SCELTA DEL PRIMO TELESCOPIO

La scelta del primo telescopio, ovvero un ostacolo talvolta così insormontabile da riuscire finanche a bloccare l'acquisto sul nascere per colpa dell'ansia di non riuscire a gestire il telescopio oppure a causa dell'indecisione. Vediamo di capire insieme qual è il telescopio più adatto per le vostre esigenze, cercando di essere imparziali. 

Anzitutto ponetevi questi quesiti: conosco il cielo notturno? So riconoscere le principali costellazioni? So che esse si avvicendano con le stagioni? Riconosco i pianeti visibili ad occhio nudo? Ho presente che la Luna ha delle fasi? Se rispondete si siete già pronti al grande salto, mentre se non avete ancora alzato gli occhi al firmamento sarebbe altamente preferibile dotarsi subito di un binocolo, come il classico 10x50, ed iniziare ad osservare prima ad occhio nudo e poi con il binocolo le costellazioni nonchè le stelle ed anche gli oggetti del cielo profondo più brillanti di ognuna di esse, i pianeti e la Luna. Il presupposto per queste scampagnate astronomiche senza dubbio è un cielo almeno suburbano, cioè relativamente buio: puntando lo sguardo o un binocolo sul cielo inquinato cittadino avrete ben poche soddisfazioni. Considerate che il binocolo è perfettamente complementare al telescopio quindi in assoluto è un acquisto molto azzeccato. Puntandolo in certe zone del cielo come nel bel mezzo della Via Lattea da un cielo buio manderete esclamazioni di gioia incontrollate alla vista di migliaia di stelle! Inoltre con il binocolo si possono osservare porzioni di cielo molto ampie, e col telescopio normalmente non ci si riesce. Da non dimenticare che con il binocolo l'immagine è raddrizzata, e non invertita come al telescopio, quindi è lo strumento migliore per imparare a conoscere il cielo, e per fare comparazioni di ciò che vediamo con le mappe.

Bene, so che volete il telescopio e non il binocolo! Vi capisco naturalmente! Vi dico subito qual è l'approccio sbagliato ed inconcludente: "Prendo un riflettore?"; "Meglio il rifrattore?"; "Forse è preferibile un catadiottrico?". La scelta non deve partire dal tipo di telescopio ma dal tipo di obbiettivi osservativi che ci prefiggiamo, tanto che il telescopio sarà una logica conseguenza. La situazione peggiore in assoluto è quella del neofita che dice: "Con 100 euro voglio un telescopio con cui osservare galassie, pianeti, nebulose e pure fotografare". Naturalmente è impossibile e si finisce per restare abbindolati da qualche mirabolante offerta che promette la Luna, è il caso di dirlo. Cercate di essere realisti partendo dal concetto che tutto non si può avere.

Una premessa brutale: lasciate perdere la fotografia! Infatti è altamente irrazionale non conoscere neanche il cielo e credere di riuscire a scattare foto perfette ai vari oggetti. L'astrofotografia richiede l'impiego di somme considerevoli, nell'arco di alcune migliaia di euro per configurazioni basilari. Inoltre prima di iniziare a far foto forse sarebbe più saggio acquisire una conoscenza del cielo e dei telescopi. Il neofita a questo punto dice: "Ma io vorrei un telescopio che non mi precluda niente, neanche la fotografia, un tuttofare insomma". Niente di più sbagliato: ogni tipo di telescopio da il meglio di se in un campo specifico e non esistono telescopi tuttofare in assoluto, anche se esistono telescopi più versatili di altri. A dimostrazione di questo sappiate che per l'astrofotografia, nel caso in cui si prediliga fotografare determinate categorie di oggetti celesti come le nebulose estese, si utilizzano dei telescopi di diametro molto piccolo e di corta lunghezza focale, mentre per l'osservazione visuale è auspicabile tutto l'opposto. L'unica eccezione a questo consiglio riguarda il novello astrofilo che a monte possiede una grande passione per la fotografia: in questo caso, se conscio delle difficoltà, egli farà bene ad indirizzarsi fin da subito verso l'astrofotografia piuttosto che verso l'osservazione visuale. Con tutto questo non intendo dire che il telescopio adatto sia al visuale che al fotografico non esista, ma solo che esso, oltre al costo sicuramente maggiore, sarà anche il frutto di compromessi tra le due esigenze contrapposte, con il rischio di essere sub-ottimale rispetto ad ogni esigenza considerata individualmente.

Ma stiamo correndo troppo. Poniamoci piuttosto una serie di domande: 

Quali criteri devono guidare la mia scelta?


