OCULARI

Ecco a voi gli oculari che possiedo; cercherò di raccontarvi i loro pregi e difetti, anche se non sono certo un esperto. Gli oculari sono un componente ottico importantissimo e se di pessima qualità potrebbero compromettere la visione finale, per quanto possa essere buono il telescopio. Quindi conviene sempre prendere oggetti almeno buoni, cosa oggi possibile anche a prezzi onesti.

INDICE:
  1. Baader Planetarium Hyperion 24 mm  
  2. Baader Planetarium Hyperion Zoom Mark III 8-24 mm
  3. Baader Morpheus 9 mm
  4. Tecnosky Planetary ED 5 mm
  5. Tecnosky Extra Flat Field 19 mm
  6. TS Planetary HR 3,2 mm
  7. TS Erfle Wide Angle 30 mm
  8. TS Erfle Wide Angle 20 mm
  9. TS Super Plossl 9 mm
  10. Bresser Super Plossl 26 mm
  11. Heyford Kellner 20 mm
 1. BAADER HYPERION 24 MM


Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 24 mm
  • Campo apparente: 68°
  • Estrazione pupillare: 20 mm
  • Lenti: 8
  • Barilotto: 50,8 mm e 31,8 mm
  • Peso: 260 g
Impressioni: penso che sia un oculare di alta qualità, e forse è l'oculare che mi piace di più in assoluto. Uso il 24 mm come oculare-cercatore nel Dobson, dove rende 1,3° di cielo e 52x, con una pupilla d'uscita di 4,8 mm; per questo uso è praticamente perfetto mostrando per intero, senza spostare lo sguardo, una vasta area di cielo così se c'è un debole oggetto del cielo profondo nei pressi lo individuo facilmente. Devo dire che è leggermente più nitido dello Zoom a 24 mm infatti ad esempio una debole galassia si percepisce un po' meglio con questo oculare ed il fondo cielo pare più scuro. Un'altra cosa che mi piace molto è la resa cromatica: non tanto nel senso del cromatismo (che non mostra minimamente in nessuna condizione) quanto nel senso dei colori che rende, i quali sono molto accesi. Non a caso è ottimo anche per gli ammassi aperti estesi, dove le stelle hanno degli splendidi contrasti di colore talvolta. Inoltre è adatto all'osservazione delle nebulose e delle galassie estese: sulle nebulose insieme ad un filtro nebulare regala splendide visioni (una su tutte la Velo, le cui due sezioni ci entrano ognuna praticamente per intero), ma anche sulle galassie anche se la pupilla d'uscita è leggermente troppo elevata (ma non c'è alternativa se si vuole osservare la Galassia di Andromeda per intero). Uso l'oculare con profitto anche nel mio Startravel, con il quale raggiungo il grandissimo campo reale di 4° a 16x: osservare gli ammassi aperti più estesi del cielo (stiamo parlando della Cintura d'Orione tutta intera!) o spazzolare semplicemente lungo la Via Lattea così è incantevole, da un cielo buio. In entrambi questi telescopi con rapporto focale f/5 è stupefacente com'è il campo: quasi perfettamente corretto da un bordo all'altro; solo ad essere pignoli si notano le stelle vicine vicine al bordo che si deformano. Questo mi sembra un gran risultato. Con il paraluce rialzato l'oculare non presenta affatto il problema della parallasse (avete presente quei black out improvvisi?); se si richiude e ci si avvicina troppo alla lente potremo invece notarlo. Per quanto riguarda la costruzione mi sembra ben realizzato. Considerate che è un oculare molto leggero e piccolo per essere un 24 mm con questo campo apparente. L'oculare ha sia il naso da 1,25" che da 2" e può essere usato in fuocheggiatori di entrambe le misure senza smontare alcunchè; comunque sia il naso da 1,25" può essere rimosso e così possiamo vedere la grande lente finale. In proposito c'è un problema: la polvere esterna che si deposita su questa lente si vede alla perfezione quando mettete a fuoco; questo potrebbe disturbare chi osserva la Luna oppure i panorami terrestri. Ma dipende molto dal telescopio in cui lo si usa, infatti in entrambi i miei f/5 è un oculare da bassi ingrandimenti e non ci si osserva certo la Luna. Da notare che sul cielo profondo questo problema non si nota minimamente. Ma anche in terrestre, se prima lo pulite bene, non avrete problemi; per esempio lo uso per osservare i panorami con lo Startravel e l'immagine resa è tridimensionale e luminosa, con un campo visibile molto ampio ed amichevole per l'occhio. Il corpo dell'oculare è solido e la striscia di gomma antiscivolo fa bene il suo lavoro. Comoda l'estrazione pupillare. L'oculare, come da tradizione Baader ha stupendi trattamenti antiriflesso, che fanno si che non si veda nessun riflesso o immagine fantasma in alcuna condizione di luce. Il colore dello stesso tende al violetto. A differenza degli altri oculari Hyperion questo non ha un gruppo di lenti all'interno del naso da 1,25", che è vuoto; quindi non si possono usare i Fine Tuning Rings per modificare la focale, ma la cosa positiva è che così non mostra cromatismo.

