domenica 26 aprile 2020

Libera nos ab aetherio tumultu - 25/04/20

Ovvero speriamo che il cattivo seeing allenti la sua morsa, altrimenti risulta difficile fare osservazioni dignitose. Continuano infatti imperterrite le osservazioni di stelle doppie, questa volta di plaghe celesti misconosciute. Sempre con il Makkino da 127 mm, che con tutto questo sballottolamento ha anche bisogno di un micro-ritocco alla collimazione. Seeing stimabile 5 o 6 su 10, soprattutto in dipendenda dell'altezza sull'orizzonte, della scala di Pickering B, la più adatta a questo diametro di telescopi. Vediamo com'è andata.

Struve 1347: lo sapevate che la costellazione dell'Idra, in cui si trova questa stella doppia, è la più estesa del cielo? Eppure si tratta di una costellazione poco appariscente, se non per la stella Alphard che funge sicuramente da punto di riferimento per le scorribande in questo settore di cielo. Questa stella doppia presenta un'ampia separazione tra le due componenti, la prima bianca e più grande, la seconda celeste e più piccola, a sinistra e poco in basso.
35 Sextantis: una inaspettata stella doppia nell'ancor meno evidente costellazione del Sestante. La primaria ha un colore giallo canarino molto delicato mentre la secondaria è bianco ghiaccio e si trova in basso e leggermente a sinistra. Media distanza.
Iota Leonis: una stella doppia molto tosta. La compagna, collocata in alto a destra, non si vede chiaramente, ma la sua presenza si desume da un rinforzo dell'anello della primaria, venendo a cadere esattamente in corrispondenza dello stesso. Entrambe di colore bianco. Da rivedere con un seeing migliore.
49 Leonis: stella doppia estremamente difficile da separare. A 380x la compagna è affiancata a destra, molto più piccola e debole. Dato il seeing era visibile a tratti con una certa difficoltà.
54 Leonis: notevole stella doppia. La principale è bianca e brillante. La stella compagna è in alto a destra e di colore celeste, ad una distanza sufficiente a regalare una visione rilassante. In questo momento il seeing era leggermente migliore ed i dischi tremolavano meno.
Struve 1669: andiamo nella costellazione del Corvo ad osservare una coppia di stelle gemelle bianche, allineate sulla direttrice Nord Ovest - Sud Est. Indistinguibili l'una dall'altra.
Delta Corvi: la primaria è bianca e luminosa, secondaria in basso e di poco a sinistra celeste e debole. Le due stelle sono ampiamente distanti fra loro.
M104: non ho resistito a puntare la Galassia Sombrero. A 79x risulta debole, ma sinceramente mi aspettavo di peggio. La luminosità si concentra nel nucleo. Ha una forma allungata e in visione distolta se ne vede una porzione maggiore.

sabato 25 aprile 2020

I gemelli non porgono la mano - 23/04/20

Continuano le osservazioni dal balcone con il Maksutov-Cassegrain 127/1900, questa volta purtroppo con seeing scadente stimabile 5/6 su 10 della scala Pickering B. Data l'assenza dei principali pianeti a parte Venere, l'obbiettivo osservativo sono sempre le stelle doppie. Ho osservato per lo più con il 9 mm a 211x. Le costellazioni oggetto di osservazione sono state l'Auriga e i Gemelli.

Struve 644: ho iniziato subito col botto, con questa stella doppia in Auriga. Per colpa del seeing non all'altezza si è tramutata in una vera e propria sfida osservativa. A 211x i due dischi erano praticamente a contatto e gli anelli si fondevano l'uno con l'altro. A 380x si era ampiamente oltre quanto consentiva la serata, anche se in alcuni brevissimi momenti si vedeva un sottile filo nero fra le due stelle. Il colore di entrambe le stelle è sull'ocra. La primaria è di un terzo più grande della secondaria, posta in basso e leggermente a destra.
14 Aurigae: stella doppia discreta, facilmente separata. La principale è di un colore giallo canarino tenue, mentre la compagna in basso a destra ha una tonalità celeste: il contrasto cromatico non è male. La prima è il doppio più grande della seconda.
Otto Struve 147: sistema triplo! La primaria è brillante di colore ocra. La secondaria celeste, posta in alto. La terziaria bianca si trova in alto a destra e lampeggia passando dalla visione diretta a quella distolta. Ampia separazione tra le componenti.
Struve 929: sono due stelle non molto luminose e abbastanza ravvicinate. La stella principale è bianca e la compagna celeste.
Omega Aurigae: la primaria presenta un colore bianco, mentre la secondaria, che è molto debole, appare di colore azzurro. Il rapporto di proporzione è di 3:1
63 Geminorum: i Gemelli non hanno minimamente collaborato, in quanto non sono riuscito a sdoppiare nè Iota Geminorum nè Kappa Geminorum, con il seeing in continuo peggioramento. Invece questo è un sistema composto da ben quattro stelle, di cui quella in basso a destra davvero debole.
M65 e M66: non ho resistito, con il Leone quasi allo zenit, ho inforcato il 24 mm e ho puntato il Tripletto del Leone. Per vedere le due galassie ho dovuto schermarmi il volto con le mani e anche in quel modo, nonostante l'ottima trasparenza, si osservavano debolmente, seppure senza incertezze. M65 è di poco più in alto rispetto all'altra, di forma ellittica, con una stellina posizionata in basso a sinistra rispetto ad essa. M66 è maggiormente allungata e in sovraimpressione ad essa sono visibili tre stelline, di cui una centrale più luminosa in prossimità del nucleo, mentre due più deboli alle opposte estremità.

giovedì 16 aprile 2020

Ordinarie stranezze ai tempi del Coronavirus - 16/04/20 e 18/04/20

Anche se ultimamente esco di rado (come tutti in questo periodo!) e parlo ancora meno, citazioni a parte, comunque ogni tanto osservo. Devo anzi confessare di aver trovato un certo equilibrio nelle mie osservazioni. 
Inutile mentire a mè stesso: i miei giorni gloriosi da osservatore assiduo del cielo profondo sono finiti. Troppi impegni familiari e lavorativi, gli anni avanzano, ci siamo capiti, no? Comunque mi sono organizzato per andare ad osservare ogni tanto il cielo profondo nei dintorni, quindi sicuramente non è un addio a questa mia immutata passione per il cielo, e non mancheranno alcune piacevoli serate a rincorrere galassie e nebulose.
Come dicevo, per mia fortuna ho finalmente trovato un telescopio che mi sta permettendo di massimizzare le osservazioni, in considerazione della sua velocità di montaggio. Si tratta dell'ultimo arrivato, il Maksutov-Cassegrain 127/1900 Bresser. In virtù della sua compattezza lo monto nel balcone in un attimo e sono subito operativo, salvo i tempi di acclimatamento del telescopio, che in questo periodo si riducono di molto grazie alla minima differenza di temperatura tra dentro e fuori l'abitazione. Le prestazioni di questo telescopio sono strabilianti, soprattutto se relazionate al prezzo di acquisto, ma sempre in relazione al diametro, purtroppo non si sfugge alle leggi dell'ottica! Inoltre è bene precisare che si tratta di un telescopio che inizialmente ha richiesto una messa a punto notevole prima di rendere a dovere, quindi non mi sentirei di consigliarlo ad un neofita totale. Riflettevo adesso che lo possiedo da quasi un anno, come vola il tempo...
L'oculare che uso di più su questo telescopio è il Baader Morpheus 9 mm 76°, che da solo costa quasi quanto il telescopio. È un oculare molto nitido, comodo da usare, ottimo sotto ogni punto di vista, se non per una parallasse un po' marcata che si evidenzia alle basse pupille d'uscita, ma dopo un po' ci si fa l'abitudine e si impara inconsciamente a rimanere con l'occhio perfettamente in linea con l'asse ottico. Contrariamente a quanto alcuni sostengono, i 211x restituiti sono un ingrandimento massimo molto fruibile, utilizzabile in un buon numero di serate e su molteplici astri.
Mia moglie mi prendeva un po' in giro l'altra sera, perchè come al solito stavo osservando Venere. Ovviamente si tratta di una configurazione vocata per le osservazioni anzitutto lunari e planetarie, quindi è abbastanza comprensibile osservare più e più volte gli stessi soggetti. Io, permaloso come al solito, mi sono un po' risentito di quello sfottò, quindi le ho detto: «Ora ti faccio vedere io cosa è in grado di fare un medio-piccolo telescopio, quali emozioni può riuscire a regalarti». Di seguito il tour di due serate osservative, vissute all'insegna di questo iniziale proponimento.