La cosa forse più importante in assoluto è il diametro, o apertura, dell'obbiettivo poichè determina la luce raccolta dal telescopio. Anche il telescopio migliore del mondo non potrà che mostrare in relazione al suo diametro. Diciamoci la verità: un piccolo telescopio non mostrerà molto, quindi un minimo di diametro bisogna avercelo. Cerchiamo di quantificarlo. Per le osservazioni planetarie stiamo parlando di almeno 10 cm di diametro; un rifrattore apocromatico da 13 cm è considerato da molti esperti il telescopio definitivo. Per le osservazioni del cielo profondo invece il minimo sindacabile sono 15 cm, ma sarebbero molto più indicati 20 o 25 cm. Un riflettore da 25 cm è in grado di mostrare anche mille e più oggetti del cielo profondo da un cielo buio. Ricordate che la carenza di diametro non potrà essere in alcun modo compensata dagli accessori, e che è molto meglio avere modesti accessori ma un grande diametro piuttosto che il contrario. Perchè il diametro è importante? Perchè avrete la possibilità di ingrandire di più; perchè al crescere del diametro si rendono progressivamente visibili vari dettagli lunari e planetari; perchè per l'osservazione del cielo profondo è imprenscindibile un grande diametro, il più grande che potete gestire, considerando quanto sono deboli questi oggetti e quanto sono inquinati i nostri cieli. Conviene porre un limite al diametro? Certe volte il seeing in generale non consente di sfruttare a dovere un telescopio di grande diametro quindi se mediamente vi trovate in condizioni di cattivo seeing potrebbe essere una buona idea prendere un telescopio di medio diametro: si parla di 15 cm come ultimo diametro poco sensibile al seeing. Ma questo è un discorso valido per le osservazioni ad alti ingrandimenti; per quelle del cielo profondo non ha mai senso limitare il diametro. Naturalmente al crescere del diametro cresce la difficoltà di gestione del telescopio, in termini di peso, trasporto, ingombro. 


Un altro fattore da tenere in attenta considerazione è la lunghezza focale del telescopio, e cioè il percorso che la luce fa da quanto entra nel telescopio fino a quando converge nel punto di fuoco. I lettori più perspicaci avranno intuito che non c'è una correlazione necessaria tra la lunghezza materiale del telescopio e la lunghezza focale, infatti anche un telescopio corto potrebbe avere una lunghissima lunghezza focale se progettato in modo da far compiere alla luce diverse riflessioni al suo interno: è il caso di alcuni catadiottrici. La lunghezza focale è importante perchè ha tutta una serie di conseguenze. Anzitutto se è elevata permette di usare oculari a loro volta di maggiore lunghezza focale: questo vantaggio non è più decisivo come in passato, quando gli oculari corti erano scomodi perchè bisognava avvicinarsi molto alla lente;  oggi esistono oculari comodissimi anche da 3 mm o addirittura inferiori. Facciamo un esempio: con 2000 mm di lunghezza focale raggiungo 100x con un oculare da 20 mm; invece con 400 mm di lunghezza focale per raggiungere i soliti ingrandimenti mi servirà un oculare da 4 mm. In secondo luogo la lunghezza focale è in grado di neutralizzare nel modo più semplice e naturale tutte le aberrazioni e quindi di nascondere anche eventuali pecche del telescopio, mostrando comunque buone immagini. Invece un telescopio di lunghezza focale molto ridotta in relazione al diametro mostrerà inevitabilmente tutti i limiti dell'ottica. Tra questi limiti possiamo anche includere eventuali scollimazioni, ovvero un cattivo allineamento delle parti ottiche, perchè non sempre il telescopio permette di intervenire per ricollimare; una scollimazione è tanto più evidente, a parità di diametro, quanto più la lunghezza focale è ridotta. Infine tanto maggiore sarà la lunghezza focale tanto più sarà possibile contenere l'ostruzione dello specchio secondario se presente, infatti il cono di luce avrà la possibilità di assottigliarsi e basterà uno specchio più piccolo per intercettarlo; questo ragionamento però non vale per quei catadiottrici cui avevamo accennato prima perchè rispetto ad essi l'aumento di lunghezza focale non si accompagna all'aumento di lunghezza fisica del telescopio ed invece è proprio quest'ultimo che consente di contenere l'ostruzione. Da quanto detto parrebbe che, ancora più del diametro, più lunghezza focale abbiamo e meglio è. In realtà anche qui si pongono dei problemi. Primo, al crescere della lunghezza focale si restringe la porzione di cielo massima che possiamo osservare col telescopio: nell'esempio di prima avremo, con un telescopio lungo 2000 mm, una porzione di cielo massima visibile di 1,4° (lo spazio di quasi tre Lune affiancate) mentre con un 400 mm potremo osservare fino a 7° (pari a quattordici Lune!). Se le visioni di ampi panorami stellari sono la vostra passione un telescopio eccessivamente lungo potrebbe non essere una scelta corretta. Secondo, al crescere della lunghezza focale crescono normalmente anche le dimensioni: un rifrattore lungo 2000 mm, come vi renderete conto, è un telescopio da osservatorio normalmente ingestibile per un normale amatore! 