2. BAADER HYPERION ZOOM


 Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 8 - 24 mm
  • Campo apparente: 68°- 49°
  • Estrazione pupillare: 10 - 15 mm
  • Lenti: 7
  • Barilotto: 50,8 mm e 31,8 mm
  • Peso: 310 g
Impressioni: è il noto Zoom della Baader, io possiedo il modello Mark III. Trattandosi di un oculare Zoom è opportuno descriverne il funzionamento. L'oculare può essere ruotato e così facendo si modifica la lunghezza focale, la quale può quindi variare progressivamente da 8 mm fino a 24 mm. Da notare che il movimento è molto fluido. In questo modo si può beneficiare di qualsiasi lunghezza focale intermedia. Non solo, sono presenti vari step a 8, 12, 16, 20, 24 mm raggiunti i quali si sente un clic (specialmente quando si diminuisce la lunghezza focale piuttosto che quando la si aumenta), utile quando si è al buio per capire alla lunghezza focale alla quale stiamo osservando. Comunque gli step sono contrassegnati anche sullo scafo dello Zoom. La contropartita è che il campo apparente non è sempre il solito a tutte le focali, infatti varia anch'esso progressivamente dai 49° a 24 mm fino ad arrivare ai 68° ad 8 mm: io trovo fastidioso il "buco della serratura" solo nell'intervallo compreso tra 20 e 24 mm, che francamente poteva essere evitato; ma da 20 mm vi assicuro che il campo è sufficiente e per nulla claustrofobico, anzi alle basse focali è molto ampio. In cima all'oculare troviamo un paraluce elicoidale che può essere esteso svitandolo, e che è molto utile infatti permette di neutralizzare l'effetto parallasse dell'oculare. Stando molto vicini alla lente si possono infatti avere dei black out ma allontanandosene della giusta misura grazie al paraluce non c'è nessun problema di parallasse. Comunque non consiglio di usarlo con il paraluce del tutto esteso infatti l'estrazione pupillare è media, quindi si rischia di non vedere tutto il campo apparente, specialmente nelle focali più basse; consiglio invece di estenderlo per metà della sua corsa. Svitando una ghiera di metallo in cima all'oculare, di cui è parte integrante il paraluce elicoidale, si può snellire la parte superiore dell'oculare di molto: utile se volete usare due Zoom in una torretta binoculare. In questo caso in dotazione ci sono due paraluce aggiuntivi, uno alato ed uno classico, che possono essere montati una volta rimossa questa ghiera, dato che il paraluce elicoidale viene via con essa. La parte finale dello Zoom permette di montare o il naso da 2" oppure il naso da 1,25", entrambi in dotazione. In ordine al trattamento antiriflesso valgono le medesime considerazioni fatte a proposito dell'Hyperion 24 mm. Anche qui è presente una striscia di gomma sul corpo dell'oculare che evita che ci scivoli di mano. Personalmente mi trovo benissimo con questo Zoom nel mio Dobson , infatti l'intervallo da 8 mm fino a 12 mm è