domenica 9 dicembre 2018

Preparate gli ombrelli! - 8/12/18

A dir la verità pensavo che in questo noviluno non sarei riuscito ad osservare: i vari impegni mi avevano già fatto saltare un paio di serate in cui il cielo notturno era niente male, mentre poi le previsioni volgevano al peggio. Ieri mattina quindi mi sono alzato un po' sconfortato, prima di vedere che tipo di giornata era: un cielo limpido, terso e trasparente come non mai, senza neanche l'ombra di una nuvola; aveva un colore azzurro intenso. Osservando il tramonto dalla "Puntabella" sul Lago Trasimeno ho potuto godere di una visione paradisiaca, in cui il giallo cedeva il posto all'indaco. A quel punto, ovviamente, avevo l'imperativo categorico di andare ad osservare.

Ho osservato dalle 20:30 alle 23:30, poi ero un po' stanco, infreddolito e soddisfatto allo stesso tempo, quindi considerando la facilità con cui posso raggiungere questa postazione osservativa me ne sono andato a letto. Compiere tre ore di osservazioni alle undici e mezzo è un risultato che solo la prossimità del solstizio d'inverno può permettere di raggiungere, oltre ad un luogo non troppo lontano. Ancora una volta ero dalle parti di Cortoreggio, sopra Terontola. Siamo a circa 500 m di altezza e le mappe dell'inquinamento luminoso sostengono che c`è un SQM di 21,12; io non ho effettuato nessuna rilevazione in questo senso, avendo invece misurato una temperatura di 4 gradi e un'umidità dell'87% subito prima di andarmene. In proposito il cielo progressivamente si è un po' schiarito per colpa dell'umidità, ma devo dire che era veramente uno spettacolo, con miriadi di stelle e anche le costellazioni più deboli risultavano ben visibili. Lo strumento era sempre il mitico Dobson Gso Deluxe 250/1250. Comunque la vera notizia è che ho osservato senza il minimo disturbo esterno di uomini o animali e che ho rintracciato tutti gli oggetti della lista osservativa fin dove sono riuscito ad arrivare: è filato tutto liscio, quindi essendo abbastanza pessimista ora come minimo mi aspetto che piova per almeno tre mesi senza mai smettere!