Accenniamo brevemente anche al rapporto focale, dato dalla semplice divisione della lunghezza focale con il diametro. Per esempio un telescopio da 200 mm di diametro e da 2000 mm di lunghezza focale avrà un rapporto focale f/10. Rapporti focali fino ad f/5 sono considerati aperti o bassi; tra f/5 ed f/8 medi; oltre f/8 chiusi o alti. Spessisimo si legge che un rapporto focale alto è più buio o meno luminoso: questo è vero solo in ambito fotografico, mentre per l'osservazione visuale è falso dato che la luminosità dell'immagine è un parametro che dipende solo da diametro ed ingrandimenti. Comunque questo concetto è importante per capire che la lunghezza focale non è tanta o poca in assoluto ma pur sempre in relazione al diametro. Infatti una lunghezza focale di 400 è tanta per un telescopio da 40 mm, ed il rapporto focale sarà f/10; ma sarà poca per un telescopio da 80 mm che avrà un rapporto focale f/5.

Importantissima è la qualità del telescopio. Anzitutto ottica. Cosa si intende per qualità ottica? Che l'obbiettivo, cioè le lenti e\o gli specchi siano lavorati con estrema precisione, senza imperfezioni. Questo ancora una volta è molto più facile da ottenere in presenza di un alto rapporto focale infatti la lavorazione richiesta è molto meno critica. Inoltre alcune superfici sono più facili da realizzare, per esempio una superficie curva è più facile da ottenere rispetto ad una superficie parabolica, così che alcuni schemi ottici dove tutte le superfici sono curve sono molto meno soggetti a difetti di lavorazione in forza della loro maggiore facilità costruttiva. Ma l'ottica senza la meccanica conta poco, così un buon obbiettivo può essere alloggiato in una cella costruita nel modo più sbagliato: per esempio una cella troppo stretta potrebbe provocare tensionamenti all'obbiettivo; una cella poco solida potrebbe portare a scollimazioni; una cella non regolabile non consente di riparare ad eventuali scollimazioni. Inoltre un telescopio con regolazioni meccaniche grezze non consente di collimare il telescopio con estrema precisione; un tubo troppo fino potrebbe provocare delle flessioni e conseguente scollimazione; un fuocheggiatore potrebbe essere così pessimo da inficiare anch'esso la collimazione perchè non ortogonale rispetto al tubo ottico. Come fare per scegliere un ottimo telescopio? Non è per niente facile perchè anche il prezzo, che è altamente indicativo, potrebbe non garantirci un buon telescopio, o perchè il telescopio è stato proprio progettato male o perchè quel singolo esemplare ha dei difetti. Così anche telescopi costosi possono essere delle fregature; comunque al crescere del prezzo diminuiscono i rischi fino ad arrivare al punto che comprando un telescopio di certe marche blasonate si può essere certi di prendere un telescopio perfetto, ammesso che esista. Il consiglio è scegliere in base alle recensioni degli astrofili più esperti e affidarsi a marchi noti. Quando potremo finalmente osservare nel telescopio a quel punto diventerà facile per noi valutare con che tipo di ottica abbiamo a che fare: basterà fare lo star test e l'immagine della stella ci mostrerà con chiarezza la bontà del telescopio.

Quali sono i principali tipi di telescopi?

Cerchiamo di dare un'infarinatura generale senza scendere troppo nello specifico per capire concretamente quali sono i telescopi oggi disponibili sul mercato. 

Iniziamo dal rifrattore. Si tratta di un telescopio il cui obbiettivo normalmente è composto da due lenti, il c.d. doppietto, che sfrutta la rifrazione della luce. Esistono rifrattori anche con tre o più lenti, i quali servono più che altro per l'astrofotografia. Prendiamo comunque il caso classico del doppietto. Il rifrattore può essere acromatico o apocromatico; il primo è meno corretto dal cromatismo, un'aberrazione che disturba la visione ad alti ingrandimenti, mentre il secondo è quasi totalmente corretto in questo senso. Ma in realtà la questione è più complessa perchè il cromatismo può essere quasi del tutto neutralizzato anche con un rifrattore acromatico purchè sia molto lungo, almeno dodici volte il diametro (non stupirà che se ne trovano pochi così lunghi perchè ingombrano molto e ci vuole una montatura robusta); inoltre il termine apocromatico, spesso usato a fini pubblicitari, lascia il tempo che trova perchè non ci dice davvero quanto è valida in generale quell'ottica nè quanto è veramente corretta dal cromatismo. Il cromatismo si presenta come un bordo violaceo che contornia gli oggetti oppure come un alone di luce che li circonda. Il consiglio allora è quello o di prendere un rifrattore acromatico lungo, almeno f/10; oppure quello di prendere un rifrattore apocromatico o semi-apocromatico (si usa spesso la dicitura ED in proposito), anche quello più lungo possibile. Tenete bene a mente che il cromatismo non è l'unica aberrazione, ce ne sono molte altre, quindi il rifrattore nel complesso deve essere stato progettato bene. I rifrattori grazie al fatto che non sono ostruiti riescono a produrre le immagini più belle in assoluto ma hanno un grave inconveniente: il prezzo, davvero molto alto in relazione ad ogni centimetro dell'obbiettivo. I rifrattori in genere sopportano ingrandimenti dalle due alle tre volte il diametro a seconda della loro qualità. Alcuni rifrattori possono essere collimati mentre altri hanno una collimazione preimpostata e non registrabile: in quest'ultimo caso verificate subito che la collimazione sia corretta. In un rifrattore è molto importante la realizzazione della cella dell'obbiettivo, perchè se ben realizzata risulterà praticamente impassibile di scollimazione. Il mondo dei rifrattori è complesso perchè le lenti sono realizzate con diversi tipi di vetro più o meno pregiati che non sempre vengono esplicitati; inoltre all'interno di questi tipi di vetro ci sono blocchi di vetro di prima qualità, altri di seconda qualità e così via. Fondamentale è non solo il singolo tipo di vetro, ma anche l'accoppiamento con un altro tipo di vetro all'interno doppietto, che può essere più o meno azzecato. Il rifrattore è un telescopio a fuoco posteriore: si osserva dietro all'obbiettivo, in fondo al telescopio.   