particolarmente interessante, in termini di pupilla d'uscita, per l'osservazione degli oggetti del cielo profondo, ma mi è capitato di trovarlo molto utile in certi casi anche fino ai 20 mm. Il suo punto di forza è che permette di impostare la focale in relazione al singolo oggetto del cielo profondo che stiamo osservando, così si può ottenere proprio quella focale specifica in cui le sue caratteristiche (dettagli, luminosità, etc.) sono visibili nel modo migliore; infatti ogni oggetto vuole un ben determinato ingrandimento e questo oculare permette di averlo! Dunque la flessibilità, per dirlo con una parola, è il suo miglior pregio. Quando voglio andare oltre gli 8 mm gli abbino una Barlow 2x e raggiungo alti ingrandimenti: ancora una volta utilissima la possibilità di sfruttare in alta risoluzione proprio quegli ingrandimenti massimi dettati dal seeing, nessun pericolo di rimanere sotto o sopra ad essi. Potreste pensare che una simile cascata di lenti produca un'immagine di bassa qualità: niente di più sbagliato. L'immagine resa agli ingrandimenti massimi è ottima, lo dico sinceramente, e permette di vedere tutti i dettagli fini che il seeing mostra; pensate che sono sempre stato tentato di prendere un oculare da 4 mm ma ho sempre desistito perchè penso che già così sono veramente a posto in termini di qualità dell'immagine, sia sul cielo profondo (fantastici gli ammassi globulari e le nebulose planetarie a forti ingrandimenti) sia sul planetario. Lo Zoom non mostra particolari problemi, per dire non prensenta nè cromatismo nè immagini fantasma o altro; ha solo un filo di distorsione ai bordi che altri oculari non hanno, ma sinceramente con le immagini a fuoco non me ne sono mai accorto e l'ho rilevato solo con lo star test. Uso questo oculare anche con gli altri miei telescopi, in particolare con lo Startravel per mezzo del quale lo trasformo in un cannocchiale terrestre 16-50x80, ed i quest'uso non può che eccellere essendo stato pensato proprio per questo. Per finire le dimensioni dello Zoom non è che siano proprio minime, diciamo che è abbastanza corpulento, ma rispetto ad altri oculari non è niente di esagerato. L'unico difetto che ha, negato con forza dalla Baader ma riportato da moltissimi astrofili, è una non perfetta pulizia ottica: in quasi tutti gli esemplari c'è qualche granello di polvere all'interno, di fabbrica; se questi granelli sono al centro del campo, il che è più raro, risultano fastidiosi; se invece si trovano a bordo campo non disturbano. L'unica operazione che potreste intraprendere per risolvere il problema, ammesso che sia situato lì, è rimuovere il gruppo di lenti finale e pulirle, ma attenzione perchè poi è difficile richiudere il tutto senza introdurre ulteriori impurità. Normalmente questi granelli sono visibili alle focali più alte e scompaiono a quelle più basse.