Venere: stasera ho stimato il seeing di 8° grado nella scala di Pickering B, era veramente eccezionale. Sono riuscito a spingere con gli ingrandimenti in maniera inaudita, addirittura ho potuto usare con profitto 380x usando un oculare da 5 mm! Mai visto Venere così grande con questo telescopio, senza perdere eccessivamente nitidezza. Comunque, anche in termini di contenimento del cromatismo, data la scarsa altezza sull'orizzonte, alla fine ho preferito restare sull'ingrandimento più umano di 211x. Purtroppo la foto in proiezione afocale non rende giustizia all'osservazione reale: i bordi del pianeta erano così netti da apparire quasi taglienti, mentre il candore del disco planetario abbacinava la vista.
NGC 869 ; NGC 884: una passeggiata nel Doppio Ammasso del Perseo, visione notevole anche con questo diametro. Quasi non riuscivo a credere di poter vedere dal mio balcone rivolto a sud questo splendido oggetto celeste, eppure radente al muro eccolo lì! Sicuramente non è il telescopio più adatto per questo genere di osservazioni, infatti anche con oculare da 24 mm 68° il campo reale ottenuto non rende giustizia alla sua magnificenza. Però inquadrando un singolo ammasso aperto alla volta è possibile apprezzare la grande varietà di stelle, per colore e dimensione, nonchè quella nebulosità di fondo che avvolge l'oggetto nel suo insieme, dovuta al fatto che il diametro insufficiente non risolve compiutamente tutte le più fini stelline.
M42: visione patetica, quasi un insulto a questa meraviglia. Telescopio che per metà puntava la ringhiera, data l'altezza declinante ormai prossima all'orizzonte, quasi a simboleggiare l'addio dell'inverno. Eppure a 79x con un filtro UHC era lo stesso splendida, una manta nebulare che nuota nell'oceano spaziale!
M35: da qui inizia un entusiasmante viaggio nei noti ammassi aperti di questo settore del cielo. Si inizia dal piede di Castore con questo ammasso di stelle visibile debolmente già da un cercatore da 50 mm sotto un cielo suburbano. Molto godibile al telescopio a 79x, in quanto risulta completamente inquadrato e ben risolto in stelle. A me ricorda la faccia di un coniglio: ci sono due stelle molto luminose ed abbastanza isolate che sembrano occhi, poi strisce di stelle mimano le orecchie.
M37: eccellente ammasso aperto nella costellazione dell'Auriga, un vero tripudio di stelle discretamente brillanti.
M36: entrando dentro la costellazione vera e propria, incontriamo il seguente ammasso aperto, le cui stelle presentano una disposizione peculiare, simile ad una stella marina ma una leggera illusione di moto rotatorio a causa delle punte incurvate. Il soprannome Girandola, molto abusato peraltro, risulta azzeccato.
M38: ammasso cruciforme più debole dei precedenti ma comunque ottimo.
M44: maestoso ammasso aperto stretto tra l'Asinello Boreale e l'Asinello Australe, cavalcature di Dioniso e Sileno nella mitologia greca. L'ammasso è infatti conosciuto come Presepe, dal latino mangiatoia. Sicuramente il Mak non è il telescopio adatto, molto meglio al binocolo. Le stelle dell'ammasso sono di grande lucentezza, per lo più di colore celeste.
Delta Geminorum: una sfida osservativa, peraltro brillantemente superata. Che visione superlativa, mi sono sentito in pace con il mondo per un attimo, il che nel mio caso è tutto dire! Quella stella di media dimensione e brillantezza diventa un lume accecante, se paragonato al fioco splendore della stella secondaria, così piccola, posizionata in basso e di poco a destra. E poi meraviglia, la compagna cadeva perfettamente nel secondo lieve anello di diffrazione della primaria. Quasi un pianeta che descriveva un'orbita attorno al suo sole!

Alpha Geminorum: l'arcinota Castore, una stella doppia famosissima. A 211x si vedono davvero due purissimi diamanti di forma circolare incastonati in un cerchio di luce. La compagna è leggermente più piccola dell'altra. È da molto che ho compreso che la bellezza non si adagia mai in una fredda perfetta simmetria, ma si origina sempre da piccole o grandi differenze. La bellezza nasce dai contrasti.
Iota Cancri: a proposito di contrasti, com'è che nessuno tratta mai di questa incredibile stella doppia? La definirei l'Albireo primaverile. Un abbinamento di colori incredibile, giallo e azzurro, tra l'altro due stelle facilmente risolvibili e di buona luminosità, quindi adatte ad ogni telescopio. Facile da trovare, continuando la retta immaginaria che congiunge gli Aselli.
Gamma Leonis: in conclusione una notevole stella doppia nel Leone, con la primaria arancio e la secondaria bianca, con rapporto di dimensione rispettivamente di 2:1 tra le stelle.
Satelliti Starlink: verso le 21:30 è accaduto qualcosa di molto strano, per me del tutto nuovo a dire la verità. Vedo un satellite, diretto verso sud, visione che mi affascina sempre, quindi rimango a vederlo spegnersi piano piano. Però si incrocia con un altro satellite, ben più luminoso, proveniente da sud-ovest. Ok, ci può stare. Dietro questo nuovo satellite, a circa 20° di distanza angolare ne spunta un altro. Strano. Poi un terzo. Poi un quarto. A quel punto ho pensato che erano aerei militari in volo in alta quota che portavano rifornimenti al nord Italia per l'emergenza. Ma poi altre decine e decine di lucine. Ne punto una col telescopio, a 79x la inseguo a malapena: ha in tutto e per tutto l'aspetto di una stella, non riesco a discernere un qualche profilo di velivolo. Del resto troppo veloce per essere un aereo, neanche un caccia viaggia a quella velocità. Deve essere un satellite. Rimango sbigottito da quella processione di lampi in cielo, credo di aver dato anche un certo spettacolo col vicinato, a causa delle mie espressioni di stupore. Mi siedo a tavolino e cerco su internet: ho capito subito che erano i satelliti lanciati da quel mattacchione di Elon Musk. Un po' mi fa arrabbiare, chi si crede di essere questo signore per pensare di spengere le stelle e di accenderne altre, quando poi non riesce neanche a fare un vetro antiproiettile, facendo una figuraccia ad una presentazione di una Tesla modello militare? Ma non ha capito che l'Uomo non è Dio, e che quando prova a farlo combina solo pasticci? Pazienza,  tanto nessun atto di superbia varrà a spengere gli eterni fuochi lassù nell'immensa distesa dell'Universo. Potremo oscurarli ai nostri occhi, obliarli alla memoria, ma esse rimarranno a bruciare per miliardi di anni dopo che di noi resteranno null'altro che atomi dispersi nel cosmo.

giovedì 18 luglio 2019

Eclissi parziale di Luna da Piazzale Michelangelo a Firenze - 16/07/19

In occasione dell'eclissi parziale di Luna ho deciso di andare a Firenze per trascorrere la serata insieme al mio amico astrofilo Roberto Mugnaini, dalla splendida cornice di Piazzale Michelangelo. Da qui si può vedere tutta Firenze, da Ponte Vecchio alla cupola del Brunelleschi: è un panorama mozzafiato.


Sono arrivato sul posto con un po' di anticipo, soprattutto per riuscire a trovare parcheggio e poi, in attesa del sorgere della Luna, me la sono presa comoda, godendo insieme a mia moglie di un tramonto indescrivibile a parole, che solo una fotografia può raccontare. Ad assistere c'erano centinaia di persone, ennesima dimostrazione dell'irresistibile arcana attrazione che noi uomini proviamo sin dall'antichità nei confronti del Sole e della Luna.