NGC 1501: dopo aver individuato la costellazione della Giraffa ho seguito una strisciolina di stelline che mi hanno portato in prossimità dell'oggetto. È una nebulosa planetaria di forma ovale, abbastanza grande. A 250x si notano dei chiaroscuri al suo interno, ma la nebulosa risulta diafana. Diminuendo a 156x in visione distolta si evidenzia un anello esterno più marcato, un cerchio intermedio meno denso ed un nucleo centrale luminoso. È soprannominata "Ostrica" ed è lontana la bellezza di 4'000 A.L. dalla Terra.
NGC 1502: alla fine della predetta strisciolina di stelle è collocato questo ammasso aperto molto gradevole. Osservato a 156x mostra una media estensione. Non è molto ricco di stelle, tuttavia alcune di esse sono abbastanza luminose.
46P/WIRTANEN: probabilmente era l'unica occasione che avevo per osservare quella che giornalisticamente è stata definita la "Cometa di Natale". Dal momento che spesso i giornalisti gonfiano e distorcono notevolmente le notizie relative ad eventi astronomici temevo di rimanere deluso. E invece vi confermo che si tratta proprio di una notevole cometa. In questo momento si trova sotto la testa della Balena e grande è stato il mio stupore nel vederla molto luminosa già attraverso il cercatore ottico. Osservandola a 52x il nucleo della cometa è molto brillante; la chioma appare estremamente ampia ed il bello è che a ben guardare risulta visibile anche la coda. La nebulosità che infatti circonda il nucleo appare come stondata e compressa verso una direzione, concentrandosi in basso a destra rispetto al nucleo. Credo che prima del 16 dicembre riandrò sicuramente ad osservarla con il binocolo o con l'80ino in compagnia della signora.
NGC 246: cercando la nebulosa planetaria Teschio mi cimento in uno star hopping certosino, arrivo nel punto esatto e vedo ... niente. Solo cinque stelline. Un po' infastidito avvito il filtro UHC e con 104x appare come per magia. Anche se abbastanza ampia per un oggetto di questa categoria non risulta molto luminosa, comunque appare nettamente stagliata contro il fondo cielo ed è possibile notare dei chiaroscuri nel corpo nebulare. Delle cinque stelline di cui vi dicevo, tre vengono inglobate dalla nebulosa, mentre due rimangono fuori.
NGC 247: l'oggetto più basso sull'orizzonte osservato nel corso della serata, sempre nella Balena. Questo fattore sommato all'inquinamento luminoso della vallata ha reso la stessa un'osservazione al limite. Verifico attentamente le stelle di campo, solo che la galassia non la vedevo proprio. Poi ho notato una piccola zona di cielo più sbiadita rispetto al fondo cielo circostante, controllo e ricontrollo ed alla fine arrivo alla conclusione che lì c'è la galassia! È davvero estremamente debole. Si colloca in mezzo a tre stelle allineate ed è posta di taglio. Non so proprio cosa pensare, cinque anni fa dall'ottimo cielo di Casal di Pari ebbi una visione molto diversa, tuttavia credo di aver osservato la galassia giusta. 125x.
NGC 157: è una galassia di dimensioni e luminosità medie. Presenta una forma ellittica irregolare. È racchiusa da un triangolo di stelle e cè una stellina in basso a destra proprio all'interno del bordo della galassia. 125x.
NGC 772: galassia in Ariete dalla forma irregolare ellittica e con i bordi che paiono sfrangiati. Si tratta di una galassia interagente e da ciò deriva la sua deformità, che ricorda una "Testa di Violino". Il nucleo mostra una buona luminosità, ma anche in questo caso possiamo catalogarla come galassia intermedia per brillantezza ed estensione superficiale. Non è difficile trovarla, basta partire da Mesarthim. 125x.
M31, M32, M110: ho osservato la Galassia di Andromeda a 52x e ogni volta è come la prima volta. Per mia fortuna era molto alta in cielo ed in queste condizioni il disco galattico riempie il campo dell'oculare. Si vedono le bande di polveri che si inframezzano all'alone galattico. Il nucleo è a dir poco abbagliante. La sua forma è molto allungata ed in visione distolta pare allungarsi come se non avesse una fine. È la galassia delle galassie, un oggetto unico ed impareggiabile nella sua categoria. Mi ha molto stupito anche la visione di M110, una discreta galassia che per forza di cose passa sempre in secondo piano. M32, un palloncino di luce intensa.
NGC 404: era da tanto che non riosservavo questo capolavoro cosmico, la galassia nana lenticolare conosciuta come Fantasma di Mirach. La visione che si mostra all'oculare a 156x è quella della brillante stella Mirach, di un giallo arancio molto carico e con una grande croce di diffrazione proiettata in cielo; poco più in là, a sinistra e leggermente in alto, c'è questa galassia di forma circolare e più ampia rispetto alla stella. Il nucleo è ampio e luminoso; vi è poi un cerchio più esterno più tenue. Il nome a mio giudizio è quanto mai appropriato, in quanto il contrasto generato dalla vicinanza della brillantezza dovuta alla stella la fanno percepire come un Doppelgänger della stessa.
NGC 752: sempre in Andromeda e partendo da Almach troviamo un ammasso aperto che si distingue per grandezza e ricchezza di stelle, peraltro luminose. A 52x la pioggia di stelle riempie il campo inquadrato. È una visione molto rilassante, direi estatica. C'è una coppia ravvicinata di stelle molto luminose in alto a destra, ai margini dell'ammasso.
NGC 891: galassia vista allo zenit! Posso solo dire: stupenda. Non è eccessivamente brillante e presenta media estensione. Ha una forma molto schiacciata e allungata, più bombata in prossimità del nucleo. Si mostra alla vista perfettamente di taglio. È immersa in un mare di stelle. Potrete non credermi, ma in distolta si vede molto chiaramente la sottile banda di polveri che la divide a metà per tutta la sua lunghezza e poi si allunga ancora! 125x.
M1: spostandoci nel Toro non ci possiamo esimere dall'osservare la Nebulosa Granchio, il resto della supernova esplosa nell'anno 1054. A  me è sempre parsa un oggetto strano, connotato da un'elevata densità nebulare e dai bordi variabili a seconda dell'angolo visuale in cui la si osserva. A 156x e con il fitro UHC si evidenziano dei leggeri chiaroscuri.
M42, M43: vedo Orione e ho già avvitato nell'oculare il filtro UHC, secondo voi come è andata a finire? Pur essendo ancora bassa sull'orizzonte è una visione trascendentale. Quei lembi di materia sospesi nello spazio sembrano avere una pesantezza, una consistenza ed una tridimensionalità del tutto peculiare. Sempre emozionante il Trapezio di stelle al centro. Da osservare con molta calma e in condizioni migliori durante quest'inverno, non vedo l'ora.
NGC 1746, NGC 1758, NGC 1750: tutti i predetti oggetti compongono un unico enorme ammasso aperto di stelle, tanto che ho optato per i 42x. Si contraddistingue per un'elevata densità stellare, nonchè per la varietà delle sue componenti. In particolare cinque o sei stelle spiccano per la loro brillantezza. Una visione molto piacevole.
NGC 1807, NGC 1817: qui ci troviamo dinnanzi un doppio ammasso aperto. Osservandolo a 52x contiamo un numero non esagerato di stelle, pur risultando nel complesso luminoso. Personalmente la particolare disposizione stellare, raggruppate a formare due ovali a forma di goccia, mi ha ricordato gli occhi di un alieno!
NGC 1647: un altro ammasso aperto notevole, sempre osservato a 52x. Composto da stelle abbastanza luminose e molto esteso, si sviluppa maggiormente in senso orizzontale. Esattamente al centro è sormontato da una stella molto più luminosa rispetto a tutte le altre.
IADI: è risaputo essere un ammasso aperto che si presta più alle osservazioni binoculari che non a quelle telescopiche, tuttavia rimane in ogni caso superlativo. A 52x bisogna sorvolarlo da parte a parte per osservarlo integralmente e quindi siamo costretti a scoprirne una parte alla volta. Così prima ho inquadrato Aldebaran, topazio giallo librato in cielo, brillantissima; poi è stata la volta di tutte le altre stelle, pure molto luminose, ma che comunque non possono in alcun modo reggere il confronto con Alpha Tauri, l'occhio del Toro.
M45: le Pleiadi, le Sette Sorelle, non hanno certo bisogno di presentazioni. Dirò soltanto che a mio parere non sono stelle, ma diamanti di luce purissima che trafiggono il firmamento e trascinano la mente verso universi sconosciuti. Sette o otto stelle sprigionano una luce incomparabile ed il ricchissimo campo stellare crea una sensazione di immersività totale. 52x.
NGC 1514: una nebulosa planetaria tutt'altro che facile da individuare. Partendo da Atik arrivo nel punto in cui dovrebbe trovarsi, ma anche in questo caso a bassi ingrandimenti vedo solo stelle. Avvito dunque il filtro OIII e da subito si evidenzia un alone circolare di media estensione che circonda quella che prima sembrava una nuda stellina. 156x.
NGC 869, NGC 884: una visione indescrivibile a 52x. Miriadi di stelle si dipanano dagli addensamenti centrali di questi due ammassi aperti e si propagano in ogni dove. Stelle di ogni dimensione e colore riempiono per intero il campo visuale. Sicuramente uno dei grandi gioielli del cielo notturno. Pur non avendo la forza di completare la lunga lista di oggetti nel Perseo, il Doppio Ammasso non me lo potevo perdere.