3. BAADER MORPHEUS 9 MM

 
Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 9 mm
  • Campo apparente: 76°
  • Estrazione pupillare: 21 mm
  • Lenti: 8
  • Barilotto: 50,8 mm e 31,8 mm
  • Peso: 328 g
Impressioni: niente in questo oculare è mediocre, ogni sua caratteristica è estrema. Spinto dalle recensioni lette, che raccontavano di un oculare più nitido dei cugini Tele Vue Delos e Pentax XW, costando anche meno ho deciso di tentare. L'uso principale che intendevo farne era con il Maksutov-Cassegrain 127/1900, per il quale sarebbe stato l'oculare da alta risoluzione.  Ammetto di essermi preoccupato appena l'ho provato, perchè fin da subito ho notato una forte parallasse, la quale causava un continuo effetto blackout. Tale problema non si verifica soltanto spostandoci lateralmente rispetto al piano focale, ma anche avvicinandoci troppo ad esso. Premettendo che questo problema non risulta per tutti fastidioso nella stessa misura, dal momento che io un po' lo soffro, sono andato a leggere ulteriori recensioni dei Tele Vue e dei Pentax e quello che ho scoperto leggendo i vari forum è che tutti questi oculari mostrano il medesimo problema. Dal momento che avevo avuto soltanto oculari dal campo apparente intermedio, forse ero anche io inesperto a tal proposito, infatti dopo un paio di serate ho imparato a usare l'oculare rimanendo in asse e quindi minimizzando il problema; fra l'altro ho scoperto che coprendo l'occhio inutilizzato con una benda da pirata, l'occhio dominante si rilassa e il problema non si verifica. Poi ho riflettuto su un dato, ovvero che col Mak ottengo una pupilla d'uscita molto piccola di 0,6 mm, rispetto alla quale, considerando l'ampiezza della lente frontale dell'oculare, è difficile riuscire a centrarsi. La prova del Morpheus sul Dobson ha confortato questa ipotesi, infatti con una pupilla d'uscita di 1,8 mm la parallasse laterale presente si riduce a meno di un terzo, mentre quella assiale scompare completamente; anche usandolo con la lente di Barlow Tele Vue 2x, con la quale peraltro l'oculare si abbina magnificamente, quindi ottenendo una pupilla d'uscita di 0,9 mm, la parallasse non è eccessivamente fastidiosa. Un ultima parola sull'argomento: questo problema si evidenzia soprattutto sulla Luna, mentre per altri oggetti come i pianeti dove ai margini c'è solo spazio vuoto, se per un attimo scompare una piccola porzione di campo non ce ne accorgiamo nemmeno. Questo è l'unico difetto dell'oculare, che per il resto è eccezionale. Il contrasto e la nitidezza delle immagini sono eccellenti, veramente qualcosa di incredibile e mai visto prima. Anche i dettagli minuti appaiono con grande secchezza e sconcertante facilità. In questo senso è sicuramente un oculare per alti ingrandimenti imbattibile; senza dimenticare che su un Dobson da 25 cm diventa l'oculare principale per osservare molti oggetti del cielo profondo, fra cui galassie, nebulose diffuse, ammassi aperti di piccole dimensioni. Da un punto di vista ottico l'oculare presenta una media distorsione a cuscinetto, che ho evidenziato soprattutto con il Mak. L'aberrazione cromatica in asse è assente, mente lateralmente è possibile scorgerla a livelli infinitesimali. Ho riscontrato la totale assenza di luce diffusa, immagini fantasma e astigmatismo. L'estrazione pupillare a mio avviso è comoda, anche se ne avrei gradita leggermente di più. Il campo apparente dell'oculare è gigantesco e restituisce visioni di grande ariosità e libertà: soprattutto sulla Luna e sui ricchi campi stellari lo stupore è garantito. Da un punto di vista meccanico si capisce che l'oculare è realizzato con una precisione maniacale. Iniziando dal basso troviamo due nasi, uno da 1,25" e uno da 2", per la massima versatilità di utilizzo: le righe orizzontali incise sui barilotti assicurano una grande sicurezza e precisione nell'inserimento dell'oculare, ad un livello che non avevo finora sperimentato con gli altri oculari. La scritta dell'oculare è incavata e fosforescente di notte, di modo che i fortunati che possiedono diverse focali possano capire al volo l'oculare attualmente in uso oppure da montare. La gomma nel corpo dell'oculare ha un'ottima trama, che consente attrito sufficiente ad evitare il rischio di cadute accidentali. Il paraluce è incollato a una ghiera che si avvita in cima all'oculare ed è possibile sostituirlo con il paraluce alato sempre in dotazione. La lente apicale è davvero enorme e guardandola sotto la luce naturale vediamo alcune tonalità marrone-ocra , mentre osservando controsole si palesa un trattamento antiriflesso verde, celeste e viola. L'annerimento interno è semplicemente perfetto. Da dire che questi oculari sono anche impermeabili. La pulizia ottica è ottima e non sono presenti impurità tra le lenti. Ho molto apprezzato il peso e le dimensioni, tutto sommato contenuti e solo di poco maggiori rispetto all'Hyperion Zoom.