Verso le 21 ho iniziato a montare l'Intes-Micro MN 68 e fin da subito, vedendo quello strano tubo, le persone hanno iniziato ad avvicinarsi. Dopo un po' ci ha finalmente raggiunto Roberto, con un fantastico Celestron C8 HD ed essendo ormai sorta la Luna abbiamo iniziato l'osservazione dell'eclissi.


Devo ammettere che non sono tanto avvezzo a questo tipo di serate, per mia sfortuna ho un animo piuttosto solitario. Però sono esperienze che ti trasmettono grandi emozioni, perchè quando vedi tante persone di varia nazionalità in fila per assistere allo spettacolo offerto dalla natura, quando vedi lo stupore e la felicità nel loro sguardo dopo aver osservato all'oculare, ti emozioni anche tu e capisci che l'astronomia è una passione che ci unisce tutti senza distinzioni, è una scienza che ha sempre affascinato l'uomo fin dai primordi. Il desiderio dell'uomo di guardare le stelle travalica lo spazio ed il tempo ed è connaturato al suo stesso essere.


L'eclissi, che ha raggiunto il suo apice alle 23:30, non ha certo deluso e l'ombra terrestre ha oscurato di molto la superficie lunare, lasciando scoperta soltanto una falce con le punte rivolte verso l'alto. Ho osservato la Luna a 64x, in modo da godere di una visione ampia e ariosa. Dopo aver mostrato i pianeti visibili ad occhio nudo i presenti ci hanno praticamente costretto a puntare anche Giove e Saturno, osservati a 243x: purtroppo il piazzale asfaltato anche dopo il tramonto del Sole era bollente e rilasciava ondate di calore ascensionale, le quali non hanno consentito nè a me nè a Roberto di effettuare osservazioni nitide, tuttavia non sono mancati momenti di minore turbolenza ed i dettagli principali dei pianeti erano comunque visibili. Grandi emozioni hanno suscitato gli anelli di Saturno e i satelliti galileiani di Giove.  Abbiamo anche osservato alcune stelle doppie, tra cui non poteva mancare Albireo quasi allo zenit, ma anche Izar, al contrario poco sopra l'orizzonte. I presenti poi hanno fatto a gara per riuscire a scorgere ad occhio nudo Alcor e hanno ascoltato con grande curiosità spiegazioni riguardanti la Luna e più in generale la volta stellata. Grande meraviglia ha suscitato il doppio passaggio della ISS nel corso della serata. Le persone continuavano ad arrivare e poi ti accorgi che è già l'una e mezzo di notte! A quel punto, mezzi congelati a dire il vero, rimettiamo i telescopi, io e Roberto ci salutiamo con un amichevole abbraccio, e si riparte verso casa.

giovedì 27 giugno 2019

Il tempio del vento - 26/06/19 e 27/06/19

Nella mia continua ricerca di un perfetto luogo di osservazione, questa volta il mio nomadismo mi ha condotto nelle montagne sopra Sanguineto, frazione di Tuoro sul Trasimeno il cui nome ricorda il massacro dell'esercito romano perpetrato da Annibale. La strada per raggiungere questo posto, distante una ventina di minuti di auto da casa mia, nell'ultimo tratto è abbastanza impervia in quanto sterrata e sdrucciolevole, con tornanti strettissimi e precipizi oltre il ciglio. Già arrivare in questo luogo è un'avventura, tuttavia i rischi sono ben ponderati: si arriva su un'altura che domina tutta la piana e il lago. È un luogo quieto, non ci sono persone nè animali, così nel frinire dei grilli attendo quel buio così agognato, che però non arriva mai, data la vicinanza col Solstizio. Allora mi guardo intorno e sul finire della sera, mentre le stelle si accendono una ad una, i grilli cessano il loro canto e per magia compaiono centinaia di lucciole. Nella natura c'è equilibrio, infatti queste luci sulla Terra ricordano quelle del cielo. Scesa la notte il colle cade sotto il dominio del vento, che soffiando, gemendo e fischiando copre ogni altro suono e così per tutta la notte, senza posa. Per questo ho soprannominato questo magico luogo "il tempio del vento".


Il telescopio che ho usato per osservare meraviglie del cielo profondo troppo a lungo obliate è stato il mio amatissimo Dobson 250/1250, con la novità costituita dalla prova del nuovo oculare Baader Morpheus 9 mm. La temperatura e l'umidità sono rimaste abbastanza stabili nel corso della serata, passando rispettivamente dai 27° e 41% alle 22:30 ai 24° e 45% alle 02:00. Ho osservato utilmente per tre ore, dalle ore 23:00 fino alle ore 02:00; poi il chiarore lunare ha decretato la fine delle osservazioni. L'inquinamento luminoso è accettabile considerando la vicinanza da casa: in particolare ad Est la cittadina di Tuoro, che fortunatamente rimane nascosta dietro le colline, schiarisce un po' il cielo, mentre la benefica presenza del Lago Trasimeno garantisce l'assenza di ulteriori luci. Oltre il lago, in lontananza, Castiglion del Lago e le sue luci. A Nord boschi e montagne a non finire. La Via Lattea estiva era ben definita e fitta di stelle. Una nota positiva è stata la visuale libera a Sud fino alla linea dell'orizzonte, che permette la visione anche delle costellazioni australi che fanno capolino.

