giovedì 16 aprile 2020

Ordinarie stranezze ai tempi del Coronavirus - 16/04/20 e 18/04/20

Anche se ultimamente esco di rado (come tutti in questo periodo!) e parlo ancora meno, citazioni a parte, comunque ogni tanto osservo. Devo anzi confessare di aver trovato un certo equilibrio nelle mie osservazioni. 
Inutile mentire a mè stesso: i miei giorni gloriosi da osservatore assiduo del cielo profondo sono finiti. Troppi impegni familiari e lavorativi, gli anni avanzano, ci siamo capiti, no? Comunque mi sono organizzato per andare ad osservare ogni tanto il cielo profondo nei dintorni, quindi sicuramente non è un addio a questa mia immutata passione per il cielo, e non mancheranno alcune piacevoli serate a rincorrere galassie e nebulose.
Come dicevo, per mia fortuna ho finalmente trovato un telescopio che mi sta permettendo di massimizzare le osservazioni, in considerazione della sua velocità di montaggio. Si tratta dell'ultimo arrivato, il Maksutov-Cassegrain 127/1900 Bresser. In virtù della sua compattezza lo monto nel balcone in un attimo e sono subito operativo, salvo i tempi di acclimatamento del telescopio, che in questo periodo si riducono di molto grazie alla minima differenza di temperatura tra dentro e fuori l'abitazione. Le prestazioni di questo telescopio sono strabilianti, soprattutto se relazionate al prezzo di acquisto, ma sempre in relazione al diametro, purtroppo non si sfugge alle leggi dell'ottica! Inoltre è bene precisare che si tratta di un telescopio che inizialmente ha richiesto una messa a punto notevole prima di rendere a dovere, quindi non mi sentirei di consigliarlo ad un neofita totale. Riflettevo adesso che lo possiedo da quasi un anno, come vola il tempo...
L'oculare che uso di più su questo telescopio è il Baader Morpheus 9 mm 76°, che da solo costa quasi quanto il telescopio. È un oculare molto nitido, comodo da usare, ottimo sotto ogni punto di vista, se non per una parallasse un po' marcata che si evidenzia alle basse pupille d'uscita, ma dopo un po' ci si fa l'abitudine e si impara inconsciamente a rimanere con l'occhio perfettamente in linea con l'asse ottico. Contrariamente a quanto alcuni sostengono, i 211x restituiti sono un ingrandimento massimo molto fruibile, utilizzabile in un buon numero di serate e su molteplici astri.
Mia moglie mi prendeva un po' in giro l'altra sera, perchè come al solito stavo osservando Venere. Ovviamente si tratta di una configurazione vocata per le osservazioni anzitutto lunari e planetarie, quindi è abbastanza comprensibile osservare più e più volte gli stessi soggetti. Io, permaloso come al solito, mi sono un po' risentito di quello sfottò, quindi le ho detto: «Ora ti faccio vedere io cosa è in grado di fare un medio-piccolo telescopio, quali emozioni può riuscire a regalarti». Di seguito il tour di due serate osservative, vissute all'insegna di questo iniziale proponimento.


