quindi ne sono soddisfatto dato che per mezzo di esso ho ottenuto un cannocchiale 16-50x80 di buona qualità ottica. Una cosa veramente penosa pensando che si tratta di due prodotti della stessa marca e che sono particolarmente affini come genere di osservazioni è che il prisma tramite la vite originale cromata in dotazione non può essere connesso allo Zoom infatti questa è corpulenta ed interferisce. Io ho preso una barra filettata, l'ho tagliata della giusta lunghezza ed in cima ci ho incollato una manopolina femmina, così che ho ottenuto una nuova vite per serrare l'anello d'ottone, tra l'altro più efficiente perchè essendo più lunga con meno forza si stringe di più.

12. FILTRO ORION ULTRABLOCK

Impressioni: l'Orion Ultrablock è un filtro nebulare simile ad un UHC. Per chi non lo sapesse sono filtri che lasciano passare la luce solo in certe frequenze e così facendo esaltano la visione delle nebulose. Non di tutte però, infatti con alcune è più utile avere un filtro UHC mentre in altre è preferibile un filtro OIII mentre in altre ancora non cambia niente (lasciamo perdere i filtri H-Beta che si usano su un numero ristretto di nebulose). Una buona idea è avere sia un filtro UHC che un filtro OIII per coprire la maggior parte delle osservazioni delle nebulose. Questo filtro, da 31,8 mm, l'ho preso alla S&V presso il corso di Arezzo pagandolo 72 euro e ho dovuto aspettare molto tempo; il primo che mi arrivò era difettoso perchè aveva molte imperfezioni nel vetro, visibili però solo sotto una luce bianca, ed il secondo pure perchè l'anello interno, in plastica, che tiene il vetro in posizione era avvitato tutto storto e non c'era verso di sbloccarlo. Il personale del negozio è stato molto professionale e me lo ha sostituito ogni volta, scusandosi anche. Alla terza canta il gallo finalmente! Da notare che insieme ad ogni filtro c'è un foglio che è un certificato, contenente la data del test del proprio singolo filtro e il grafico di banda passante sempre del nostro esemplare. Questo filtro è molto rinomato all'estero e gli autori di "Astronomi per passione" dicono di averlo preferito al Lumicon, anche se con i filtri si sa che la soggettività è all'ordine del giorno. Sul cielo possiamo notare che in effetti il filtro è un po' meno selettivo di un OIII e comunque fa ottimamente quel che promette, cioè esalta la visione delle nebulose; pensate che usandolo si vede debolmente la nebulosa Velo con lo Startravel da un cielo suburbano usando 20x. Soprattutto con quest'ultimo telescopio in diverse occasioni ho preferito questo filtro all'OIII. Anche se sotto una forte luce vediamo il vetro di colore blu le stelle sono più verdine come colore. Dimenticavo di dirvi che ho optato per il formato da 1,25" con entrambi i filtri e questo potrebbe sembrare inopportuno considerando quanto sono estese alcune nebulose però è anche vero che abbinando questo e l'altro filtro al Baader Hyperion 24 mm si arriva a coprire 4° di cielo con lo Startravel e 1,3° di cielo col Dobson, che mi sembrano misure di tutto rispetto!

13. FILTRO OIII OSM

Impressioni: anche questo è un filtro economico, infatti l'ho pagato solo 39 euro; questo OIII da 31,8 mm è marchiato Ottica San Marco. Come avrete capito ho preferito non spendere cifre eccessive in questi "vetrini" considerando anche che filtri molto costosi sono molto criticati ed osannati contemporaneamente; in altre parole è difficile fare a priori una scelta razionale così ho deciso di spendere poco. Comunque sia ho avuto modo di provare questo filtro, molto simile esteriormente all'Orion anche se ha l'anello che blocca il vetro in metallo, e devo dire che funziona molto bene, migliorando sensibilmente la porzione di nebulosità osservabile in molte nebulose. Indimenticabili le visioni delle nebulose del Sagittario e dintorni. Anche questo filtro, che rispetto all'altro scurisce di più, mostra le stelle verdoline: spesso questo è giudicato negativamente da chi vorrebbe un'immagine con colori naturali ma ricordiamoci che il loro scopo è migliorare la visione delle nebulose e non osservarci le stelle. Il filtro risponde in pieno alle mie esigenze, dato che non ho un occhio che analizza la banda passante: il filtro, sui soggetti su cui è indicato usarlo, incrementa la nebulosità rispetto ad un UHC e a maggior ragione rispetto alla visione senza filtri, e questo mi basta ed avanza. Un consiglio è quando usate questi filtri di non forzare troppo la pupilla d'uscita visto che già di per se scuriscono molto; se rispettate questa premessa anche un OIII può essere usato con profitto con un telescopio di piccolo diametro.