domenica 11 novembre 2018

Il richiamo del cielo ... e il richiamo della foresta - 10/11/2018

Noi astrofili, di tanto in tanto, arriviamo ad un punto in cui la vista del cielo stellato esercita su di noi un influsso irresistibile, simile al canto delle sirene per i marinai. Quando la nostra misura è colma, quando sentiamo prepotente il richiamo del cielo, quando udiamo il canto di ogni singola stella da cui scaturisce un armonioso coro cosmico di migliaia di stelle, allora è per noi giunta l'ora di recarci nuovamente ad ammirare le meraviglie dell'universo.

Nel mio nomadismo senza posa ho deciso di provare un nuovo sito osservativo, che in questo periodo in cui fatico a ritagliarmi tempo libero ha l'immenso pregio di essere a cinque minuti di auto da casa mia, sulle pendici dell'Appennino nei pressi di Cortoreggio, vicino a Terontola Cortona. La qualità del cielo notturno, pur non essendo paragonabile ai luoghi dove il cielo è davvero buio, non è affatto male, se consideriamo la bolla di buio a sud garantita dalla presenza del Lago Trasimeno e la cintura appenninica a nord-est; peccato per l'inquinamento luminoso della Valdichiana.

Le condizioni osservative non erano propriamente ottimali, infatti pur essendo in presenza di un magnifico cielo stellato ed illune esente da nubi era altrettanto vero che c'era un'umidità molto pronunciata, che ha ricoperto d'acqua me ed il mio fidatissimo Dobson Gso e che a fine serata è arrivata ad un tasso del 95%. Fortunatamente l'uso dei paraluce per telescopio e cercatore ha evitato l'appannarsi delle ottiche, mentre per gli oculari il soffio d'aria della peretta ha fatto miracoli. Ho voluto approfittare del lesto calare della notte per iniziare presto le osservazioni, anche considerando che sono un astrofilo abbastanza arrugginito, così alle 20:30 ero già pronto per l'osservazione. Purtroppo però queste si sono dovute arrestare non più tardi delle 23:45 ed aggiungerei con non poco spavento! Dovete infatti sapere che mi ero posizionato su una piazzola circondata da fitti boschetti e ad un certo punto ho sentito un rumorino impercettibile, che però mi ha messo in allerta. Ho provato a fare un po' di rumore e allora ho sentito nelle immediate vicinanze il calpestio di un animale pesante e poi un respiro profondo! Forse era un cinghiale, forse un cerbiatto, non lo so e neanche glielo ho domandato, infatti ho levato le tende alla svelta e ho rimandato il prosieguo dell'osservazione alla prossima volta! Nonostante tutto però credo che tornerò in questo posto, perchè devo riuscire a vincere il mio ancestrale istinto di sopravvivenza che mi suggerisce di non stare al buio in luoghi del genere.