4. PLANETARY ED 5 MM


 Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 5 mm
  • Campo apparente: 60°
  • Estrazione pupillare: 16 mm
  • Lenti: 6
  • Barilotto: 31,8 mm
  • Peso: 150 g
Impressioni: un oculare ottimo venduto ad un prezzo irrisorio. Anzitutto dico che questo oculare funziona alla grande in tutti i miei telescopi, ma se ce n'è uno dal quale non viene più rimosso è l'MN 68, sul quale veramente calza a pennello. Ma andiamo con ordine. L'oculare si può trovare sotto svariate marchi ma è sempre il medesimo. Esternamente ha un rivestimento in gomma in tutta la parte alta che rende sicura la presa. Le strisce colorate fanno subito capire con quale focale abbiamo a che fare, nel caso che uno ne possieda di diverse focali; bella pensata, peccato che il colore per la medesima focale varia da venditore a venditore. L'oculare non è nè grande nè pesante. In cima c'è la possibilità di estendere il paraluce che viene fuori per mezzo di un movimento elicoidale. In proposito c'è da dire che l'estrazione pupillare è così generosa che il campo apparente può essere abbracciato per intero anche con il paraluce totalmente esteso; io preferisco dunque lasciarlo così quando osservo infatti più si sta lontani dalla lente e meno questa tenderà ad appannarsi, inoltre si neutralizza la parallasse, peraltro molto ben contenuta. Il campo apparente è molto comodo: essendo di poco inferiore a quello che al massimo l'occhio umano può vedere da fermo risulta particolarmente amichevole. Il trattamento antiriflesso ha un colore verde. Nella parte bassa dell'oculare troviamo il naso da 1,25" al cui interno c'è il gruppo Barlow che fa parte dell'oculare. Come prestazioni ho già accennato che vale più di quanto costa: funziona bene in praticamente tutti i telescopi, non ha aberrazioni (neanche un filo di distorsione o cromatismo) e non mostra immagini fantasma, non mi sembra che mostri una particolare luce diffusa, le immagini ad alti ingrandimenti mi paiono nitide e ben leggibili. Questo anche a 500x (quando il seeing è eccezionale ovviamente), per raggiungere i quali è necessario accoppiarlo ad una Barlow, con la quale non da nessun tipo di problema. 

5. EXTRA FLAT FIELD 19 MM

Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 19 mm
  • Campo apparente: 65°
  • Estrazione pupillare: 17 mm
  • Lenti: 5
  • Barilotto: 31,8 mm
  • Peso: 110 g
Impressioni: l'oculare in questione mi serviva per montarlo stabilmente sul cercatore ottico da 60/228, grazia al quale ottengo un cercatore 12x60 con 5,4° di campo reale ed una pupilla d'uscita di 5 mm. Ma questa lunghezza focale mi è utile anche perchè lo Zoom a quella lunghezza focale non ha un campo apparente così ampio, quindi questo oculare è in grado di coprire questa mancanza. La costruzione meccanica è curata: l'oculare è in metallo, con un rivestimento in gomma per rendere salda la presa. Il naso da 31,8 mm può essere svitato, così si arriva a pulire meglio la lente inferiore; una stranezza è che mentre si riavvita il naso, dato che per farlo bisogna tener fermo il corpo dell'oculare, si svita proprio quest'ultimo, ma niente paura dato che si tratta solo di una cilindro metallico protettivo, non è che si accede alle lenti interne. L'oculare presenta un comodo paraluce elicoidale, regolabile a seconda delle necessità. Parlando di ottica, l'oculare ha il solito problema del Baader Hyperion 24 mm: si nota, osservando a fuoco, la polvere depositata sull'ultima lente, dunque è necessario mantenerla pulita. Il trattamento antiriflesso appare tenue, di un colore verde-azzurro. Una gradita caratteristica è che l'oculare è molto piccolo e leggero, quindi non pone problemi di bilanciamento, o di utilizzo in coppia sulle torrette binoculari. L'estrazione pupillare è davvero molto comoda e generosa. Un difetto è una certa parallasse, che richiede un corretto allineamento dell'occhio per essere debellata. Dal punto di vista ottico ciò che lo contraddistingue è il fatto di presentare lenti con un campo spianato. Questo avrebbe potuto comportare dei problemi di adattamento a doppietti acromatici corti, a causa del loro campo curvo; invece si comporta molto bene sia sull'80 mm f/5 che sul cercatore da 60 mm f/3,8. In particolare, usandolo sia su panorami terrestri che su ampi campi stellari con l'80 mm mostra immagini nitide ed esenti dalle aberrazioni; al bordo qualche problema c'è, ma dipende dal telescopio soprattutto, prova ne è che la situazione peggiora sul cercatore da 60 mm, dove le prestazioni ai bordi decadono maggiormente. Comunque anche nel cercatore funziona a meraviglia, e siamo su un altro pianeta rispetto al cercatore 8x50 classico. Utilizzandolo brevemente sul GSO e sull'Intes-Micro ho ricavato le stesse positive impressioni. Secondo me è davvero un bell'oggetto, e ci sono molti motivi per sceglierlo: peso e dimensioni; prezzo contenuto; buone prestazioni ottiche; comodità di utilizzo; visione ariosa grazie al campo apparente ampio.
  