Poi c'è il riflettore, telescopio composto da due specchi. La luce entra nel telescopio e cade sullo specchio primario, il quale la riflette sullo specchio secondario inclinato a 45°, che infine la convoglia nel fuocheggiatore. In questo telescopio dunque il fuocheggiatore è posto lateralmente al telescopio, in alto. Questo telescopio è molto apprezzato perchè consente di acquistare un diametro  generoso ad un prezzo modico, e dunque spalanca l'osservazione degli oggetti del cielo profondo. Sono telescopi dotati in genere di un'ottica più che dignitosa, inoltre considerate che di per sè gli specchi sono apocromatici. Uno svantaggio è quello dell'ostruzione dovuta all'interposizione sul cammino della luce dello specchio secondario: l'ostruzione diminuisce il contrasto di alcuni dettagli, come le superfici planetarie. Comunque nei riflettori normalmente l'ostruzione non è mai troppo elevata. Normalmente quando si inizia ad arrivare a diametri medio-grandi si rende necessario, per contenere la lunghezza del tubo, costruirli con rapporti focali corti, cioè f/5 o inferiori. Questo provoca un inconveniente quando si osserva a bassi ingrandimenti e ad ampio campo: la coma, un'aberrazione che mostra le stelle man mano che procediamo verso i bordi come comete. I riflettori in genere sopportano ingrandimenti pari a circa una volta e mezzo il diametro. Spesso i riflettori si trovano in varie configurazioni: possiamo trovarli montati su una montatura equatoriale oppure possiamo trovarli sotto forma di Dobson. Chiariamo che un Dobson è un comune riflettore su una particolare montatura altazimutale, quella dobsoniana. Il vantaggio dei Dobson è quello di essere dotati di una montatura robusta, di essere facili da usare e veloci da assemblare. Alcuni riflettori dobsoniani poi, per agevolare il trasporto prevedono dei tubi, anzichè monolitici, a tralicci oppure collassabili. Un appunto: evitate come la peste i riflettori taroccati di lunghezza focale 1000 e 1400, infatti codesta lunghezza focale viene ottenuta mediante l'impiego di una lente di Barlow interna ed inamovibile; li riconoscete facilmente perchè esteticamente sono corti nonostante la loro lunghezza focale.

Iniziamo adesso ad esplorare l'universo dei telescopi catadiottrici, soffermandoci però solo su quelli normalmente reperibili in commercio e su quelli indicati per uso visuale.


Schmidt-Cassegrain: sicuramente il telescopio misto per eccellenza. Il suo vantaggio è la capacità di avere un grande diametro e un'elevata lunghezza focale mantenendo delle dimensioni molto ridotte. I telescopi di questo genere sono compatti e dunque molto trasportabili. Tutto questo ne ha fatto uno dei telescopi più amati in assoluto. Naturalmente c'è anche il rovescio della medaglia: i costi non sono bassi; i tempi di acclimatazione lunghi; l'ostruzione del secondario è importante; la lastra correttrice potrebbe appannarsi; lo specchio primario potrebbe inclinarsi durante la messa a fuoco (c.d. mirror shift). C'è da dire però che non ci sono le razze che sostengono il secondario come nei riflettori, e questo è un dato positivo nell'osservazione dei pianeti. Inoltre permettono di andare a fuoco con le torrette binoculari senza dover usare un correttore di tiraggio. Vengono venduti anche in configurazioni molto interessanti, su montature altazimutali a forcella con go to ed inseguimento automatico. 


Maksutov-Cassegrain: questo schema ottico è molto interessante perchè rispetto agli S.C. ha normalmente una minore ostruzione, inoltre ha tutte le superfici curve quindi è di più facile lavorazione. Il problema è che spesso hanno una lunghezza focale così elevata che ne preclude l'uso sugli oggetti estesi del cielo. Un altro problema è che normalmente non se ne trovano a prezzi umani di diametro maggiore di 18 cm perchè non è facile realizzare dei menischi, cioè le lenti frontali, così grandi. Anche questi telescopi hanno una lunga inerzia termica.