NGC 3077: ogni volta ho il rimpianto di non dedicare attenzioni al cielo del Nord, così seppur brevemente ho osservato una carrellata degli oggetti più noti. Purtroppo molte delle seguenti galassie sono state osservate poco dopo il crepuscolo, in condizioni non ancora ottimali. Cominciando dall'Orsa Maggiore, quella in oggetto è una galassia ellittica peculiare a causa delle nubi di polveri in prossimità del nucleo, che è peraltro particolarmente attivo. A 139x appare di media luminosità e dimensioni, con un alone incerto che pare allungato. Gli stessi ingrandimenti sono stati utilizzati anche per tutte le ulteriori galassie.
M81: questa galassia a spirale è la capostipite del relativo gruppo galattico, che comprende fra le tante anche la galassia precedente e quella successiva. M81 è ampia e brillante, di forma ovale. Due stelline a destra paiono debolmente immerse nell'alone della galassia
M82: una galassia molto luminosa, sottile ma non troppo, proprio come un sigaro, da cui prende il nome. L'interazione gravitazionale con M81 ne ha causato una deformazione e anche all'oculare in visione distolta si possono osservare le linee trasversali scure che la attraversano. Da notare che sia M81 che M82 sono già visibili al cercatore ottico 12x60.
M108: una galassia sottile e allungata, che ricorda un fuso. È abbastanza estesa, seppur non particolarmente brillante. Dal nucleo emerge una stellina.
M97: questa nebulosa planetaria mi è sempre apparsa ostica. Di aspetto è perfettamente circolare e, per questa tipologia di oggetti, estesa.  Usando 139x e un filtro OIII nella zona in alto a destra compaiono dei chiaroscuri. Stellina luminosa in basso a sinistra.
M109: si tratta di una galassia a spirale barrata, che anche all'oculare dà la sensazione di guardarla quasi frontalmente. Il nucleo ha la forma di un occhio o doppio ogivale. Ci sono alcune stelline immerse nella galassia, di cui una vicina e a sinistra del nucleo, una in alto e una in basso a sinistra. In distolta si intravedono i bracci della spirale. Buone dimensioni.
M101: la Galassia Girandola è distante appena 19 milioni di anni luce, ma essendo una galassia a spirale vista proprio di fronte la sua luminosità superficiale si distribuisce su una vasta area e per questo non è poi così facile osservarla. A 139x però si vedono chiaramente i bracci della spirale! È enorme, ma come dicevamo non molto luminosa. La sua nebulosità non è netta, anzi ha un aspetto molto soffice e sfumato. Stelline in alto a sinistra e in alto rispetto alla galassia.
M51 e NGC 5195: è una coppia di galassie interagenti indescrivibile, situata nella costellazione dei Cani da Caccia. Dal nucleo di M51, brillante e di forma ovale, si diparte una netta spirale avvolgente; questa termina in un sottile ed evanescente lembo che la collega a NGC 5195, una piccola galassia di aspetto circolare e dal nucleo brillante e puntiforme. Nel complesso è una meraviglia.
M63: questa galassia a spirale appare all'oculare di forma ovale, di media estensione e discretamente luminosa. La particolarità del nucleo si evidenzia in una certa disomogeneità dello stesso. C'è una stella in alto a sinistra proprio sull'orlo dell'alone galattico. Con  la visione distolta aumenta la nebulosità marginale.
M94: un'ulteriore galassia a spirale, che si presenta come una sagoma ellittica di media grandezza; al contempo però è molto brillante, specialmente nel nucleo.
NGC 4490 e NGC 4485: una coppia di galassie, la prima a spirale barrata e la seconda irregolare, davvero ravvicinata. NGC 4490 possiede dimensioni di circa il doppio rispetto all'altra, mostra un nucleo luminoso e mi ha dato l'impressione di assomigliare ad un classico disco volante. NGC 4485 presenta anch'essa fattezze allungate. Sono inclinate l'una verso l'altra.
M106: che bellissima galassia a spirale! La sua sembianza è allungata, bombata e luminosa. Fin da subito ricorda la Galassia di Andromeda.
NGC 4244: dal momento che questa galassia a spirale barrata è posizionata quasi perfettamente di taglio rispetto a noi osservatori sulla Terra, quello che possiamo vedere è un ago sottile, di una lunghezza che pare interminabile. Solo il nucleo sembra leggermente più spesso del resto della galassia.
M3: nulla poteva concludere in modo migliore la mia incursione nei Cani da Caccia, se non questo incredibile ammasso globulare, uno dei più belli dell'emisfero boreale a mio giudizio. Ho tentato l'accoppiata Baader Morpheus 9 mm con la Barlow Tele Vue 2x, che si è rivelata molto ben riuscita, ottenendo 278x, ingrandimento utilizzato anche per gli oggetti di seguito elencati. L'ammasso globulare è sicuramente ricchissimo di stelle luminose. L'alone si dipana secondo molteplici direttrici. Il nucleo invece pare risolversi in visione diretta, ma è solo un'illusione: passando in distolta infatti si illumina di molto e si palesano tantissime altre stelle.
M5: è il re di tutti gli ammassi globulari, semplicemente sopravanza di una spanna tutti gli altri. Si trova nella Testa del Serpente. Il campo dell'oculare è colmato da un tripudio di finissime stelle. È denso di stelle oltre ogni umana immaginazione. Il nucleo è molto compatto, quasi nebuloso a causa dell'elevata densità stellare, che nell'alone degrada lentamente verso l'esterno.
M13: mi sono quasi spezzato il collo per riuscire ad osservare il grande ammasso globulare in Ercole, praticamente allo zenit. Una visione fugace ha rivelato un oggetto ricchissimo di stelle, molto grande e luminoso. Però c'è qualcosa che mi fa comunque preferire M5 a tutti gli altri ammassi globulari. Comunque sia è stato emozionante osservare in rapida successione questa triade di ammassi globulari, che a ragione possono essere definiti i più magnifici del cielo settentrionale. A questo punto è arrivata un'auto, con un coppia che abitava nei pressi: superata la diffidenza iniziale abbiamo fatto amicizia ed abbiamo osservato i pianeti. Sono stati così contenti e gentili da regalarmi due buonissimi aglioni della Valdichiana: oggi ci ho cucinato una pomarola con pomodoro coltivato da me e vi assicuro che il sugo era prelibato!
M4: eccomi, finalmente dopo tanto tempo mi accingo ad osservare nuovamente gli oggetti incantevoli situati in queste costellazioni, iniziando il mio percorso dallo Scorpione. Qui troviamo questo ottimo ammasso globulare, la cui visione è stupefacente se consideriamo l'esigua altezza rispetto all'orizzonte. In effetti è uno degli ammassi globulari più grandi e più vicini a noi. Non appare esageratamente denso di stelle, che in prossimità del nucleo hanno una disposizione a croce. Data l'altezza ho diminuito gli ingrandimenti a 250x.
M80: questo ammasso globulare è particolare, perchè pur essendo piccolo possiede una buona brillantezza. Inoltre è estremamente denso di stelle, come si può apprezzare soprattutto in visione distolta. Al suo interno sono state scoperte molte cosiddette stelle vagabonde blu, che differiscono per luminosità dalle altre dell'ammasso e che si ritengono il frutto della fusione di due stelle. La grande quantità di stelle ammassate in questa classe di oggetti  è sicuramente la causa del verificarsi di tali fenomeni. 250x.
NGC 6453: dopo aver verificato la correttezza della posizione, a meno che non abbia commesso errori, a 139x questo ammasso globulare assomiglia quasi più ad un ammasso aperto ed è composto da uno sparuto raggruppamento di stelle.
M7: quale modo migliore di inaugurare l'osservazione degli ammassi aperti che questa magnifica coppia? A 52x riempie per intero il campo dell'oculare. Le copiose stelle che lo compongono variano per brillantezza, ma nel complesso sono luminose. C'è un asterismo che ricorda la costellazione di Orione in miniatura; altri due asterismi invece formano due linee rette di stelle perpendicolari fra loro.
M6: questo ammasso aperto di primo acchito forse è meno impressionante di M7, tuttavia le stelle sono molto brillanti e la loro disposizone ricorda l'immagine di una farfalla, con quattro ali e le antenne. Peccato per la scarsa elevazione, perchè è un oggetto notevole. 52x.
NGC 6441: stupisce la visione a 250x di questo piccolo, nebuloso e compatto ammasso globulare, così vicino alla stella G Scorpii, con anche un'ulteriore stellina nelle immediate vicinanze. Mi è venuto subito in mente il Fantasma di Mirach.
NGC 6704: spostiamoci adesso nello Scudo, dove troviamo questo modesto ammasso aperto, composto da stelle fine, la cui disposizione ricorda la conchiglia di un Nautilus. È una piacevole visione a 139x.
M11: il Morpheus si è comportato egregiamente in ogni tipo di osservazione, ma su questo ammasso aperto ha dato il suo meglio, restituendo un'immagine di indicibile bellezza grazie al suo ampio campo apparente. A 139x un numero sterminato di stelle riempiono il campo fino ai bordi più remoti. Al centro, stelle brillanti si addensano come tanti grappoli d'uva: ogni stella un acino. Visione fantastica.
NGC 6683: un piccolo ammasso aperto collocato in una bolla di cielo vuoto, o forse sarebbe più corretto dire meno gremito di stelle rispetto alla zona circostante. Le deboli stelline che lo compongono sembrano moltiplicarsi in visione distolta, conferendogli quindi un aspetto nebuloso. 139x.
NGC 6712: ho osservato a 250x l'ammasso globulare in questione, di debole luminosità, nebuloso e di scarse dimensioni. In distolta si riescono a risolvere alcune stelle.
M26: è un ammasso aperto composto da un numero di stelle non esagerato, peraltro di dimensioni relativamente modeste. Tuttavia è molto curioso perchè sembra di guardare il muso di un elefante: le stelle mimano gli occhi, la proboscide e le orecchie di un pachiderma. 139x.
NGC 6664: ammasso aperto in cui le stelle presenti in media quantità si disperdono in un'area piuttosto estesa. 139x.
NGC 6649: un ammasso aperto composto da un gruppetto di stelle, tra cui a 139x spiccano un paio per luminosità.
GIOVE: una prima osservazione a 250x ad inizio serata, in attesa che facesse buio, mi aveva fatto capire che il seeing della serata era buono, seppure il pianeta fosse ancora troppo basso. Comunque ho fatto bene ad osservarlo, perchè ho visto la Grande Macchia Rossa nel bordo in alto a sinistra del disco, che stava ormai scomparendo. A mezzanotte il vento disturbava non poco le osservazioni, anche perchè il Dobson prestava il fianco proprio alla direzione del vento e si creava un effetto vela che peggiorava la situazione. Tra una raffica e l'altra ho potuto apprezzare a 278x: un Polo Sud con varie sfumature di colore; la SEB sottile ma netta e dettagliata; la NEB ben spessa, di un colore mattone, con delle frastagliature arzigogolate. Non solo, si discernevano chiaramente anche diversi festoni, che erano addossati alla NEB. Se il diametro generoso consente un'ottima saturazione dei colori, quello che rammarica è quel filo di eccessiva luminosità che tende a bruciare i dettagli. Il rimedio sarebbe ingrandire, ma non sempre ciò è possibile e questo è uno dei motivi del perchè nell'osservazione planetaria è bene privilegiare diametri intermedi.
SATURNO: osservato a 278x alle ore 02:00, appena prima di tornare a casa. Ancora mi emoziono come la prima volta, non riesco ad abituarmi ad un tale spettacolo. La Divisione di Cassini  tra gli anelli A e B è perfettamente tracciata, mentre l'anello C è visibile con grande attenzione sulle anse interne. Il disco appena sotto agli anelli presenta una banda color crema, mentre scendendo acquisisce una tonalità ocra. Gli anelli sono inclinati in una maniera incredibile, addirittura per un pelo si vede il bordo esterno di quelli che passano dietro al pianeta.