M15: vicino alla stella Enif, il "naso" di Pegaso, si trova questo ammasso globulare, connotato da una buona densità stellare. Il nucleo appare collocato in posizione leggermente decentrata rispetto a come sono distribuite le stelle. In visione distolta a 312x si risolve quasi completamente, seppure non si riesca a penetrare nella profondità del nucleo. Con un telescopio da 250 mm di diametro si tratta di una evenienza spesso ricorrente. È un oggetto celeste di medie dimensioni e di discreta luminosità, tanto che è visibile anche direttamente da un cercatore da 60 mm.
NGC 7217: spostandoci tra gli zoccoli del cavallo alato ho osservato la prima di molte galassie. Si tratta di una galassia a spirale che all'oculare mostra una forma ovale seppur mutevole. Dimensioni e luminosità sono ridotte. Il nucleo ha un aspetto stellare, molto evanescente invece l'alone galattico.
NGC 7331: una bella galassia, ma difficile da rintracciare. Media luminosità e grandezza. Osservata quasi allo zenit. Pur non essendo proprio di taglio è comunque molto inclinata, quindi risulta sottile ed in visione distolta si allunga ancora di più. Presenta un nucleo galattico luminoso. Questa galassia ha la peculiarità di avere caratteristiche molto simili alla Via Lattea, per questo viene considerata una sorta di gemella della medesima.
NGC 7814: galassia anche conosciuta col nome di "Piccolo Sombrero", per la sua somiglianza con la magnifica M104, la Galassia Sombrero. Il confronto, a parte che nel nome, risulta impietoso, in quanto osserviamo una galassia medio-piccola e non troppo luminosa, tanto che conviene portare la vicina stella fuori campo per apprezzarne i dettagli. La superficie galattica ha una luminosità abbastanza uniforme, ovviamente maggiore nel nucleo. La forma è più ellittica di quanto mi aspettassi.
BOLIDE: alle ore 20:57 sotto la costellazione di Andromeda, in direzione sud-sudest, ho visto un bolide notevole sfrecciare nel cielo, illuminandosi di verde e lasciando una lunga scia. Altezza sull'orizzonte dai 60° ai 40°.
NGC 470 e NGC 474: spostandoci nella costellazione dei Pesci ho osservato questa coppia di galassie interagenti. Sono posizionate vicino ad una stella e sono anche molto fioche. La prima è la più piccola, presenta un nucleo di aspetto stellare e forma allungata ed è direzionata nordovest-sudest. La seconda invece è più indecifrabile: la forma è ellittica, tuttavia guardando con attenzione si intravedono porzioni di nebulosità ulteriori. In realtà la galassia ha una particolare struttura a gusci di concentrici, probabilmente dovuti all'interazione gravitazionale. Con estrema difficoltà ho intravisto anche lo sbuffo di materia in mezzo alle due galassie, al di sopra di queste. Utilizzati 156x.
NGC 488: galassia di piccole dimensioni ma abbastanza luminosa, soprattutto nel nucleo. Forma allungata. Ci sono 3 stelline nelle vicinanze. È una galassia a spirale vista perfettamente di fronte e per questo motivo è stata soprannominata Galassia Trottola.
NGC 524: essendo una galassia lenticolare è caratterizzata da una luminosità maggiormente uniforme, oltre che da una forma circolare. Pur essendo minuta ha una discreta brillantezza. Quasi a confinarla entro il suo spazio prestabilito vi sono due stelle, una sopra ed una sotto alla galassia. Inoltre vi è una debolissima stellina visibile esclusivamente in visione distolta in alto a destra rispetto alla galassia.
M74: galassia con una superficie ampia ma di debole intensità ed informe. Risulta immersa in un debole campo stellare. La forma è quasi perfettamente circolare. Viene considerata l'oggetto del Catalogo Messier più difficile da osservare ed effettivamente le galassie a spirale viste di fronte non sono molto gratificanti in termini di osservazioni visuali.
NGC 7662: una maestosa nebulosa planetaria nella costellazione di Andromeda. Meravigliosa per dimensioni, brillantezza e colore: un azzurro molto intenso. Difatti è conosciuta principalmente col nome di "Palla di neve blu". A 250x mostra un guscio di forma quasi circolare, che si accende ancor più in visione distolta. C'è una stellina in basso a sinistra.
M31, M32 e M110: era molto, troppo tempo che non godevo della paradisiaca visione della Galassia di Andromeda, la galassia delle galassie, la più grande del Gruppo Locale, uno dei pochi oggetti celesti che si muove verso il blu, colei che un giorno centrifugherà la nostra Via Lattea dando vita ad una inimmaginabile macrogalassia. Le galassie rientrano a malapena nel campo dell'oculare a 42x ed anche se a tali ingrandimenti il cielo risulta di un blu slavato sembra lo stesso di osservare dall'oblò di un'astronave. M31 è immensa ed in visione distolta si propaga ancora di più. M32 è un punto di luce mentre M110 è una galassia più debole, di medie dimensioni ed allungata. A 52x risulta molto più stagliata contro lo sfondo scuro del ciele ed il nucleo brillante sembra irradiare l'alone, che in visione distolta mostra dei chiaroscuri.
64P/SWIFT-GEHRELS: la chicca della serata è nientemeno che una cometa con periodo orbitale di 9,23 anni e di magnitudine apparente attuale di 11,15. La miglior visione l'ho ottenuta a 89x e mi sono quasi spezzato il collo per rintracciarla, essendo praticamente allo zenit. Si presenta di forma circolare, con dimensioni e luminosità nella media. Il nucleo è un po' più luminoso rispetto all'alone. A conti fatti nell'aspetto non è molto diversa da una galassia!
M33: è la sorella minore della Via Lattea e della Galassia di Andromeda e chiude il trittico di galassie di maggiori dimensioni che compongono il Gruppo Locale. Si tratta di una galassia a spirale situata nella costellazione del Triangolo, molto luminosa e molto ampia; tuttavia la visione frontale concorre a renderla diafana. Il nucleo è debolmente più luminoso rispetto al resto. Il passaggio dalla visione diretta a quella distolta amplifica i dettagli osservabili e crea un gioco di chiaroscuri per mezzo del quale si osservano debolmente i bracci galattici.
NGC 672 e IC 1727: dopo vari tentativi infruttuosi ed uno star hopping problematico sono incorso, quasi alla cieca a dire il vero, in questa coppia di galassie. Impossibile confondersi con altre galassie perchè in questa plaga cè soltanto la suddetta coppia, tuttavia confesso di aver tratto delle impressioni osservative diametralmente opposte rispetto all'ultima volta. In particolare mi sono parse quasi perfettamente allineate l'una con l'altra: la più grande posizionata in alto a sinistra e la più piccola, con alcune stelline emergenti al suo interno, in basso a destra. Entrambe abbastanza affusolate.
NGC 1055: nella testa dell Balena c'è questa piccola tenue galassia, collocata al vertice di un immaginario triangolo con due luminose stelline nei pressi. Si allunga in visione distolta.
M77: galassia di forma ellittica, piccola ma discretamente luminosa, con particolare menzione per il nucleo. Collocata nei pressi dell'Equatore Celeste risulta visibile ad ogni latitudine.
NGC 936: prima che subissi l'attacco della fiera ho avuto modo di chiudere degnamente la serata con una galassia dall'aspetto incredibile, infatti è pressochè identica alla navicella monoposto guidata da Darth Vader nel primo Guerre Stellari! Vista all'oculare è una galassia di scarse dimensioni, media luminosità, di forma ovale e con un nucleo ampio e luminoso.