Ingombro delle varie tipologie di telescopi
Quale montatura scegliere?
Premessa: molti neofiti si concentrano solo ed esclusivamente sul telescopio senza riflettere sul fatto che un telescopio ottimo sarà di fatto inutilizzabile se l'immagine tremerà come un budino a causa delle vibrazioni. Come evitarlo? Comprando una montatura stabile e robusta per il proprio telescopio. Una montatura può trasformare l'uso abituale del telescopio in un inferno o in paradiso a seconda della scelta, quindi vi consiglio caldamente di considerarne l'importanza. Si tratta del vostro primo telescopio, quindi senza mezzi termini vi consiglio la montatura altazimutale. Mi dispiace per gli amanti della montatura equatoriale ma ritengo che all'inizio c'è anche troppa carne al fuoco senza bisogno di complicarsi ulteriormente la vita. La montatura altazimutale ha dei movimenti, normalmente manuali, semplicissimi ed intuitivi: alto e basso; destra e sinistra. Con una montatura altazimutale bisogna inseguire l'oggetto a mano, e molti astrofili alle prime armi ne sono spaventati pensando che si tratti di una pratica complessa. Niente di più errato, se i movimenti sono fluidi e precisi e ben bilanciati sarà una operazione non solo facile ma anche piacevole, e non avrete problemi ad inseguire gli astri anche a 500x. Esistono vari tipi di montatura altazimutale. Poniamo subito una distinzione tra altazimutale eccentrica e baricentrica. Quella eccentrica è inadatta all'uso astronomico perchè più si punta in alto il telescopio e più questo tenderà a ribaltarsi, ed allora dovremo serrare le frizioni per impedirlo. Invece le montature altazimutali devono essere usate a frizioni totalmente aperte. Quella baricentrica invece è ideale per l'astronomia perchè il telescopio sarà sempre bilanciato, indipendentemente dall'inclinazione del tubo. Ci sono diversi tipi di montature altazimutali baricentriche: ci sono quelle dove il telescopio si monta lateralmente e che hanno bisogno di un contrappeso dal lato opposto, e poi ci sono quelle a forcella. Quest'ultime a loro volta possono essere delle forcelle con un solo braccio oppure con due bracci. Parliamo ora di una particolare montatura altazimutale a forcella con doppio braccio: quella dobsoniana. Si tratta di una montatura semplicissima ed economica con cui vengono venduti molti riflettori; eppure è davvero molto stabile grazie anche al legno che è il materiale che assorbe meglio le vibrazioni. Se avete in mente di prendere un telescopio riflettore non ci pensate due volte e prendetelo in configurazione dobsoniana, infatti i riflettori su montatura equatoriale sono particolarmente scomodi da utilizzare. Un fattore da tenere in attenta considerazione è la lunghezza fisica del tubo: se il tubo è lungo avremo una lunga leva di azione ed a parità di montatura i movimenti saranno fluidi e precisi mentre se il tubo è corto i movimenti risulteranno duri e scattosi. In quest'ultimo caso forse è più opportuno acquistare una montatura equatoriale. Questa ha il grande vantaggio di imitare i moti apparenti degli astri sulla sfera celeste, tanto che se automatizzata gli oggetti rimarranno sempre al centro del campo dell'oculare. Anche se non motorizzata sarà possibile inseguire gli oggetti celesti agendo su un solo asse, anzichè su due distinti assi come avviene per la montatura altazimutale. Per un osservatore esperto, per le osservazioni ad alti ingrandimenti, si tratta di un grande beneficio perchè permette di concentrarsi a lungo sull'oggetto senza doverlo inseguire manualmente, o comunque di inseguirlo a mano più agevolmente; per un astrofotografo si tratta invece di una necessità. Per tutto il resto però, per iniziare, è preferibile un'altazimutale, in termini di velocità di utilizzo e di intuitività, anche considerando che la montatura equatoriale richiede di essere stazionata. Molti nuovi astrofili, in preda al terrore di non riuscire a gestire nel complesso il telescopio vorrebbero prendere montature che con l'ausilio dell'elettronica puntano direttamente l'oggetto (c.d. go to) e con inseguimento automatico. Sarebbe come prendere una auto con cambio automatico per il timore di non saper cambiare marcia con il manuale, quando poi quasi tutti i guidatori apprezzano le sensazioni del cambio manuale. Questo genere di montature sono molto utili per un astrofilo esperto perchè permettono di osservare un numero maggiore di oggetti in una serata e di non correre il rischio di non riuscire a trovarli, e poi di inseguirli automaticamente. Ma per un neofita potrebbe essere controproducente perchè così non si imparerà mai a conoscere il cielo, non si avrà mai la soddisfazione della ricerca di un oggetto difficile andata in porto, non si sentirà mai la sensazione dell'inseguimento manuale dell'oggetto. Quindi ve le sconsiglio per cominciare, anche perchè hanno un costo non indifferente e anche se hanno un miliardo di oggetti in memoria magari vengono vendute con telescopi che ne possono effettivamente osservare una piccolissima parte.

Quanto sono disposto o posso spendere?