Il desiderio di puntare il telescopio proprio al centro della Via Lattea però era troppo forte, così il giorno successivo mi sono nuovamente recato ad osservare. Le condizioni erano molto diverse da quelle del giorno prima, perchè ero un po' più stanco e soprattutto l'aria era irrespirabile. Alle 22:30 la temperatura era di 27° e l'umidità del 48%, valori che alle 02:00 erano diventati 23° e 62%. Anche in questa sessione ho osservato per circa tre ore, dalle 23:00 alle 02:00.  Complice la maggiore umidità il cielo ha fatto più fatica a scurirsi e la notte sembrava non scendere mai. A inizio serata ero lì che boccheggiavo, cercavo gli oggetti e non li trovavo: avete presente quando la serata va per il verso sbagliato? Poi l'ho sentita: una leggera brezza, che ha spazzato via quella calura e ha schiarito i miei obnubilati pensieri. La divinità del luogo, ovvero il vento, era venuta in mio soccorso e mi ha permesso di trascorrere un'altra quieta serata sotto la volta stellata.

M53: ancora una volta ho iniziato ad osservare per sfinimento, nonostante il cielo non fosse ancora perfettamente buio. Prima di godermi il Sagittario ho deciso di completare il mio veloce giro delle costellazioni settentrionali con la Chioma di Berenice. In queste condizioni a 250x l'ammasso globulare, di medie dimensioni e luminosità, appare nebuloso. Tuttavia in visione distolta vi è una notevole risoluzione delle stelle che lo compongono. Una stella  luminosa è posizionata in basso a sinistra.
M64: è una galassia a spirale molto interessante, perchè le regioni esterne ruotano in direzione contraria a quelle interne; si pensa che ciò sia dovuto alla collisione ed alla conseguente fusione con una piccola galassia. A 139x mostra una discreta estensione e brillantezza e una forma ellittica. Sotto il nucleo ovalizzato è osservabile, in visione distolta, la banda scura di polveri che le conferisce il nome "Occhio Nero".
NGC 4565: una galassia stupenda, purtroppo osservata in condizioni deprecabili sia per il buio che non arrivava sia per il fatto che era ormai declinante verso Ovest. Per queste ragioni non sono stato in grado di raggiungere i risultati osservativi ottenuti in passato, quando riuscì ad osservare la banda di polveri. È una galassia a spirale simile alla Via Lattea, collocata proprio di taglio. A 139x è un ago lungo e sottile, rigonfiato in prossimità del nucleo. In visione distolta otteniamo un minimo miglioramento.
NGC 4494: galassia ellittica osservata ai medesimi ingrandimenti, di media grandezza e luminosità. Il nucleo appare più luminoso. Ho avuto la sensazione di percepire un contorno irregolare, ma verificando le foto e le mie precedenti registrazioni credo di aver avuto un'erronea percezione.
IC 4665: meraviglioso ammasso aperto in Ofiuco. A 42x non riesco ad abbracciarlo per intero, date le sue immense dimensioni; forse un grosso binocolo è lo strumento migliore per apprezzarlo appieno. È composto da un gran numero di stelle, alcune molto brillanti, di differente grandezza e colore. Questo ammasso è di interesse scientifico in quanto è relativamente distante dal piano galattico, su cui normalmente sono collocati gli altri ammassi aperti.
NGC 6633: a 52x possiamo osservare un ammasso aperto molto esteso che riempie il campo dell'oculare. È caratterizzato da una buona densità stellare, con alcune componenti molto brillanti. Al margine superiore una stella brillante corona tutto l'ammasso.
IC 4756: dal Serpentario al Serpente, troviamo un notevole ammasso aperto di stelle. A 42x stelle luminose in copiosa quantità si stipano a difficoltà nel campo inquadrato. Al centro una inequivocabile disposizione stellare disegna la coda di una sirena che emerge dall'acqua!
NGC 6625: qui comincia il mio viaggio verso il centro galattico, con questo esteso ammasso aperto nello Scudo osservato a 52x. Non è granchè, essendo costituito da un gruppetto di 6/7 stelle maggiormente luminose immerse in un discreto campo stellare.
NGC 6604: tornando nel Serpente, un bell'ammasso aperto con una struttura a triangolo rivolto verso il basso, forma che richiama alla mente il simbolo alchemico dell'acqua e della donna. Catene di deboli stelline giacciono al suo interno. 52x.
M16: quanto tempo che non osservavo la Nebulosa Aquila, una celeberrima nebulosa ad emissione con annesso ammasso aperto. L'Hubble ci ha regalato indimenticabili immagini dei "Pilastri della Creazione", nubi di gas e polveri, vere e proprie fucine di nuove stelle. Il contorno di stelle forma la sagoma di un diamante. A 139x con un filtro UHC disposta orizzontalmente è visibile un'ampia nebulosa nella parte centrale. Al di là di questa zona più netta, una diffusa nebulosità circonda debolmente tutte le stelle dell'ammasso.
NGC 6605: un minuto ammasso aperto con un asterismo di cinque stelle disposte in linea retta. 52x.
M17: con quell'umiltà che ti insegna solo il tempo passato dall'ultima volta che ho affrontato l'infinito mare di stelle del Sagittario, entro in questa costellazione e inizio a scorgerne i tesori ivi racchiusi. E subito l'oggetto più bello di tutti, almeno a mio parere: la Nebulosa Cigno. A 139x con il filtro UHC non c'è nulla da immaginare. La nebulosa ad emissione è lì, in tutto il suo immenso splendore. La somiglianza con un cigno è innegabile: la testa, il collo ricurvo, l'ala ripiegata, la coda; anche i chiaroscuri nella nebulosa sembrano assecondarla, specialmente sull'ala. E poi una stellina proprio sul becco, altre due sul collo! Altre porzioni di nebulosa, meno appariscenti, risultano posizionate in alto a sinistra e in alto a destra rispetto alla nebulosa principale.
M18: si tratta di un ammasso aperto di modeste dimensioni, le cui stelle presentano una buona luminosità. È consigliabile osservarlo a bassi ingrandimenti per godere del ricco campo stellare circostante. 52x.
NGC 6603: è un ammasso aperto molto strano, che si trova all'interno della nube stellare del Sagittario. Risulta molto denso e compatto, e per di più è anche debole. A 250x si risolve completamente: una linea retta verticale di stelle al centro lo divide  in due parti. Le stelle che ne fanno parte sono di debole magnitudine.