sabato 28 luglio 2018

Eclisse lunare del XXI secolo - 27/07/2018


Panasonic Lumix DMC-TZ80 - Effetto bagliore

Questo era uno di quegli eventi astronomici che non potevo assolutamente perdere: si trattava nientemeno che dell'eclisse lunare più lunga del nostro secolo. È davvero impressionante riflettere sul fatto che per quando si verificherà nuovamente una eclisse di durata paragonabile tutti gli esseri attualmente viventi sul pianeta saranno morti.

Le condizioni meterologiche erano incerte, in quanto nel pomeriggio ci sono stati molti rannuvolamenti ma fortunatamente in serata un vento teso ha spazzato via ogni incertezza, ripulendo il cielo. Non ha costituito invece nota altrettanto positiva la qualità atmosferica: il seeing dopo il tramonto era davvero terribile e con il progredire della serata è andato di poco migliorando, attestandosi infine su di un livello 6 della scala Pickering A.

Il sito osservativo era a Foiano della Chiana, in campagna. Si stava divinamente, sia come temperatura che come umidità; il frinire dei grilli faceva il resto. La cosa più gradevole tuttavia è stata la compagnia in quanto l'evento ha attirato una decina di amici: uno dei fattori che spesso e volentieri rattrista l'astrofilo è proprio la solitudine, ovvero il godere delle meraviglie del cielo senza poter trasmetterne la bellezza agli altri. Da questo angolo visuale sono stato entusiasta di aver trascorso questo momento con molti amici e soprattutto con Adina, che da poco è diventata mia moglie e che come al solito mi ha aiutato non poco con i preparativi. C'era anche la mia canina Trilly, che, come si può vedere in foto, si godeva la frescura dell'erba.

La strumentazione utilizzata comprendeva il Maksutov-Newton Intes-Micro MN 68 e il piccolo rifrattore Sky -Watcher Startravel, oltre che ad una fotocamera Panasonic Lumix DMC-TZ80.


Come di consueto ho voluto esagerare: perchè accontentarsi di osservare la Luna quando si può tentare di osservare tutti i pianeti del sistema solare in una sola notte? Ovviamente i piani non sono andati come sperato poichè l'elongazione di Mercurio dal Sole è davvero esigua, senza considerare che un boschetto mi ostruiva la vista. Quindi l'impresa è fallita in partenza.

A quel punto abbiamo iniziato a scorgere il cielo ad ovest nella speranza di avvistare Venere, impresa più che ardua nella tarda luce diurna. L'Adina con la sua vista da aquila lo individuava e lo riperdeva a tratti; inutile dire che io ho iniziato a vederlo dopo una buona mezz'oretta. Osservandolo al telescopio il pianeta mostrava una superficie illuminata corrispondente a circa il 60% del totale, con la restante parte in ombra. Nessun altro dettaglio era osservabile.

La Luna invece è sorta sul finire del crepuscolo. La vista è stata strabiliante perchè l'eclisse era già in corso ed il cono d'ombra proiettato dalla Terra stava già occultando il nostro satellite.


Da qui in poi è stato un crescendo di emozioni, con l'alternarsi delle diverse fasi dell'eclissi. Dapprima l'ombra terrestre era molto netta e definita, ma tanto più essa ricopriva la superficie selenica, quanto più scemava d'intensità. 