Vi consiglio subito di destinare integralmente la somma che avete a disposizione per il telescopio, lasciando perdere gli oculari ed altri accessori. Quest'ultimi infatti c'è una vita per collezionarli ed ogni astrofilo alla fine ne ha un numero esagerato, ma il telescopio rimane uno ed è quello il cuore delle osservazioni. Un altro consiglio è non comprare su Ebay o su Amazon dove per lo più si possono acquistare pessimi telescopi ma in uno dei molti negozi specializzati che vendono tutti anche online, anche se naturalmente esistono eccezioni in un senso o nell'altro. Bene, andrò dritto al punto: con meno di 300 euro non si prende niente di buono: qualche telescopio si trova, ma non si tratta di scelte ideali e facendo un piccolo sforzo economico in più riusciamo ad acquistare uno strumento molto migliore. Con circa 300 euro, ammesso e non concesso che sia il telescopio che rispecchia le nostre esigenze, si può prendere davvero un ottimo telescopio per cominciare: il Dobson Sky-Watcher 150/1200 f/8. Questo telescopio ha tutti i numeri giusti e presenta un perfetto rapporto prezzo/prestazioni; si trova anche sotto altre marche, ma il prodotto è il medesimo. Esiste un Dobson del tutto analogo anche della GSO. Sotto questa cifra mi sento di consigliare solo il Maksutov-Cassegrain Sky-Watcher 90/1250 che è un piccolissimo telescopio che però può regalare soddisfazioni su Luna, pianeti, stelle doppie ed osservazioni terrestri di potenza, ma non sul cielo profondo a causa del piccolo diametro, ed il rifrattore 80/400 Sky-Watcher da usarsi esclusivamente per osservazioni di ampi panorami di stelle a bassi ingrandimenti da un cielo buio e per osservazioni terrestri a grande campo. Dai 300 ai 1000 euro si aprono diverse possibilità. La prima è quella di un rifrattore acromatico. Con circa 300 euro possiamo prendere il TAL 100 RS tutto accessoriato ma poi bisogna acquistare a parte la montatura. Un po' più caro ma vale il solito discorso è il rifrattore TS\Tecnosky 102/1100. Un interessante rifrattore è poi il Bresser 127/1200, ma necessita di una montatura molto robusta. Personalmente non vi consiglio di salire di diametro a scapito della lunghezza focale altrimenti il cromatismo potrebbe farsi sentire; piuttosto potreste prendere un rifrattore semi-apocromatico se riuscite a stare dentro la cifra in questione. Passando ai riflettori potremmo prendere un Dobson dai 200 mm fino ai 300 mm in questa fascia di prezzo, della Sky-Watcher o della GSO o della Meade; personalmente vi consiglio il GSO Deluxe perchè meccanicamente è migliore, se non avete problemi con un tubo monolitico. In questa fascia c'è libero sfogo anche con i catadiottrici: M.C. della Sky-Watcher dai 127 mm fino ai 150 mm e S.C. della Celestron dai 125 mm fino sempre ai 150 mm. Salendo poco oltre i 1000 euro possiamo acquistare quello che desideriamo, per esempio un ottimo M.C. Sky-Watcher 180/2700 oppure il sempreverde Celestron C8 200/2000. Si riesce anche a prendere un rifrattore semi-apocromatico 120/900 Sky-Watcher che è quasi un traguardo definitivo nel mondo dei rifrattori. Per quanto riguarda i Dobson divengono accessibili quelli da 300 mm a tralicci o collassabili. Potete spendere ben oltre i 1000 euro? Datevi una calmata, ho capito che siete messi bene ma è pur sempre il primo telescopio e potreste anche sbagliare scelta!

Cosa sono interessato ad osservare?