M24: la nube stellare del Sagittario, un enorme conglomerato di stelle, è già un oggetto eccezionale se osservata con un binocolo 10x50. Le stelle più luminose conferiscono un profilo pentagonale alla nube. Neanche scendendo a 42x si riesce a contenerlo nella sua interezza. Le stelle sono incredibilmente fitte e fine. Fantastica visione.
NGC 6590, NGC 6595 e NGC 6589: ho controllato e ricontrollato la posizione di questa coppia di nebulose a riflessione e con una ragionevole certezza posso dire di averle scorte, anche riconfrontando i miei schizzi con le foto. Entrambe sono visibili come una piccola aura circolare: NGC 6590 e NGC 6595 attorno ad una stellina, mentre NGC 6589 attorno ad una coppia di stelline. Mi sono dimenticato di annotare gli ingrandimenti, ma mi ricordo per certo di aver utilizzato un filtro nebulare. Ricordiamo che le nebulose a riflessione, come dice il nome, si limitano a riflettere la luce delle stelle vicine; le nebulose a riflessione invece emettono loro stesse luce in quanto i gas vengono eccitati dalla radiazione emessa dalle stelle. Per questa ragione le nebulose a riflessione sono più difficilmente osservabili rispetto alle altre.
NGC 6507: ammasso aperto di stelle osservato a 52x, che in realtà si compone di due gruppi di stelle. Il gruppo superiore in alto conta 4/5 stelle disposte a mezzaluna, invece il gruppo inferiore è composto da un maggior numero di stelle messe a mo' di culla. Mi ha colpito molto questa conformazione, mi ha fin da subito ricordato il Disco di Nebra, con la luna e la barca solare sottostante.
M23: questo ammasso aperto è una rara meraviglia. A 52x è possibile vedere in basso a sinistra una stella luminosa, gialla se non ricordo male: è un seme, da cui parte una linea ondulata di stelle, che ricorda invece uno stelo. Quest'ultimo termina in un grande raggruppamento di stelle, che formano come tanti petali. Il tutto ricorda moltissimo un fiore di Loto. Ottima la brillantezza delle stelle.
M25: anche questo ammasso aperto è molto bello. Agli stessi ingrandimenti è possibile racchiudere nel campo in basso tre stelle luminose, mentre l'ammasso vero e proprio si posiziona in alto a sinistra rispetto ad esse. Concentrandoci sull'ammasso notiamo stelle più fine al centro, mentre le stelle più grandi si trovano lungo il perimetro esterno.
CR 394: questo e il successivo ammasso aperto, entrambi osservati a 52x, si trovano in plaga celeste ricca di stelle, quindi non è semplice distinguerli dal campo stellare in cui sono immersi. Questo è un ampio ammasso aperto con stelle di media brillantezza, non esageratamente ricco.
NGC 6716: anche questo ammasso aperto è costituito da un numero di stelle nella media, ma a differenza del precedente sono maggiormente ravvicinate e conseguentemente anche l'ammasso risulta più piccolo.
NGC 6717: un ammasso globulare davvero peculiare, molto vicino ad una stella, rispetto alla quale rimane in alto a sinistra. A 250x non è molto più grande della stella. È un oggetto debole, in visione distolta emergono soltanto una manciata di stelle.
M22: di tutt'altro tenore questo ammasso globulare, enorme e molto luminoso. L'alone si disperde a raggiera in tutte le direzioni. Il nucleo ha un aspetto nebuloso, ma la risoluzione in stelle migliora in visione distolta. 250x. È uno degli ammassi globulari più luminosi del cielo, anche in virtù della sua vicinanza con la Terra, e la sua particolarità è quella di ospitare al suo interno una nebulosa planetaria.
NGC 6638: ammasso globulare estremamente piccolo e di aspetto nebuloso. 250x.
M28: ammasso globulare di media grandezza e buona luminosità. Si presenta nebuloso, ma la visione distolta ne migliora moltissimo la visione, accendendo tante finissime stelline.
M21: ammasso aperto osservato a 52x. Media densità stellare. Immerso in un piacevole campo stellare.
M20: è la notissima Nebulosa Trifida, una nebulosa ad emissione che trae il proprio nome dal sistema di canali che la attraversano, dividendola in tre parti. A 139x con filtro UHC i canali sono molto evidenti, soprattutto in visione distolta. La nebulosità è molto ben delineata. Proprio al centro c'è una coppia di stelle. Nel complesso è ampia e brillante, sicuramente un oggetto meraviglioso.
M8: non da meno è la Nebulosa Laguna, osservata ai medesimi ingrandimenti ma con filtro OIII. Ci sono varie aree di nebulosità. Una prima è in basso, in prossimità di una stella. Una seconda più importante nebulosa è a sinistra attorno ad un gruppo di stelle. Appena sopra ad essa il Ponte di Herschel, un canale scuro molto netto che divide le due parti principali della nebulosa. Sopra di esso, come accennavamo, un'ulteriore intensa nebulosità, alla cui destra troviamo un ammasso aperto con stelle brillanti. Sopra quest'area un'ulteriore nebulosità, più tenue. Rispetto a M20 è sicuramente più estesa. Una visione davvero fantastica.
NGC 6544: piccolo ammasso globulare, di medio-bassa luminosità. A 250x rimane nebuloso e si risolve di poco in distolta.
NGC 6553: ammasso globulare appena più grande del precedente, ma allo stesso tempo più debole. Sembra quasi non risolversi minimamente, nonostante i 250x. Una stellina è in basso a sinistra vicino all'alone.
M70: un ammasso globulare di scarse dimensioni e brillantezza, contorniato da diverse stelline. Il nucleo risulta decisamente più luminoso dell'alone. 250x.
BOLIDE: alle ore 02:00 esatte ho osservato un bolide in direzione Nord-Ovest, che è passato proprio davanti al Carro dell'Orsa Maggiore, lasciando una scia in cielo prima di dissolversi!
GIOVE: osservato a inizio serata, sempre nell'attesa che facesse buio. Non ho preso appunti, ma un seeing eccelso mi ha dimostrato che in condizioni ottimali avere un buon diametro a disposizione conta eccome! In particolare mi ha estremamente colpito l'incisione della Banda Temperata Settentrionale, un sottile filo marrone teso sulla chiara Zona Temperata Settentrionale. 250x.
SATURNO: osservato a fine serata a 278x. Ero abbastanza provato e mi stavo gustando giusto un attimo il rilassante piacere di osservare questo pianeta. L'immagine era ottima, anche se il seeing mi sembrava leggermente peggiorato rispetto a inizio serata. Già un po' di tempo prima un cinghialino era venuto a farmi compagnia, poi ci si è messa pure una volpe a scorrazzarmi intorno! Così si sono concluse le mie osservazioni.