6. PLANETARY HR 3,2 MM

Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 3,2 mm
  • Campo apparente: 60°
  • Estrazione pupillare: 16 mm
  • Lenti: 5
  • Barilotto: 31,8 mm
  • Peso: 100 g
Impressioni: ho acquistato questo oculare pagandolo, scontato, pochissimo. L'idea era quella di usarlo principalmente nello Startravel e, quando il seeing fosse perfetto, con il Dobson. Ho letto molte opinioni pessime su questi oculari ma io sono soddisfatto, sarà che sono di bocca buona. Appena lo presi ci guardai dentro puntandolo verso il cielo e notai una scarsa pulizia ottica con vari pelucchi e puntini che si vedevano a fuoco. Allora ho pulito l'ultima lente piccola che in effetti aveva varie impurità depositate (polvere e pelucchi) ma non è bastato, altra sporcizia era interna. Per fortuna è bastato rimuovere il gruppo di lenti finali, contenute nel barilotto  svitabile, e soffiarlo dentro dappertutto. In questo modo la sporcizia se n'è andata da sola e la pulizia ottica ora è perfetta, non c'è nessuna impurità. L'oculare è piccolo e leggero ed entra perfettamente nel diagonale fino alla battuta, insomma nessun problema di compatibilità. Un altro piccolo difetto che ho riscontrato è che nella filettatura dove si avvitano i filtri l'opacizzazione in un punto circoscritto lasciava a desiderare e la vernice non era stata data bene. Ma non era grave: ho preso un pennarello nero indelebile e l'ho ritoccato; ora è indistinguibile dal resto della vernice. La costruzione dell'oculare la trovo buona ed è chiaramente ispirata ai Tele Vue Radian. Esternamente ha una bella anodizzazione nera e la presa grazie alle due strisce antiscivolo è salda. Il paraluce è ripiegabile. Con un meccanismo elicoidale (diverso da quello del Radian dunque), ruotando il corpo dell'oculare, si distanzia il paraluce dalla lente e questo permette di neutralizzare la parallasse, che altrimenti è accentuata. Il trattamento antiriflesso è verde. L'oculare è confortevole sia in termi di estrazione pupillare che di campo apparente. Io non ho notato un cromatismo molto diverso da quello visibile nel Planetary ED 5mm, forse leggermente superiore. Non sono un esperto ma secondo me le immagini a fuoco sono nitide e pienamente appaganti, anche se un Tele Vue Radian 3 mm è tutto un'altro mondo. Il confine del campo apparente ha un bordo netto ben visibile. Non ho notato riflessi strani o immagini fantasma sulla Luna.