Per scegliere un telescopio bisogna partire da qui. Abbiamo varie possibilità: Luna, pianeti, stelle doppie, oggetti del cielo profondo, ampi panorami stellari ed il Sole. Partiamo dagli oggetti del cielo profondo: comprate il telescopio con il diametro più grande possibile, leggi riflettore dobsoniano. Per questo genere di osservazioni la raccolta della luce è fondamentale e qualunque altra caratteristica passa in secondo piano. Continuiamo con le risposte facili, e diciamo che se vi affascina l'osservazione delle stelle doppie allora fareste bene a prendere un rifrattore perchè le stelle appaiono particolarmente belle viste attraverso questo tipo di telescopi, ma attenzione al potere risolutivo: se il diametro del telescopio è insufficiente teoricamente non riuscirete a separare le stelle doppie più strette (in particolare quelle con una separazione inferiore al potere risolutivo). Anche per l'osservazione del Sole in luce bianca (massima attenzione in proposito ed usate sempre un filtro solare come il Baader Astrosolar: il Sole non si può osservare direttamente altrimenti si rischia la cecità!) un rifrattore è forse il telescopio più adatto perchè ha un diametro contenuto ed il seeing di giorno è peggiore che di notte, inoltre avrete la possibilità di montarci in futuro un prisma di Herschel. Comunque ci sono anche altre buone scelte come un riflettore o un catadiottrico di medio diametro. Se invece amate le osservazioni di ampi campi stellari, magari nel bel mezzo della Via Lattea, dovete optare per un telescopio di scarsa lunghezza focale; invece il diametro dovrebbe essere almeno medio perchè più ce n'è e più stelle si renderanno visibili. Dunque va bene qualsiasi rifrattore o riflettore con lunghezza focale più bassa possibile, e con un buon diametro; i catadiottrici spesso e volentieri hanno una elevata lunghezza focale, e di conseguenza non sono indicati. Per le osservazioni di Luna e pianeti si può dire che tutti i telescopi sono adatti non perchè non ci siano delle differenze, anzi, ma quelle che ci sono vengono per così dire bilanciate dai pregi e difetti di ogni tipo di telescopio. Infatti il rifrattore ancora una volta fornirà le immagini più belle ma il suo piccolo diametro limiterà i dettagli visibili; il riflettore mostrerà di più ma sarà più difficile trovare un seeing adatto per sfruttarlo fino in fondo, inoltre è ostruito; i catadiottrici da 18 a 20 cm avrebbero anche il giusto equilibrio tra diametro e lunghezza focale ma sono molto ostruiti. Quindi si può concludere dicendo che per queste osservazioni la scelta del telescopio è rimessa ai gusti personali ed alle esigenze di ognuno e c'è chi sceglierà la qualità, chi sceglierà la quantità, chi sceglierà il giusto equilibrio tra le due ma con qualche compromesso.

Da quale luogo osserverò?

Questo è un altro punto importantissimo. Premessa: non si guarda da dentro casa attraverso una finestra aperta! Si vedrà malissimo infatti. Osservate invece da una classica terrazza larga circa un metro? Bene, diciamo subito che non è per niente un buon posto dal quale osservare. Certo, potreste avere delle complicazioni personali di vario genere per cui siete costretti ad osservare da lì, nel qual caso niente da eccepire; ma potendo scegliere è molto meglio se andate ad osservare fuori su un bel prato. Infatti il seeing dalla terrazza normalmente è pessimo a causa dell'inversione termica pronunciata dovuta al rilascio di calore degli edifici durante la notte. Detto questo dalla terrazza si osservano solo Luna, pianeti, stelle doppie e Sole, non certo gli oggetti del cielo profondo nè ampi panorami stellari: per questi due ultimi tipi di osservazioni serve un cielo molto buio. Mi sembra di sentirvi che il vostro cielo è buio; in realtà credete che sia buio, ma quando vedrete un cielo davvero buio cambierete idea. I telescopi meno adatti in assoluto sono i riflettori che hanno l'oculare in cima al telescopio e quindi sono proprio scomodi da usare in una terrazza, con il rischio concreto di trovarsi l'oculare fuori dalla ringhiera; i Dobson nello specifico, poi, rischiano addirittura di essere inutilizzabili perchè essendo bassi probabilmente punteranno la ringhiera. Più indicato, ammesso che ci entri, è un rifrattore. Anche i catadiottrici possono essere buone scelte se avete poco spazio, ma dovrete dargli il tempo per raggiungere l'equilibrio termico. Mettiamo caso che osservate da un bel prato o da un piazzale. Il primo caso è che avete sopra la testa un cielo urbano. Le osservazioni degli oggetti del cielo profondo saranno sconsigliate, a causa dell'inquinamento luminoso cittadino. Forse la scelta più adatta è quella di un catadiottrico, oppure quella di un rifrattore. Non che il riflettore non si difenda bene, ma il suo grande diametro sarebbe sprecato perchè a causa dell'inquinamento luminoso le sue potenzialità sul cielo profondo rimarrebbero inespresse; lo stesso diametro poi potrebbe addirittura risultare negativo in condizioni di cattivo seeing per quanto riguarda le osservazioni ad alti ingrandimenti. Da un cielo suburbano oppure da un cielo buio invece avrete la grande opportunità di osservare gli oggetti del cielo profondo, e per far questo l'ideale è un grande riflettore o catadiottrico. Con questi telescopi potrete poi osservare anche tutti gli altri oggetti del cielo ovviamente. Ma se, nonostante la qualità del cielo, le osservazioni del cielo profondo non sono la vostra priorità potreste seriamente pensare di prendere un rifrattore.

Quanto dureranno le mie osservazioni?