lunedì 10 giugno 2019

Osservazioni dal balcone (pt.1) - 09/06/19

Anche se ultimamente sono stato un po' pigro e non ho scritto molto, in realtà ci sono state alcune novità, prima fra tutte la nuova strumentazione per osservazioni dal balcone della mia abitazione. Vi racconto la serata osservativa di ieri, non tanto per le osservazioni condotte nè per gli appunti presi, tutto sommato modesti, quanto per il seeing eccelso che mi ha rassicurato moltissimo sulle scelte fatte.
Per osservare ho utilizzato il mio nuovo piccolo gioiellino, un Maksutov-Cassegrain  Bresser 127/1900 f/15, montato su di una montatura altazimutale Sky-Watcher AZ4. In attesa che mi arrivi il Baader Morpheus da 9 mm e 76° che ho ordinato, come oculare mi sono dovuto accontentare di un TS Super Plossl 9 mm 52°: in confronto è come guardare dal buco della serratura, tuttavia la qualità ottica è più che buona. Quando non diversamente specificato ho usato tale oculare, che fornisce quello che ritengo un ingrandimento massimo ottimale per il telescopio, ovvero 211x. Nelle descrizioni considerate l'inversione orizzontale dell'immagine.
La serata era torrida ed il seeing era qualificabile nel livello 8 della scala di Pickering B, con una percezione di dettagli fini che in alcuni momenti era fantastica.
La regina della serata è stata senza dubbio la Luna, a cui ho dedicato la maggior parte del tempo. Anzi, direi che mi sono completamente perso tra i suoi mari, monti e crateri, relegando l'approccio più scientifico soltanto alla parte finale dell'osservazione. 
Quindi ho descritto le mie impressioni limitatamente ad un numero esiguo di formazioni lunari, cominciando da Aristoteles. Sebbene abbia una preferenza per Platone, in filosofia come sulla Luna, devo ammettere che il cratere in questione è notevole. La prima cosa che colpisce lo sguardo sono i versanti esterni del cratere, scoscesi con un motivo a raggiera. Adagiati sul bordo superiore giaciono due piccoli crateri, mentre continuando sul bordo a destra troviamo una notevole frattura del suolo. All'interno sono visibili tre craterini disposti a triangolo. La parte sinistra del cratere è in ombra, ma emerge un picco isolato. Impressionanti i terrazzamenti interni al cratere, nella parte destra. Spostandoci a destra, ancora oltre il cratere Egede, c`è una grande area costellata di piccoli monti e crateri: il terminatore creava un gioco di luci incredibile, sembrava di sorvolare un fitto boschetto di alberi.
Mare Serenitatis.  L'inizio è stato sconfortante, perchè non sono riuscito ad osservare la Rima Calippus, evidentemente al di là delle possibilità offerte dal telescopio. Ma da qui in poi è stato un vero spettacolo. Ho registrato i craterini visibili e posso affermare con certezza di essere riuscito ad osservare quelli del seguente elenco: Linne F, B, D e A (quest'ultimo si vedeva chiaramente ma a tratti, in dipendenza delle fluttuazioni del seeing). Luther, Posidonius N, Bessel D e H, Sarabhai, Deseilligny, Bessel, Bobillier, Sulpicius Gallus. Considerate che alcuni di questi crateri sono catalogati da Virtual Moon Atlas come alla portata di un telescopio riflettore di almeno 200 mm. Ma non finisce qui, pensate che non tanto come crateri definiti bensì come semplici variazioni di albedo superficiali di forma circolare, collocati sopra le ultime due formazioni citate, si vedevano distintamente anche Bessel F e G: vengono dichiarati alla portata di un riflettore di 500 mm di diametro! Bisogna anche menzionare il sistema di dorsali che attraversano tutto il mare, davvero imponenti.
Rima Ariadaeus. È un lunghissimo solco sulla superficie selenica, quasi interminabile. Inizia dal cratere Ariadaeus da cui prende il nome e termina in prossimità della Rima Hyginus, ben visibile proprio in prossimità del terminatore. In realtà le due rime sono collegate da un solco di raccordo, che però non risultava visibile all'oculare.
Maurolycus. Si tratta di un cratere magnifico, ricco di dettagli. Nella parte interna erano visibili i principali craterini, cioè M, J, L e N. Al centro di tutto un monte, per metà illuminato. La parte sudoccidentale del cratere rimaneva nascosta sotto una cortina d'ombra, che aveva una curiosa forma a fagiolo. Molto contrastato il cratere A sul bordo inferiore. Il dettaglio più soddisfacente che era possibile discernere è stata la finissima superficie butterata di micro crateri che si trova in prossimità del cratere N.
Epsilon Bootis (Izar): attualmente sono in attesa anche di un cercatore ottico angolato che mi permetta di portare l'osservazione di stelle doppie ad un altro livello. Fortunatamente fra le stelle visibili ad occhio nudo vi sono dei veri gioielli, tra cui la "pulcherrima". A 211x restituiva una magnifica immagine. La principale mostrava un bel colore giallo leggermente aranciato, mentre la secondaria, di dimensioni circa quattro volte minore, aveva un colore celeste ghiaccio. Un contrasto di colori molto vivido. Questo telescopio, causa la sua pronunciata ostruzione, crea immagini stellari con almeno due cerchi di diffrazione, a seconda delle condizioni del seeing. Qui la compagna giaceva sul secondo anello di diffrazione della primaria, mentre il tenue anellino della secondaria era tangente al primo anello. Quando si creano queste condizioni di prossimità tra componenti l'osservazione ne guadagna molto in termini di spettacolarità. Per chi è interessato ho postato un disegno nell'apposita sezione del blog.
Zeta Ursae Majoris (Mizar) e 80 Ursae Majoris (Alcor). Chiude la serata un'osservazione a 100x del sistema triplo in questione. Gli ingrandimenti sono sufficienti a risolvere Mizar e permettono di abbracciare in un fazzoletto nero di cielo non solo Alcor, ma anche diverse altre stelle, garantendo immersività e sereno appagamento all'occhio e allo spirito.

domenica 9 dicembre 2018

Preparate gli ombrelli! - 8/12/18

A dir la verità pensavo che in questo noviluno non sarei riuscito ad osservare: i vari impegni mi avevano già fatto saltare un paio di serate in cui il cielo notturno era niente male, mentre poi le previsioni volgevano al peggio. Ieri mattina quindi mi sono alzato un po' sconfortato, prima di vedere che tipo di giornata era: un cielo limpido, terso e trasparente come non mai, senza neanche l'ombra di una nuvola; aveva un colore azzurro intenso. Osservando il tramonto dalla "Puntabella" sul Lago Trasimeno ho potuto godere di una visione paradisiaca, in cui il giallo cedeva il posto all'indaco. A quel punto, ovviamente, avevo l'imperativo categorico di andare ad osservare.

Ho osservato dalle 20:30 alle 23:30, poi ero un po' stanco, infreddolito e soddisfatto allo stesso tempo, quindi considerando la facilità con cui posso raggiungere questa postazione osservativa me ne sono andato a letto. Compiere tre ore di osservazioni alle undici e mezzo è un risultato che solo la prossimità del solstizio d'inverno può permettere di raggiungere, oltre ad un luogo non troppo lontano. Ancora una volta ero dalle parti di Cortoreggio, sopra Terontola. Siamo a circa 500 m di altezza e le mappe dell'inquinamento luminoso sostengono che c`è un SQM di 21,12; io non ho effettuato nessuna rilevazione in questo senso, avendo invece misurato una temperatura di 4 gradi e un'umidità dell'87% subito prima di andarmene. In proposito il cielo progressivamente si è un po' schiarito per colpa dell'umidità, ma devo dire che era veramente uno spettacolo, con miriadi di stelle e anche le costellazioni più deboli risultavano ben visibili. Lo strumento era sempre il mitico Dobson Gso Deluxe 250/1250. Comunque la vera notizia è che ho osservato senza il minimo disturbo esterno di uomini o animali e che ho rintracciato tutti gli oggetti della lista osservativa fin dove sono riuscito ad arrivare: è filato tutto liscio, quindi essendo abbastanza pessimista ora come minimo mi aspetto che piova per almeno tre mesi senza mai smettere!