Quando infine l'eclissi ha raggiunto il suo apice la Luna si è tinta completamente di rosso: dinnanzi ad un prodigio di questo genere l'appellativo di "Luna di sangue" è particolarmente appropriato. Si tratta di un fenomeno complesso, dovuto soprattutto al fatto che l'atmosfera terrestre agisce in modo differente sulle diverse lunghezza d'onda della luce solare. Limitando il discorso allo spettro della luce visibile al nostro occhio bisogna infatti notare che le lunghezze d'onda maggiori, tra cui il rosso, vengono diffuse dall'atmosfera terrestre in misura molto minore rispetto alle lunghezze d'onda minori, tra cui il blu. Questo peraltro è il motivo per cui il cielo ci appare di colore azzurro. La conseguenza è che, pur essendo occultata dall'ombra della Terra, la Luna riesce lo stesso a ricevere le lunghezze d'onda di colore rosso emesse dal Sole, che per così dire "scivolano" attraverso l'atmosfera terrestre, senza esserne deviate. Ciò risulta possibile anche grazie alla rifrazione che le suddette lunghezze d'onda subiscono nell'attraversare l'atmosfera terrestre.

Panasonic Lumix DMC-TZ80- Immagine originale non ritoccata

Quasi a mo' di allegoria di tutte le cose terrene, che nascono e muoiono, anche l'eclissi ha avuto un inizio ed una fine. Dopo aver raggiunto il suo culmine infatti la Luna ha deciso di spostarsi dall'ombra dell'orbe terracqueo e di rifulgere nuovamente lassù in cielo, sussurrando ancora una volta ai nostri cuori.




Folle è l’uomo che parla alla luna. Stolto chi non le presta ascolto.
William Shakespeare
 
Sky-Watcher Startravel e Samsung A5 - Fotografia in proiezione afocale

La serata osservativa non si è esaurita nell'osservazione lunare. La straordinaria lunghezza dell'eclissi ha lasciato tempo sufficiente per osservare i vari pianeti.

Ripercorrendo a ritroso il piano dell'eclittica, dopo aver osservato Venere è stata la volta di Giove. Il gigante gassoso era al centro della danza dei satelliti galileiani, tutti e quattro visibili. Osservandolo alle 22 si notava un festone tra le due bande equatoriali. Invece verso mezzanotte aveva fatto capolino anche la Grande Macchia Rossa, che in quest'ultimo periodo si staglia in maniera abbastanza nitida e contrastata rispetto al pianeta.

Proseguendo verso est non si può non imbattersi su Saturno, anch'egli circondato da vari satelliti, tra i quali spicca senz'altro Titano. La visione è mozzafiato come al solito, soprattutto in questo periodo in cui gli anelli sono estremamente inclinati, tanto che il pianeta sembra in procinto di sfilarsi dagli stessi. La Divisione di Cassini era stagliata con chiarezza tra gli anelli. Sulla superficie planetaria erano apprezzabili delle sfumature di tonalità.

La grande attesa tuttavia era per Marte. Le condizioni osservative del pianeta rosso non potrebbero essere le migliori, in quanto si trova all'opposizione rispetto al Sole, quindi risulta osservabile di notte e alla minore distanza possibile rispetto alla Terra. Ho resistito strenuamente alle insistenze di osservarlo anzitempo, in quanto so per esperienza che si tratta di un'osservazione tutt'altro che semplice. Il seeing mediocre ha confermato i miei sospetti una volta all'oculare: si osservava null'altro che una enorme palla rossastra indistinta. Dando un altro po' di tempo al pianeta di alzarsi sull'orizzonte ed utilizzando anche un filtro neutro con trasmissività del 25% comunque ho avuto il piacere di osservare, collocata in alto a sinistra sul disco, la calotta polare marziana. Deboli chiaroscuri erano visibili sulla superficie del pianeta. La suggestione maggiore era comunque determinata dal vedere la Luna e Marte in congiunzione e con la medesima tonalità di colore.


Abbiamo osservato anche una carrellata di stelle doppie. Mizar e Alcor, Cor Caroli, Albireo e la bellissima Izar: una stella doppia non facile perchè anche a forti ingrandimenti le due stelle rimangono addossate l'una sull'altra. La componente principale è circa di dimensioni doppie rispetto all'altra e possiede un colore giallo; la componente secondaria invece mostra un colore azzurro.