 7. TS ERFLE 30 MM  


Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 30 mm
  • Campo apparente: 68°
  • Estrazione pupillare: 20 mm
  • Lenti: 5
  • Barilotto: 50,8 mm
  • Peso: 250 g
Impressioni: ho ricevuto questo oculare in dotazione con il Dobson, dato che anche se è marchiato TS credo che venga prodotto dalla GSO. Si tratta di un Erfle da 2" che a dirla tutta è abbastanza inutile, infatti restituisce una pupilla d'uscita di 6 mm che è difficilmente sfruttabile, con il rischio di non sfruttare tutti la risoluzione del telescopio; inoltre in un f/5 se ci si piazza un oculare non particolarmente ben corretto verso il coma, come è questo il caso, ovviamente si vedranno le stelle allungarsi. Però allo stesso tempo sono grato di questa scelta irrazionale perchè altrimenti non lo avrei mai comprato, invece così ce l'ho. Lo sfrutto raramente esclusivamente per gli ammassi aperti più estesi di 1,3°, fino ad 1,6°, le Pleiadi ad esempio. Come ho accennato il coma è presente per buona parte del campo apparente, e da prove comparative sembra che dipende anche dall'oculare, che non è ben corretto in questo senso; eppure osservarci dentro, cielo celestino a parte, da un'incredibile sensazione di osservare dall'oblò di un'astronave, così che i suoi difetti passano in secondo piano. Potrebbe essere interessante anche sfruttarlo con un filtro nebulare, sulle nebulose estese. Comunque sia l'oculare ha una grande estrazione pupillare davvero comoda e non soffre affatto di parallasse. I colori delle stelle mi sembrano non troppo vividi. Come dimensioni è grandicello, eppure è molto leggero; la costruzione la trovo ottima, in ogni sua parte è ben lavorato. Il prezzo è molto basso, e se non pretendete una correzione perfetta delle aberrazioni in telescopi molto aperti potrebbe essere una buona scelta economica. 

8. TS ERFLE 20 MM



Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 20 mm
  • Campo apparente: 68°
  • Estrazione pupillare: 18 mm
  • Lenti: 5
  • Barilotto: 31,8 mm
  • Peso:  139 g
Impressioni: ammetto che quando ho visto il prezzo non ho resistito all'acquisto, considerate le caratteristiche dell'oculare. Inoltre possedevo già il fratello maggiore da 30 mm, quindi sapevo bene o male cosa aspettarmi. Ho comprato questo oculare per tenerlo insieme allo Startravel a casa dei miei, in modo da avere un telescopio sempre pronto all'uso in configurazione da cannocchiale 20x80 con campo reale di 3,4°. Il test dell'oculare dunque si riferisce all'utilizzo con un rifrattore acromatico f/5. Dico subito che anche in tali condizioni abbastanza impegnative l'oculare si è comportato complessivamente bene, fornendo prestazioni superiori al suo costo. La distorsione di campo a cuscinetto è presente in misura minima. L'aberrazione cromatica a questi ingrandimenti è praticamente assente a centro campo, mentre a lato può essere notata su soggetti critici, come ad esempio dei cavi metallici illuminati dal Sole. Come era prevedibile la correzione del campo apparente mostra un progressivo degrado allontanandosi dal centro dell'immagine: il campo corretto equivale a circa il 75% del totale. Comparandolo all'Extra Flat Field da 19 mm 65° appare meno corretto. L'effetto parallase è minimo, mentre l'estrazione pupillare è ampia e confortevole. Anche questo oculare ha il problema della visibilità a fuoco di eventuali granelli di polvere sull'ultima lente, che disturba soprattutto durante la visione diurna o lunare. Infine la costruzione: interamente in metallo, che lo rende pesantuccio per questa lunghezza focale; l'assenza di scalanature nel naso lo rende compatibile con qualunque portaoculari.