Venere: stasera ho stimato il seeing di 8° grado nella scala di Pickering B, era veramente eccezionale. Sono riuscito a spingere con gli ingrandimenti in maniera inaudita, addirittura ho potuto usare con profitto 380x usando un oculare da 5 mm! Mai visto Venere così grande con questo telescopio, senza perdere eccessivamente nitidezza. Comunque, anche in termini di contenimento del cromatismo, data la scarsa altezza sull'orizzonte, alla fine ho preferito restare sull'ingrandimento più umano di 211x. Purtroppo la foto in proiezione afocale non rende giustizia all'osservazione reale: i bordi del pianeta erano così netti da apparire quasi taglienti, mentre il candore del disco planetario abbacinava la vista.
NGC 869 ; NGC 884: una passeggiata nel Doppio Ammasso del Perseo, visione notevole anche con questo diametro. Quasi non riuscivo a credere di poter vedere dal mio balcone rivolto a sud questo splendido oggetto celeste, eppure radente al muro eccolo lì! Sicuramente non è il telescopio più adatto per questo genere di osservazioni, infatti anche con oculare da 24 mm 68° il campo reale ottenuto non rende giustizia alla sua magnificenza. Però inquadrando un singolo ammasso aperto alla volta è possibile apprezzare la grande varietà di stelle, per colore e dimensione, nonchè quella nebulosità di fondo che avvolge l'oggetto nel suo insieme, dovuta al fatto che il diametro insufficiente non risolve compiutamente tutte le più fini stelline.
M42: visione patetica, quasi un insulto a questa meraviglia. Telescopio che per metà puntava la ringhiera, data l'altezza declinante ormai prossima all'orizzonte, quasi a simboleggiare l'addio dell'inverno. Eppure a 79x con un filtro UHC era lo stesso splendida, una manta nebulare che nuota nell'oceano spaziale!
M35: da qui inizia un entusiasmante viaggio nei noti ammassi aperti di questo settore del cielo. Si inizia dal piede di Castore con questo ammasso di stelle visibile debolmente già da un cercatore da 50 mm sotto un cielo suburbano. Molto godibile al telescopio a 79x, in quanto risulta completamente inquadrato e ben risolto in stelle. A me ricorda la faccia di un coniglio: ci sono due stelle molto luminose ed abbastanza isolate che sembrano occhi, poi strisce di stelle mimano le orecchie.
M37: eccellente ammasso aperto nella costellazione dell'Auriga, un vero tripudio di stelle discretamente brillanti.
M36: entrando dentro la costellazione vera e propria, incontriamo il seguente ammasso aperto, le cui stelle presentano una disposizione peculiare, simile ad una stella marina ma una leggera illusione di moto rotatorio a causa delle punte incurvate. Il soprannome Girandola, molto abusato peraltro, risulta azzeccato.
M38: ammasso cruciforme più debole dei precedenti ma comunque ottimo.
M44: maestoso ammasso aperto stretto tra l'Asinello Boreale e l'Asinello Australe, cavalcature di Dioniso e Sileno nella mitologia greca. L'ammasso è infatti conosciuto come Presepe, dal latino mangiatoia. Sicuramente il Mak non è il telescopio adatto, molto meglio al binocolo. Le stelle dell'ammasso sono di grande lucentezza, per lo più di colore celeste.
Delta Geminorum: una sfida osservativa, peraltro brillantemente superata. Che visione superlativa, mi sono sentito in pace con il mondo per un attimo, il che nel mio caso è tutto dire! Quella stella di media dimensione e brillantezza diventa un lume accecante, se paragonato al fioco splendore della stella secondaria, così piccola, posizionata in basso e di poco a destra. E poi meraviglia, la compagna cadeva perfettamente nel secondo lieve anello di diffrazione della primaria. Quasi un pianeta che descriveva un'orbita attorno al suo sole!

Alpha Geminorum: l'arcinota Castore, una stella doppia famosissima. A 211x si vedono davvero due purissimi diamanti di forma circolare incastonati in un cerchio di luce. La compagna è leggermente più piccola dell'altra. È da molto che ho compreso che la bellezza non si adagia mai in una fredda perfetta simmetria, ma si origina sempre da piccole o grandi differenze. La bellezza nasce dai contrasti.
Iota Cancri: a proposito di contrasti, com'è che nessuno tratta mai di questa incredibile stella doppia? La definirei l'Albireo primaverile. Un abbinamento di colori incredibile, giallo e azzurro, tra l'altro due stelle facilmente risolvibili e di buona luminosità, quindi adatte ad ogni telescopio. Facile da trovare, continuando la retta immaginaria che congiunge gli Aselli.
Gamma Leonis: in conclusione una notevole stella doppia nel Leone, con la primaria arancio e la secondaria bianca, con rapporto di dimensione rispettivamente di 2:1 tra le stelle.
Satelliti Starlink: verso le 21:30 è accaduto qualcosa di molto strano, per me del tutto nuovo a dire la verità. Vedo un satellite, diretto verso sud, visione che mi affascina sempre, quindi rimango a vederlo spegnersi piano piano. Però si incrocia con un altro satellite, ben più luminoso, proveniente da sud-ovest. Ok, ci può stare. Dietro questo nuovo satellite, a circa 20° di distanza angolare ne spunta un altro. Strano. Poi un terzo. Poi un quarto. A quel punto ho pensato che erano aerei militari in volo in alta quota che portavano rifornimenti al nord Italia per l'emergenza. Ma poi altre decine e decine di lucine. Ne punto una col telescopio, a 79x la inseguo a malapena: ha in tutto e per tutto l'aspetto di una stella, non riesco a discernere un qualche profilo di velivolo. Del resto troppo veloce per essere un aereo, neanche un caccia viaggia a quella velocità. Deve essere un satellite. Rimango sbigottito da quella processione di lampi in cielo, credo di aver dato anche un certo spettacolo col vicinato, a causa delle mie espressioni di stupore. Mi siedo a tavolino e cerco su internet: ho capito subito che erano i satelliti lanciati da quel mattacchione di Elon Musk. Un po' mi fa arrabbiare, chi si crede di essere questo signore per pensare di spengere le stelle e di accenderne altre, quando poi non riesce neanche a fare un vetro antiproiettile, facendo una figuraccia ad una presentazione di una Tesla modello militare? Ma non ha capito che l'Uomo non è Dio, e che quando prova a farlo combina solo pasticci? Pazienza,  tanto nessun atto di superbia varrà a spengere gli eterni fuochi lassù nell'immensa distesa dell'Universo. Potremo oscurarli ai nostri occhi, obliarli alla memoria, ma esse rimarranno a bruciare per miliardi di anni dopo che di noi resteranno null'altro che atomi dispersi nel cosmo.