giovedì 15 febbraio 2018

Per chi suona la campana - 14/02/18

Sembra incredibile, eppure sono passati quasi tre anni dall'ultima volta che mi sono recato ad osservare le meraviglie del cielo col mio fidato Dobson.
Da allora per me sono cambiate davvero molte cose, ed i mille impegni non mi hanno lasciato la possibilità di ammirare i gioielli del cosmo.
Ma la voglia di alzare gli occhi al cielo, quella no, non mi è mai passata. Così, quando il richiamo è diventato troppo forte per resistere, sono tornato ad osservare le stelle. Un'uscita modesta, vuoi perché non sono più l'astrofilo di un tempo, vuoi perché era più che altro una prova in un nuovo sito osservativo; ma tuttavia significativa, perché ha segnato il mio ritorno.
Dal momento che adesso abito nelle vicinanze di Cortona ho deciso di sfruttare le pendici dell'appennino come postazione osservativa, principalmente per tre ragioni: in primis perché l'altezza mi permette di sfuggire a tutto l'inquinamento luminoso della pianura; in secundis per risolvere un annoso problema che mi ha sempre afflitto, ovvero quello dell'umidità che fa appannare tutte le lenti; in tertiis per evitare il viavai di automobili che ti abbagliano continuamente.
Dopo diversi tentativi infruttuosi ho capito che la migliore opzione era la sommità su cui si trova la chiesa di Sepoltaglia. Ci arrivo in meno di un quarto d'ora, anche se non vi dico neanche quanto è sconnessa la relativa strada sterrata. Una volta in cima ho un'ottima visuale a 360° del cielo. Parliamo della qualità del cielo: il luogo permette di adattarsi correttamente al buio perché non ci sono luci da nessuna parte, nè tantomeno auto di passaggio. Di conseguenza si possono osservare moltissime stelle ad occhio nudo e la visione è mozzafiato. Peccato per l'inquinamento luminoso della Valdichiana, che verso Sud-Ovest sbiadisce le regioni più basse del cielo. Comunque ho la fortuna di non subire direttamente l'inquinamento luminoso di Cortona e di Camucia, che rimangono nascoste dietro la collina. Pur essendo un buon cielo di sicuro non siamo ai livelli di Casal di Pari, tuttavia ne sono entusiasta in quanto è vicinissimo a casa mia e poi c'è da fare una considerazione: questa è l'astronomia che oggi mi posso permettere, dunque questo è per me il miglior cielo del mondo poiché mi permette di osservare con assiduità senza dover sacrificare la mia vita familiare e professionale.
Tralasciando il freddo polare la prima parte della serata era trascorsa abbastanza bene, ma poi ovviamente doveva capitare una delle mille stranezze che hanno da sempre contraddistinto le mie notti da astrofilo!
Hemingway mi perdonerà se cito a sproposito la sua opera, eppure alla mezzanotte scoccata ho iniziato a sentire il suono di un campanaccio! Non erano i rintocchi dell'ora della piccola chiesetta in quanto si ripetevano in maniera arbitratria e sempre diversa. Appena puntavo la torcia nella direzione in cui sentivo il rumore il campanaccio non suonava più, ma appena la spengevo dopo poco sentivo lo sbatacchio sempre più vicino, sempre più vicino...
Per farla breve alla fine mi sono scocciato e me ne sono andato a casa! Secondo me comunque sono delle capre che pascolano nei dintorni e che hanno dei campanelli legati al collo; alla prima occasione utile chiederò delucidazioni in merito al custode della chiesa.
Vabbè, analizziamo quella manciata di oggetti osservati:

IADI: il migliore strumento in assoluto per godersi questo stupendo ammasso aperto di stelle è sicuramente il binocolo. Con il 10x50, che non dovrebbe mai mancare nella dotazione dell'astrofilo, possiamo apprezzare il gruppo di stelle nella sua interezza, con Aldebaran che oscura tutte le altre stelle, pur luminose, con la sua brillantezza. Le Iadi sono l'ammasso aperto più vicino alla terra e nella mitologia greca sono, al pari delle Pleiadi e delle Esperidi, le figlie di Atlante, colui che è destinato per l'eternità a sorreggere il mondo sulle spalle.
M45: stante quanto appena detto non deve stupire che le Pleiadi siano collocate nelle vicinanze delle Iadi. Sono anche conosciute come "Le Sette Sorelle", però a ben guardare le stelle più luminose sono nove e non sette: le due in più portano infatti il nome di Atlante e di Pleione, ovvero i loro genitori. Dopo tanti anni mi è sembrato giusto che la luce abbagliante di questo meraviglioso ammasso aperto di stelle pervadesse, prima tra tutte, il Dobson. A 41x si rimane estasiati dalla luminosità delle componenti e dall'estensione dell'ammasso, che risulta davvero molto ricco. Curioso il triangolino di piccole stelle che si trova proprio a ridosso di Alcyone.
NGC 1647: è un gradevole ammasso aperto di forma pentagonale. All'interno le stelle più luminose sono disposte a forma di un "8" inclinato di 45° verso destra: mistero della fantasia umana, che individua somiglianze ovunque; del resto così sono nate le attuali costellazioni. Comunque l'ammasso ha densità stellare ed estensione nella media, con stelle non troppo luminose. Osservato a 52x.
NGC 1746: ai medesimi ingrandimenti ho osservato questo ulteriore ammasso aperto, di dimensioni molto vaste, tanto che riempie il campo dell'oculare. Ha una forma simile ad una stella a cinque punte, al cui interno sono situate una miriade di fini stelline. Si tratta di un oggetto discreto, con stelle di media luminosità.
NGC 1817: va bene, lo ammetto. Ho del tutto ignorato il vicino ammasso NGC 1807, sarà per la prossima volta. Il problema è che la mia attenzione è stata subito catturata da questo ammasso aperto, che a 52x appare piccolo e nebuloso. A 156x invece riempie il campo dell'oculare e si risolve completamente in stelle. Alcune stelle più luminose lo fanno assomigliare al volto di un alieno corrucciato. Anche in questo caso la luminosità delle stelle è senza infamia e senza lode.
M1: la celeberrima "Nebulosa del Granchio", ovvero ciò che rimane della supernova esplosa nel 1054 D.C., come testimoniato da molteplici fonti storiche. All'oculare si può osservare un'ellissi di aspetto estramente nebuloso e denso usando 156x. In certi momenti sembra di intuire dei chiaroscuri nella superficie e si intravedono delle stelline nella zona più esterna. In basso a sinistra poi sono presenti tre piccole stelline.
NGC 1514: questa nebulosa planetaria sita anch'essa nella costellazione del Toro è di non facile individuazione a causa delle sue piccole dimensioni, che rendono facile scambiarla per una stella. A 156x e con il filtro OIII infatti ha un aspetto tale e quale ad una stella, se non per un piccolo e tenue alone circolare bianco che la circonda. L'osservazione della nebulosa trae molto giovamento dalla visione distolta: la superficie nebulare si amplia e si illumina. Devo dire che il soprannome che le è stato attribuito, "Sfera di cristallo" è proprio azzeccato.
M79: ecco l'unico ammasso globulare della serata, nella Lepre. Purtroppo quando l'ho osservato era davvero molto basso sull'orizzonte ed il telescopio era praticamente in posizione orizzontale. Per questa ragione la visione è risultata compromessa. A 250x l'alone si risolve parzialmente in stelle, specialmente in visione distolta. Il nucleo invece rimane nebuloso. Alcune stelline lo contorniano, tra cui ne spicca una in basso a sinistra.
M42: uno dei mali di noi visualisti del cielo profondo è che quando diveniamo più esperti andiamo alla ricerca di fantasmi al limite dell'invisibile. Ammetto candidamente che io lo facevo per sfida,  principalmente al solo fine di dimostrare a me stesso e agli altri la mia bravura in situazioni limite. Personalmente ho deciso di invertire questa logica e quindi di passare più tempo ad osservare i veri gioielli del cielo. Tra di essi v'è sicuramente M42, la Nebulosa di Orione. Già a 52x e con un filtro OIII è una visione magnifica: la nube è di dimensioni enormi ed assomiglia ad una manta con le pinne ripiegate. In basso a destra rispetto al Trapezio c'è un'ansa molto netta; inoltre c'è una piccola ansa anche in alto a destra dello stesso. La nebulosità dinnanzi al Trapezio è disomogenea, con tanti chiaroscuri che donano tridimensionalità all'immagine. Con il filtro UHC ho notato un netto miglioramento in termini di densità della zona centrale della nebulosa, anche se i lembi si percepivano peggio. Spingendo fino a 156x si palesano dei dettagli incredibili, tanto che la nebulosa appare finemente cesellata: la zona nei pressi del Trapezio in particolare ha una trama che ricorda quella di una ragnatela incredibilmente fitta.
M43: questa nebulosa è molto più modesta rispetto alla precedente, sia in termini di luminosità che di dimensioni. Con il filtro OIII la nebulosità è tenue, di forma circolare, e raccolta attorno alla stella al centro. Passando al filtro UHC si può osservare una porzione di nebulosità ulteriore, che le attribuisce una forma a virgola o goccia.
NGC 1977: troviamo poi ulteriori nebulose che fanno parte di questo complesso nebulare, dove si stanno generando nuove stelle e pianeti. Questa in particolare rispetto alle seguenti appare più densa ed ha una forma ellittica che racchiude al suo interno tre stelle. Risulta visibile senza particolari difficoltà, pur non essendo troppo brillante.
NGC 1973: nebulosa piccola e di forma circolare, attorno alla relativa stella.
NGC 1975: nebulosa piccola e di forma circolare, attorno alla relativa stella.
NGC 1980: un ammasso aperto con associata nebulosità davvero molto affascinante. Basterebbe la visione di Iota Ori, la stella più brillante della Spada di Orione, con accanto una piccolissima compagna di colore blu a rassenerare l'animo, poi aggiungeteci che è immersa in una diffusa nebulosità e circondata da altre stelle luminose per rasentare la perfezione.
NGC 1981: questo ammasso aperto di forma triangolare molto più ampio e disperso, purtuttavia con componenti abbastanza luminose.
CR 70: alla fine mi sono goduto una passeggiata spaziale a 41x nella Cintura di Orione, perso in un mare di stelle. Da notare che sia Alnitak che Mintaka sono stelle doppie accompagnate da stelle secondarie molto più piccole, anche se ben distanti e quindi facilmente individuabili. Osservare stelle doppie così sbilanciate mi ha sempre emozionato. 
M78: infine una rapida occhiata a questa nebulosa a 62x con filtro OIII. Al di là dell'aspetto cometario irregolare e di due stelle che spiccano all'interno non colpisce per la sua brillantezza. Medie dimensioni.