9. TS SUPER PLOSSL 9 MM


Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 9 mm
  • Campo apparente: 52°
  • Barilotto: 31,8 mm
  • Peso: 25 g
Impressioni: si tratta del secondo oculare ricevuto con la dotazione del Dobson. Anch'esso non è una scelta particolarmente azzeccata dato che come lunghezza focale è indicato per osservare il cielo profondo, ma non possiede un campo apparente soddisfacente in questo senso, e poi è già un po' troppo corta come focale. Tuttavia è un oculare di qualità, anche in relazione al prezzo ridicolo. La costruzione ottima è paragonabile a quella del 30 mm, facendo le dovute proporzioni di dimensioni; infatti siamo in presenza di un oculare molto piccolo e leggero, sembra quasi che non ci sia. La lunghezza focale non critica e lo schema ottico fanno si che il rilievo oculare sia sufficiente, e non c'è il bisogno di appiccicarsi alla lente con l'occhio. Otticamente credo che non sia niente male, l'unico limite essendo dato appunto dal campo apparente che per alcuni, soprattutto in tempi da oculari da 100°, potrebbe essere considerato insufficiente. Stranamente è l'unico oculare che fa le bizze quando lo accoppio con la Barlow, e l'immagine che ne viene fuori presenta un sacco di strani riflessi, quindi se avete l'idea di prenderne uno a corta focale per accoppiarlo ad una Barlow magari prima di comprarlo provatelo o informatevi in questo senso, se potete. Invece lo consiglio, dato il costo e la leggerezza, a chi possiede un telescopio economico e/o la cui montatura ha problemi di stabilità causa sbilanciamento. 

10. BRESSER SUPER PLOSSL 26 MM

 
Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 26 mm
  • Campo apparente: 52°
  • Estrazione pupillare: 18 mm
  • Lenti: 4
  • Barilotto: 31,8 mm
  • Peso:  79 g
Impressioni: ho ricevuto questo oculare in dotazione con il telescopio Bresser e tutto sommato si è trattato di una scelta azzeccata da parte del produttore. Usandolo nel Maksutov-Cassegrain 127/1900 infatti mostra la Luna per intero, con anche un po' di margine. L'oculare è molto leggero e questo è dovuto principalmente al fatto che il corpo è realizzato in plastica, mentre il naso è in metallo. Essendo uno schema ottico classico, usandolo su un telescopio dalla lunga focale funziona perfettamente, restituendo immagini con una minima distorsione ottica e non introducendo aberrazione cromatica. L'estrazione pupillare è esagerata, tanto che la lente superiore è posizionata quasi a metà oculare. Non essendoci neanche problemi di parallasse l'oculare risulta comodo da usare. Il trattamento antiriflesso è leggero, di un celestino chiaro. Sicuramente oculari economici ma discreti come questo possono sempre tornare utili, ad esempio io avevo pensato di abbinarlo al cercatore ottico 50/208, soltanto che in quelle condizioni la pupilla d'uscita diventava troppo alta e restituiva un fondo cielo troppo slavato.
 
 11. HEYFORD KELLNER 20 MM 

Specifiche tecniche:
  • Lunghezza focale: 20 mm
  • Barilotto: 31,8 mm
  • Peso: 20 g
Impressioni: questo era uno dei due oculari che avevo trovato in dotazione al mio primo telescopio, l'Heyford da 60 mm. L'altro era un 9 mm a dir poco penoso. Questo invece ha dei difetti ottici e meccanici però tutto sommato è abbastanza nitido, quindi me lo tengo ed ogni tanto lo uso, in particolare quando osservo il Sole o in terrestre con il 60/700. L'oculare ha il corpo in plastica, ma il barilotto in metallo. Sugli oggetti più luminosi, come la Luna, presenta una tenue immagine fantasma e c'è anche diversa luce diffusa. Però dal punto di vista della nitidezza dei dettagli è discreto. Come oculare è piccolo ed ovviamente leggerissimo. Il campo apparente è davvero ridotto, ben peggio del Super Plossl, non mi stupirei se ne avesse sui 40°. Io lo tengo dato che ce l'ho e che è passabile ma è innegabile che con una piccola cifra si può prendere un altro oculare complessivamente più buono.