NGC 1501: dopo aver individuato la costellazione della Giraffa ho seguito una strisciolina di stelline che mi hanno portato in prossimità dell'oggetto. È una nebulosa planetaria di forma ovale, abbastanza grande. A 250x si notano dei chiaroscuri al suo interno, ma la nebulosa risulta diafana. Diminuendo a 156x in visione distolta si evidenzia un anello esterno più marcato, un cerchio intermedio meno denso ed un nucleo centrale luminoso. È soprannominata "Ostrica" ed è lontana la bellezza di 4'000 A.L. dalla Terra.
NGC 1502: alla fine della predetta strisciolina di stelle è collocato questo ammasso aperto molto gradevole. Osservato a 156x mostra una media estensione. Non è molto ricco di stelle, tuttavia alcune di esse sono abbastanza luminose.
46P/WIRTANEN: probabilmente era l'unica occasione che avevo per osservare quella che giornalisticamente è stata definita la "Cometa di Natale". Dal momento che spesso i giornalisti gonfiano e distorcono notevolmente le notizie relative ad eventi astronomici temevo di rimanere deluso. E invece vi confermo che si tratta proprio di una notevole cometa. In questo momento si trova sotto la testa della Balena e grande è stato il mio stupore nel vederla molto luminosa già attraverso il cercatore ottico. Osservandola a 52x il nucleo della cometa è molto brillante; la chioma appare estremamente ampia ed il bello è che a ben guardare risulta visibile anche la coda. La nebulosità che infatti circonda il nucleo appare come stondata e compressa verso una direzione, concentrandosi in basso a destra rispetto al nucleo. Credo che prima del 16 dicembre riandrò sicuramente ad osservarla con il binocolo o con l'80ino in compagnia della signora.
NGC 246: cercando la nebulosa planetaria Teschio mi cimento in uno star hopping certosino, arrivo nel punto esatto e vedo ... niente. Solo cinque stelline. Un po' infastidito avvito il filtro UHC e con 104x appare come per magia. Anche se abbastanza ampia per un oggetto di questa categoria non risulta molto luminosa, comunque appare nettamente stagliata contro il fondo cielo ed è possibile notare dei chiaroscuri nel corpo nebulare. Delle cinque stelline di cui vi dicevo, tre vengono inglobate dalla nebulosa, mentre due rimangono fuori.
NGC 247: l'oggetto più basso sull'orizzonte osservato nel corso della serata, sempre nella Balena. Questo fattore sommato all'inquinamento luminoso della vallata ha reso la stessa un'osservazione al limite. Verifico attentamente le stelle di campo, solo che la galassia non la vedevo proprio. Poi ho notato una piccola zona di cielo più sbiadita rispetto al fondo cielo circostante, controllo e ricontrollo ed alla fine arrivo alla conclusione che lì c'è la galassia! È davvero estremamente debole. Si colloca in mezzo a tre stelle allineate ed è posta di taglio. Non so proprio cosa pensare, cinque anni fa dall'ottimo cielo di Casal di Pari ebbi una visione molto diversa, tuttavia credo di aver osservato la galassia giusta. 125x.
NGC 157: è una galassia di dimensioni e luminosità medie. Presenta una forma ellittica irregolare. È racchiusa da un triangolo di stelle e cè una stellina in basso a destra proprio all'interno del bordo della galassia. 125x.
NGC 772: galassia in Ariete dalla forma irregolare ellittica e con i bordi che paiono sfrangiati. Si tratta di una galassia interagente e da ciò deriva la sua deformità, che ricorda una "Testa di Violino". Il nucleo mostra una buona luminosità, ma anche in questo caso possiamo catalogarla come galassia intermedia per brillantezza ed estensione superficiale. Non è difficile trovarla, basta partire da Mesarthim. 125x.
M31, M32, M110: ho osservato la Galassia di Andromeda a 52x e ogni volta è come la prima volta. Per mia fortuna era molto alta in cielo ed in queste condizioni il disco galattico riempie il campo dell'oculare. Si vedono le bande di polveri che si inframezzano all'alone galattico. Il nucleo è a dir poco abbagliante. La sua forma è molto allungata ed in visione distolta pare allungarsi come se non avesse una fine. È la galassia delle galassie, un oggetto unico ed impareggiabile nella sua categoria. Mi ha molto stupito anche la visione di M110, una discreta galassia che per forza di cose passa sempre in secondo piano. M32, un palloncino di luce intensa.
NGC 404: era da tanto che non riosservavo questo capolavoro cosmico, la galassia nana lenticolare conosciuta come Fantasma di Mirach. La visione che si mostra all'oculare a 156x è quella della brillante stella Mirach, di un giallo arancio molto carico e con una grande croce di diffrazione proiettata in cielo; poco più in là, a sinistra e leggermente in alto, c'è questa galassia di forma circolare e più ampia rispetto alla stella. Il nucleo è ampio e luminoso; vi è poi un cerchio più esterno più tenue. Il nome a mio giudizio è quanto mai appropriato, in quanto il contrasto generato dalla vicinanza della brillantezza dovuta alla stella la fanno percepire come un Doppelgänger della stessa.
NGC 752: sempre in Andromeda e partendo da Almach troviamo un ammasso aperto che si distingue per grandezza e ricchezza di stelle, peraltro luminose. A 52x la pioggia di stelle riempie il campo inquadrato. È una visione molto rilassante, direi estatica. C'è una coppia ravvicinata di stelle molto luminose in alto a destra, ai margini dell'ammasso.
NGC 891: galassia vista allo zenit! Posso solo dire: stupenda. Non è eccessivamente brillante e presenta media estensione. Ha una forma molto schiacciata e allungata, più bombata in prossimità del nucleo. Si mostra alla vista perfettamente di taglio. È immersa in un mare di stelle. Potrete non credermi, ma in distolta si vede molto chiaramente la sottile banda di polveri che la divide a metà per tutta la sua lunghezza e poi si allunga ancora! 125x.
M1: spostandoci nel Toro non ci possiamo esimere dall'osservare la Nebulosa Granchio, il resto della supernova esplosa nell'anno 1054. A  me è sempre parsa un oggetto strano, connotato da un'elevata densità nebulare e dai bordi variabili a seconda dell'angolo visuale in cui la si osserva. A 156x e con il fitro UHC si evidenziano dei leggeri chiaroscuri.
M42, M43: vedo Orione e ho già avvitato nell'oculare il filtro UHC, secondo voi come è andata a finire? Pur essendo ancora bassa sull'orizzonte è una visione trascendentale. Quei lembi di materia sospesi nello spazio sembrano avere una pesantezza, una consistenza ed una tridimensionalità del tutto peculiare. Sempre emozionante il Trapezio di stelle al centro. Da osservare con molta calma e in condizioni migliori durante quest'inverno, non vedo l'ora.
NGC 1746, NGC 1758, NGC 1750: tutti i predetti oggetti compongono un unico enorme ammasso aperto di stelle, tanto che ho optato per i 42x. Si contraddistingue per un'elevata densità stellare, nonchè per la varietà delle sue componenti. In particolare cinque o sei stelle spiccano per la loro brillantezza. Una visione molto piacevole.
NGC 1807, NGC 1817: qui ci troviamo dinnanzi un doppio ammasso aperto. Osservandolo a 52x contiamo un numero non esagerato di stelle, pur risultando nel complesso luminoso. Personalmente la particolare disposizione stellare, raggruppate a formare due ovali a forma di goccia, mi ha ricordato gli occhi di un alieno!
NGC 1647: un altro ammasso aperto notevole, sempre osservato a 52x. Composto da stelle abbastanza luminose e molto esteso, si sviluppa maggiormente in senso orizzontale. Esattamente al centro è sormontato da una stella molto più luminosa rispetto a tutte le altre.
IADI: è risaputo essere un ammasso aperto che si presta più alle osservazioni binoculari che non a quelle telescopiche, tuttavia rimane in ogni caso superlativo. A 52x bisogna sorvolarlo da parte a parte per osservarlo integralmente e quindi siamo costretti a scoprirne una parte alla volta. Così prima ho inquadrato Aldebaran, topazio giallo librato in cielo, brillantissima; poi è stata la volta di tutte le altre stelle, pure molto luminose, ma che comunque non possono in alcun modo reggere il confronto con Alpha Tauri, l'occhio del Toro.
M45: le Pleiadi, le Sette Sorelle, non hanno certo bisogno di presentazioni. Dirò soltanto che a mio parere non sono stelle, ma diamanti di luce purissima che trafiggono il firmamento e trascinano la mente verso universi sconosciuti. Sette o otto stelle sprigionano una luce incomparabile ed il ricchissimo campo stellare crea una sensazione di immersività totale. 52x.
NGC 1514: una nebulosa planetaria tutt'altro che facile da individuare. Partendo da Atik arrivo nel punto in cui dovrebbe trovarsi, ma anche in questo caso a bassi ingrandimenti vedo solo stelle. Avvito dunque il filtro OIII e da subito si evidenzia un alone circolare di media estensione che circonda quella che prima sembrava una nuda stellina. 156x.
NGC 869, NGC 884: una visione indescrivibile a 52x. Miriadi di stelle si dipanano dagli addensamenti centrali di questi due ammassi aperti e si propagano in ogni dove. Stelle di ogni dimensione e colore riempiono per intero il campo visuale. Sicuramente uno dei grandi gioielli del cielo notturno. Pur non avendo la forza di completare la lunga lista di oggetti nel Perseo, il Doppio Ammasso non me lo potevo perdere.