14. FILTRO ND 0,6

Impressioni: questo filtro da 31,8 mm marchiato Tecnosky è molto economico, ma svolge egregiamente la sua funzione. Si tratta di un filtro ND, in altre parole a densità neutra: in pratica scurisce l'immagine bloccando parte dello spettro luminoso. Questo filtro in particolare possiede una trasmissività del 25%, e cioè fa passare 1/4 della luce; ciò lo rende un filtro neutro intermedio. L'ho acquistato perchè ne sentivo il bisogno per l'osservazione del Sole in luce bianca: l'Astrosolar mi restituiva un'immagine ancora troppo luminosa, forse a causa della mia fotosensibilità, e di fatto non riuscivo a percepire bene i dettagli. Un altro campo di utilizzo di questo filtro sono le osservazioni lunari dove, a meno di non aumentare di molto gli ingrandimenti, la vista viene abbagliata e se si osserva in visione monoculare si crea una differenza tra gli occhi, dove la pupilla dell'uno è tutta dilatata mentre la pupilla dell'altro è tutta ristretta; il risultato è una sensazione sgradevole alla vista. Infine il filtro potrebbe tornare utile anche nell'osservazione dei pianeti più luminosi, ad esempio Giove. Un dubbio che potrebbe sorgere quando si ha a che fare con oggetti di scarso valore economico è quello della qualità. Ho avuto modo di testare il filtro con diversi oculari sul Sole, usando l'MN 68 schermato con l'Astrosolar. Ebbene anche a 240x l'immagine, complice un seeing ottimo, era molto dettagliata e perfettamente a fuoco, quindi per quanto mi riguarda il filtro è perfetto, e se costa poco tanto meglio.

15. LENTE DI INGRANDIMENTO

Impressioni: presa ad una bancarella per 5 euro, è una lente di ingrandimento marchiata Breaker da 85 mm di diametro. Non è esplicitato il fattore di ingrandimento ma credo che sia 2x, giudicando così ad occhio. Se devo dirla tutta funziona molto meglio di una lente d'ingrandimento che ho tutta in argento e di valore molto più elevato. La distorsione ai bordi che mostra è veramente contenuta e la lente presenta un antiriflesso dal colore neutro. Il manico è in plastica mentre la cella in metallo. A che mi serve? Ho da poco stampato un atlante che riporta tantissime stelle ma sono così fitte che di notte sotto la torcia rossa non è di facile consultazione, nonostante che ci vedo benissimo da vicino. Con la lente di ingrandimento è molto più facile consultarlo.

16. ASTROSOLAR 

Impressioni: è una pellicola cromata prodotta dalla Baader molto sottile da impiegare nella costruzione di filtri solari. La sua capacità è quella di ridurre del 99,999% la luce del Sole e quindi permette di osservare la nostra stella in tutta sicurezza. Comunque anche se sottile è abbastanza resistente, ma ovviamente bisogna prendere tutte le precauzioni affinchè non si rompa e per cautela ne va controllata l'integrità prima di ogni osservazione. L'Astrosolar qualitativamente è superiore rispetto alle altre pellicole come il Mylar e di fatto è il modo più economico per osservare il Sole. Viene venduto in formato A4 ed in altri formati più grandi. Una precisazione: il formato 100x50 cm è disponibile non solo per uso visuale con una densità di 5 ma anche con densità 3,8 per uso fotografico; quest'ultimo è pericoloso per le osservazioni visuali quindi se optate per questo formato controllate bene. Invece il formato A4 e quello 117x117 cm sono disponibili solo con densità 5. Ricordatevi di non tensionarlo nel momento in cui assemblate un filtro solare, infatti dovete lasciarlo leggermente allentato; le pieghe sulla superficie non influiranno in alcun modo sulla qualità delle immagini ottenute.