sabato 28 luglio 2018

Eclisse lunare del XXI secolo - 27/07/2018


Panasonic Lumix DMC-TZ80 - Effetto bagliore

Questo era uno di quegli eventi astronomici che non potevo assolutamente perdere: si trattava nientemeno che dell'eclisse lunare più lunga del nostro secolo. È davvero impressionante riflettere sul fatto che per quando si verificherà nuovamente una eclisse di durata paragonabile tutti gli esseri attualmente viventi sul pianeta saranno morti.

Le condizioni meterologiche erano incerte, in quanto nel pomeriggio ci sono stati molti rannuvolamenti ma fortunatamente in serata un vento teso ha spazzato via ogni incertezza, ripulendo il cielo. Non ha costituito invece nota altrettanto positiva la qualità atmosferica: il seeing dopo il tramonto era davvero terribile e con il progredire della serata è andato di poco migliorando, attestandosi infine su di un livello 6 della scala Pickering A.

Il sito osservativo era a Foiano della Chiana, in campagna. Si stava divinamente, sia come temperatura che come umidità; il frinire dei grilli faceva il resto. La cosa più gradevole tuttavia è stata la compagnia in quanto l'evento ha attirato una decina di amici: uno dei fattori che spesso e volentieri rattrista l'astrofilo è proprio la solitudine, ovvero il godere delle meraviglie del cielo senza poter trasmetterne la bellezza agli altri. Da questo angolo visuale sono stato entusiasta di aver trascorso questo momento con molti amici e soprattutto con Adina, che da poco è diventata mia moglie e che come al solito mi ha aiutato non poco con i preparativi. C'era anche la mia canina Trilly, che, come si può vedere in foto, si godeva la frescura dell'erba.

La strumentazione utilizzata comprendeva il Maksutov-Newton Intes-Micro MN 68 e il piccolo rifrattore Sky -Watcher Startravel, oltre che ad una fotocamera Panasonic Lumix DMC-TZ80.


Come di consueto ho voluto esagerare: perchè accontentarsi di osservare la Luna quando si può tentare di osservare tutti i pianeti del sistema solare in una sola notte? Ovviamente i piani non sono andati come sperato poichè l'elongazione di Mercurio dal Sole è davvero esigua, senza considerare che un boschetto mi ostruiva la vista. Quindi l'impresa è fallita in partenza.

A quel punto abbiamo iniziato a scorgere il cielo ad ovest nella speranza di avvistare Venere, impresa più che ardua nella tarda luce diurna. L'Adina con la sua vista da aquila lo individuava e lo riperdeva a tratti; inutile dire che io ho iniziato a vederlo dopo una buona mezz'oretta. Osservandolo al telescopio il pianeta mostrava una superficie illuminata corrispondente a circa il 60% del totale, con la restante parte in ombra. Nessun altro dettaglio era osservabile.

La Luna invece è sorta sul finire del crepuscolo. La vista è stata strabiliante perchè l'eclisse era già in corso ed il cono d'ombra proiettato dalla Terra stava già occultando il nostro satellite.


Da qui in poi è stato un crescendo di emozioni, con l'alternarsi delle diverse fasi dell'eclissi. Dapprima l'ombra terrestre era molto netta e definita, ma tanto più essa ricopriva la superficie selenica, quanto più scemava d'intensità. 


Quando infine l'eclissi ha raggiunto il suo apice la Luna si è tinta completamente di rosso: dinnanzi ad un prodigio di questo genere l'appellativo di "Luna di sangue" è particolarmente appropriato. Si tratta di un fenomeno complesso, dovuto soprattutto al fatto che l'atmosfera terrestre agisce in modo differente sulle diverse lunghezza d'onda della luce solare. Limitando il discorso allo spettro della luce visibile al nostro occhio bisogna infatti notare che le lunghezze d'onda maggiori, tra cui il rosso, vengono diffuse dall'atmosfera terrestre in misura molto minore rispetto alle lunghezze d'onda minori, tra cui il blu. Questo peraltro è il motivo per cui il cielo ci appare di colore azzurro. La conseguenza è che, pur essendo occultata dall'ombra della Terra, la Luna riesce lo stesso a ricevere le lunghezze d'onda di colore rosso emesse dal Sole, che per così dire "scivolano" attraverso l'atmosfera terrestre, senza esserne deviate. Ciò risulta possibile anche grazie alla rifrazione che le suddette lunghezze d'onda subiscono nell'attraversare l'atmosfera terrestre.

Panasonic Lumix DMC-TZ80- Immagine originale non ritoccata

Quasi a mo' di allegoria di tutte le cose terrene, che nascono e muoiono, anche l'eclissi ha avuto un inizio ed una fine. Dopo aver raggiunto il suo culmine infatti la Luna ha deciso di spostarsi dall'ombra dell'orbe terracqueo e di rifulgere nuovamente lassù in cielo, sussurrando ancora una volta ai nostri cuori.




Folle è l’uomo che parla alla luna. Stolto chi non le presta ascolto.
William Shakespeare
 
Sky-Watcher Startravel e Samsung A5 - Fotografia in proiezione afocale

La serata osservativa non si è esaurita nell'osservazione lunare. La straordinaria lunghezza dell'eclissi ha lasciato tempo sufficiente per osservare i vari pianeti.

Ripercorrendo a ritroso il piano dell'eclittica, dopo aver osservato Venere è stata la volta di Giove. Il gigante gassoso era al centro della danza dei satelliti galileiani, tutti e quattro visibili. Osservandolo alle 22 si notava un festone tra le due bande equatoriali. Invece verso mezzanotte aveva fatto capolino anche la Grande Macchia Rossa, che in quest'ultimo periodo si staglia in maniera abbastanza nitida e contrastata rispetto al pianeta.

Proseguendo verso est non si può non imbattersi su Saturno, anch'egli circondato da vari satelliti, tra i quali spicca senz'altro Titano. La visione è mozzafiato come al solito, soprattutto in questo periodo in cui gli anelli sono estremamente inclinati, tanto che il pianeta sembra in procinto di sfilarsi dagli stessi. La Divisione di Cassini era stagliata con chiarezza tra gli anelli. Sulla superficie planetaria erano apprezzabili delle sfumature di tonalità.

La grande attesa tuttavia era per Marte. Le condizioni osservative del pianeta rosso non potrebbero essere le migliori, in quanto si trova all'opposizione rispetto al Sole, quindi risulta osservabile di notte e alla minore distanza possibile rispetto alla Terra. Ho resistito strenuamente alle insistenze di osservarlo anzitempo, in quanto so per esperienza che si tratta di un'osservazione tutt'altro che semplice. Il seeing mediocre ha confermato i miei sospetti una volta all'oculare: si osservava null'altro che una enorme palla rossastra indistinta. Dando un altro po' di tempo al pianeta di alzarsi sull'orizzonte ed utilizzando anche un filtro neutro con trasmissività del 25% comunque ho avuto il piacere di osservare, collocata in alto a sinistra sul disco, la calotta polare marziana. Deboli chiaroscuri erano visibili sulla superficie del pianeta. La suggestione maggiore era comunque determinata dal vedere la Luna e Marte in congiunzione e con la medesima tonalità di colore.


Abbiamo osservato anche una carrellata di stelle doppie. Mizar e Alcor, Cor Caroli, Albireo e la bellissima Izar: una stella doppia non facile perchè anche a forti ingrandimenti le due stelle rimangono addossate l'una sull'altra. La componente principale è circa di dimensioni doppie rispetto all'altra e possiede un colore giallo; la componente secondaria invece mostra un colore azzurro.