Risulta importante saperlo perchè ogni telescopio darà immagini calme e dettagliate solo quando sarà in equilibrio termico con l'ambiente. Se non concedete questo tempo al telescopio non riuscirete a sfruttarne tutte le potenzialità. Naturalmente il tempo effettivo di acclimatamento dipende sia dal diametro sia dalla differenza di temperatura che deve essere colmata. Il rifrattore è quello che si acclimata più rapidamente, anche grazie ai diametri per forza di cose contenuti. Il riflettore ha un tempo medio di acclimatamento, infatti anche se il diametro normalmente è maggiore di quello di un rifrattore con il tubo aperto l'aria può circolare liberamente, favorendo l'inerzia termica. I catadiottrici invece hanno bisogno di lunghi tempi di acclimatamento, proprio perchè sono telescopi sigillati, e il raffreddamento avviene per scambio termico tra il tubo e l'ambiente. Questi discorsi comunque non valgono se potete lasciare il telescopio in un luogo dove c'è la stessa temperatura o quasi rispetto a fuori, e quindi se il telescopio sarà acclimatato già in partenza. Detto questo per osservazioni veloci, mordi e fuggi, il rifrattore è il telescopio più indicato. Diciamo che con osservazioni di circa due ore riuscirete ad apprezzare fino in fondo un telescopio riflettore di medio-grande diametro. Invece per sfruttare al massimo un catadiottrico sempre di medio-grande diametro potrebbero essere necessarie anche osservazioni di più di tre ore. Tutte queste stime sono indicative, servono solo per dare un'idea generale.

Sarò in grado di gestire il mio telescopio?

Il rifrattore normalmente è il telescopio che non ha bisogno di nessuna manutenzione. Ci si osserva e basta. Invece un riflettore oppure un catadiottrico necessitano di una collimazione periodica. Questo è un dato di fatto, però scegliere un rifrattore solo per paura di non riuscire a collimare un riflettore è una scelta irrazionale, e dunque sbagliata. Semplicemente imparerete a collimarlo come hanno fatto tutti gli astrofili. Un Dobson monolitico deve essere collimato raramente, mentre un Dobson a tralicci e collassabile ogni volta che lo si rimonta. Pare che gli S.C. siano un po' delicati come tenuta della collimazione, almeno alcuni modelli, ma in quanto "sentito dire" non ci metterei la mano sul fuoco; invece i M.C. sembra che la tengano molto bene, ma anche in questo caso non ho esperienze dirette. Ma comunque cambia poco, una ritoccatina si fa presto a darla. Comunque sia se volete poche grane prendete il rifrattore, con l'avvertenza che anche un rifrattore potrebbe essere scollimato, ed in quel caso, a seconda del modello, c'è oppure non c'è la possibilità di collimarlo; in ogni caso si tratta di un'operazione talvolta più difficile rispetto ad altri telescopi, ed è preferibile che se ne occupi un tecnico. Anche da considerare che un rifrattore è eterno, mentre per un riflettore o catadiottrico arriverà il giorno in cui sarà necessario rialluminare gli specchi. State tranquilli, stiamo parlando anche di dieci anni di tempo, per i catadiottrici anche venti, quindi farete in tempo a cambiare diversi telescopi!

Sarò capace di trasportare il mio telescopio?

Questo problema spaventa molto i neofiti. Certo che riuscirete a spostarlo, non è mica un telescopio da 10 metri di diametro! Ovviamente è in discussione la facilità e la rapidità del trasporto. Per quanto riguarda il telescopio riflettore preferisco prendere in considerazione solo i telescopi dobsoniani, dato che un riflettore su montatura equatoriale non è comodo da utilizzare, a causa della posizione in cui certe volte può venire a trovarsi l'oculare, che può risultare difficile da raggiungere. Un Dobson monolitico si trasporta senza eccessive difficoltà. Fino ai 25 cm di diametro il tubo può essere adagiato sui sedili dietro dell'auto, e la rocker box occupa metà bagagliaio, inoltre i tempi di montaggio sono davvero rapidi. Nelle versioni collassabili o a tralicci avrete una ancora maggiore trasportabilità, ma anche maggiori tempi di montaggio. Un rifrattore fino a 120 cm di lunghezza focale si può trasportare nel solito modo del Dobson, indipendentemente dal diametro; rifrattori più corti risulteranno più facilmente trasportabili naturalmente, fino ad arrivare a quelli che entrano in una valigetta. Un catadiottrico sarà ideale per il trasporto, in virtù della sua innata compattezza (il riferimento è in particolare agli S.C. ed ai M.C.). Attenzione però negli ultimi due casi alla montatura che se massiccia potrebbe entrare difficilmente in auto, e potrebbe essere necessario richiudere il treppiede, un'operazione tediosa. Per il trasporto domestico, in casa ed all'aperto, del telescopio tutto montato potete costruirvi un carrello con ruote.

Dove lascerò a riposo il telescopio?

Se avete in mente di prendere un grosso telescopio, come può essere un Dobson monolitico o un lungo rifrattore dovrete avere un posto dove lasciare il telescopio che risulti comodo. Ideale è un garage, oppure una casa al piano terra. Se dovete portarlo ai piani alti le cose si complicano, e se non avete l'ascensore la cosa diventa difficilmente gestibile. In quel caso meglio un Dobson a tralicci, un rifrattore non troppo lungo o meglio ancora un catadiottrico. Evitate di lasciare il telescopio in un luogo con eccessiva umidità, potrebbero venire delle muffe sul trattamento antiriflesso delle lenti e le parti in legno alla lunga potrebbero deteriorarsi. Anche un luogo con una grande differenza di temperatura con l'esterno è sconsigliato, a causa dell'aumento di tempo di cui necessiterà il telescopio per raggiungere l'equilibrio termico.